Thanatos
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This Endless Night Inside, 5/10
An Embassy To Gaius, 6.5/10
Blisters, 6/10
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Sam Rosenthal, l'anima dei Black Tape For A Blue Girl, suona anche le macchine elettroniche per Thanatos, ovvero per il chitarrista Padraic Ogl (anch'egli impegnato nella gestione della Projekt).

Lontano dalle atmosfere alla Dead Can Dance del gruppo maggiore, questo progetto aveva gia' dato un suggestivo quanto funereo risultato nel 1993 con This Endless Night Inside (Projekt), una raccolta di composizioni funeree ma eseguite con la nonchalance del folkrock degli anni '60.

con An Embassy To Gaius (Projekt, 1995) il sound viene ulteriormente semplificato, ridotto ai minimi termini del canto accompagnato da rintocchi sparuti di chitarre. Le 24 canzoni di questo tour de force spirituale (se non musicale) sono nude quanto lo puo' essere un'espressione artistica. Ogl si alterna al canto, alla chitarra, al basso e all'armonica. Rosenthal aggiunge qualche rumore elettronico di sottofondo. Lo stile spazia dal pop decadente di Bowie (An Embassy To Gaius, The Embassy To Gaius) alle ballate dei cantautori piu' depressi (Von Stauffenberg, Hell On The Water), dal je accuse morale di Lou Reed (Leather Avenues) al soliloquio espressionista di Nico (John Brown's Body).
Fra rosari recitati da zombie (Erich Honecker Scrapbook) e i deliri piu' eroinomani (The Precipice), si fanno largo momenti di tenero e persino comico pathos (il ritornello svanito di organo di Kingdoms For Cobwebs, il vagito femminile e l'accompagnamento jazz di Janissaries). Queste canzoni del nuovo medioevo sono intervallate da minuscoli frammenti di flussi di coscienza. Il tetro lamento di Ogl incalza delusioni e illusioni con il suo lento ma inesorabile passo da processione e con il suo tono limpido e profondo da catacomba.

Blisters (Projekt, 1997) e` un po' deludente. Padraic Ogl, accompagnato dal chitarrista William Tucker, canta (o bisbiglia) in un baritono piuttosto monotono su una base strumentale che e` dimessa fino a smarrire la propria personalita`. In questo album abbandona anche gran parte degli arrangiamenti che ancora lo accomunavano agli altri complessi gotici. Sembra di ascoltare Lou Reed in No Longer At Ease e Watching The River Freeze, i due brani piu` tipici della raccolta. I ritmi ballabili di Splinters e Dry Gray Whisper rappresentano esperimenti sofisticati sulla strada di una "spoken word" d'autore, ma si intonano molto alle sinistre cerimonie di Ogl. Il meglio della blasfema rappresentazione sta nei rumori tenebrosi di Rot, nel vuoto esistenziale di Neighbor Of The Beast e nella world-music di World With Tigers, i numeri che affogano le liriche di Ogl in suoni davvero d'oltretomba. E` possibile, pero`, che la tenue colonna sonora funky e jazzata di Dry Gray Whisper apra un nuovo capitolo nel campo del rock gotico. Le atmosfere sono diventate piu` nevrotiche che macabre, piu` vicine al trip-hop o a Badalamenti che al goth-rock

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