Gli Tsunami di Washington sono stati per tutti gli anni '90 una delle bandiere
del rock alternativo, arroccati attorno a un rock ispido e amatoriale.
La cantante Jenny Toomey aveva militato nei Geek, dei quali erano state
pubblicate due cassette, Herasure (Geek, 1987) e
Hammer (Simple Machines, 1991).
Al principio del decennio Toomey militava in tre o quattro complessi,
dagli Slack di Bates (Simple Machines, 1991) ai My New Boyfriend di
Supersaw (Simple Machines, 1991). Ma soprattutto aveva formato gli
Tsunami con
Andrew Webster (basso, ex Bricks), Kristin Thompson (chitarra) e
John Pamer (batteria).
Il gruppo adotto` l'etica
rigorosamente indipendente dell'hardcore cittadino, ma il sound era tutt'altro:
la cassetta Cow Arcade (Simple Machines, 1991),
in particolare, Answerman fanno pensare al rock dei freak degli anni
'60 quando facevano parodia dei gruppi degli anni '50.
Le canzoncine effervescenti dell'EP Headringer (Simple Machines, 1991),
Flameproof Suit (un ritornello degno dei Fastbacks), World Tour (hard-rock
per riot grrrrls), Ski Trip (un country a passo di valzer),
Kickball Babe (strillata in un minuto a ritmo di pow-wow),
sono sospinte da cadenze frenetiche e cantate da Toomey in un registro a meta`
fra la ragazzina dei girl-group, la riot-grrrrl e la diva rustica di Nashville.
Gli infiniti singoli dei primi due anni, dalla dolente ballata di
Genius Of Crack (Homestead, 1991) a
Left Behind (SubPop),
da Punk Means Cuddle, una progressione alla Velvet
Underground al lento sinistro boogie di Walking Tour,
da Could Have Been Christmas (Simple Machines) a
Beauty Pt II, dalla trascinante Load Hog
a Kidding On The Square,
da Not Living a Crackers,
sono brani
confessionali recitati sulle ispide tessiture cromatiche delle chitarre e su
ritmiche febbricitanti, con un effetto che e` piu` psichedelico che punk.
I testi fanno epoca: "A lie is the shortest distance between two faces".
Il manifesto definitivo del loro "lo-fi pop" fu
l'album Deep End (Simple Machines, 1993).
Se il piglio e` quello amatoriale dei ragazzi della porta accanto,
in realta` gli arrangiamenti sono sofisticati (per quanto lo permettano i
mezzi). Ma il disco e` nobilitato soprattutto dall'energia incontenibile
dei musicisti.
Il forte timbro rurale di
Jenny Toomey cavalca il galoppo di quadriglie forsennate come
In A Name, 460 e Stupid Like A Fox, con le chitarre e
tutti gli strumenti a battere il ritmo
all'impazzata o a "scordare" alla Sonic Youth, lasciando l'impressione di un
ibrido fra i pow-wow pellerossa e i boogie-raga dei Velvet Underground.
Toomey ci mette una foga degna di Hope Nichols e Patti Smith (benche' su
un registro di canto molto diverso, meno isterico e piu` gutturale).
Il complesso l'accompagna sempre al galoppo.
Anche la cantilena adolescenziale di Slugger, che
potrebbe essere di Juliana Hatfield, e` sospinta da sincopi e distorsioni
vigorose. Ma il carattere del gruppo e` dato soprattutto dal canto:
sul caos armonico di Lucky, la voce di Toomey si libra forte e incrocia
quella degli altri in un fuoco pirotecnico di armonie vocali;
e in Water's Edge su un ritmo concitato alla Siouxsee le due voci femminili
imbastiscono un racconto drammatico duellando in acuti e in urla quasi stonate.
Toomey cresce enormemente come cantante e leader, tanto che
gli Tsunami di The Heart's Tremolo (Simple Machines, 1994)
sembrano la risposta di Washington sia ai Beat Happening sia alle Indigo Girls.
La personalita` introversa e acerba di Toomey si esprime tanto in
canzoni semplici e malinconiche come
Loud Is As Loud Does, quanto in composizioni scontrose
(il tono lamentoso e le chitarre strimpellate meccanicamente di
Quietnova,
gli scatti nevrotici` di Slaw) che hanno qualcosa di profondamente
malato.
La lenta e onirica dissolvenza di Cowed By The Bla Bla, in cui si nasconde
una trepida melodia, fa persino pensare ai miracoli armonici di Luna e Mazzy
Star, a quelle canzoni che riescono a scovare la poesia anche nelle gelide
geometrie dei grattacieli. Se Be Like That rappresenta l'apice di
comunicativita` di questo metodo di non comunicare,
la title-track rappresenta l'estremo opposto, un sound cosi` degradato e
demotivato da diventare violento.
Forse soltanto il frenetico flamenco che fa da sfondo per il
lamento contrito di Le Bride D'Elegance
conserva l'elettricita` naif del primo album.
Il gruppo non finisce di mostrare nuove facce: Fast Food Machine e` una
ballata jazzata che nasce dall'incrocio fra la Joni Mitchell di Court And
Spark e il Tim Buckley di Starsailor.
Ancora una volta siamo nel campo di un rock suonato in maniera volutamente
trasandata, badando piu` al contenuto che alla forma.
E` soltanto in questo atteggiamento che si nota la parentela con la grande
tradizione del punkrock di Washington.
Nel 1995 Jenny Toomey (che ha suonato anche con i Grenadine) sente il bisogno di cantare senza
essere sommersa dal rumore strumentale e da` vita al progetto collaterale dei
Liquorice. Sul singolo Stalls (Simple Machines) e sull'album
Listening Cap (4AD, 1995), coadiuvata alla produzione da Warren Defever (His Name
Is Alive), Toomey veste cosi` i panni della cantautrice acustica. In
Team Player ricorda persino la Joni Mitchell dell'epoca d'oro. Non ha paura
di sperimentare con il banjo del country in Cheap Cuts
e con il sintetizzatore della new wave in Blew It, ma nella sostanza
e` regredita al formato umile e spartano del folk.
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