Unsane, formed by
Jon's brother Chris Spencer and drummer Charlie Ondras,
concocted a dissonant and violent form of rock'n'roll that borrowed the sheer
impetus of hardcore but emptied it of any emotion and melody.
The catastrophic riffs, hammering rhythms and uncontrolled vocals of
Unsane (1991) performed glacial and relentless surgery
on the body of a zombie. Cascades of atrocious sounds destabilized
its songs and generated a form of hysterical tribalism. Compared with
Sonic Youth, the music was spasmodically tragic, not calmly intellectual.
Vincent Signorelli replaced Ondras (who had died prematurely) on
Total Destruction (1994), another work drenched in superhuman angst,
another bleak, claustrophobic, painful vision of subhuman life.
Even compared to the extreme sound of Big Black, Unsane's music was a further step down the stairway to hell, and the damned weren't even crying anymore.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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Gli Unsane erano un gruppo di New York, uno dei massimi degli anni '90, che
indovino` uno stile ferocemente innovativo anche se innestato sulla pianta
vetusta del rock'n'roll. La violenza era quella dell'hardcore, ma come privata
di emozioni. Ogni canzone era un gelido e insistente attacco alle budella,
che lasciava ben poco di melodico dietro di se`.
Gli Unsane partivano dal "noise-rock" di New York, ne aumentavano il volume
e la frenesia, lo trasformavano in un uragano frastornante e fragoroso di
gesti musicali fuori misura, e lo sposavano alle atmosfere angosciate e
apocalittiche dei Big Black.
Il risultato fu una delle musiche piu` potenti e agghiaccianti della fine
del secolo.
Gli Unsane si formarono al Sarah Lawrence College di Bronxville nel lontano
1984 per opera del cantante e chitarrista
Chris Spencer (fratello del piu` famoso
Jon Spencer), del bassista Peter Shore e del
batterista Charlie Ondras (poi anche nei
Boss Hog) .
Ci sarebbero voluti sette anni per riuscire a registrare un album.
Nel frattempo uscirono diversi singoli. Fin dal primo singolo del 1989
la sequenza martellante di frasi minimaliste della chitarra che anima
Burn (Treehouse) non lascio' dubbi: gli Unsane erano
discepoli (ancor piu' fragorosi e sgraziati) degli Sonic Youth.
La "musicalita'" perversa di This Town scaturisce da un trascinante riff di
basso che cozza contro le improvvise sortite atonali della
chitarra; e' proprio dai loro duelli che prende corpo la cadenza formidabile del
brano. Sul retro, Urge To Kill, Spencer emette le sue urla bestiali in un
paesaggio di atonalita' chitarristiche assordanti, fatte detonare e lasciate
rimbombare su un battito regolare della batteria.
Nel 1990 usci' Concrete Bed (Glitterhouse), altra corsa mozzafiato di
dissonanze. Spencer continuava a usare la chitarra come un fucile automatico,
e a pizzicare le corde della chitarra come se premesse grilletti.
Dello stesso anno e' la registrazione del singolo My Right (pubblicato
soltanto nel 1992 dalla PCP con Jungle Music e Blood Boy), in cui Spencer
accentuava ulteriormente il suo logorroico e anti-narcissista terrorismo
strumentale, occultando tutto il resto.
Unsane (Matador, 1991)
e' un'esplosione incontrollata di gloriosi riff catastrofici e tornado
ritmici. L'impasto densissimo, l'intensita' tragica, le sonorita' devastanti
li pongono in cima all'Olimpo dei nuovi dei del "noise-rock". Come anticipato
dai singoli, gli elementi che compongono il loro sound sono le grida sconnesse
di Spencer (spesso filtrate per aumentarne l'effetto), il rombo vibrante di
Shore (l'unico componente melodico dell'armonia), l'incedere martellante di
Ondras (un incrocio fra il gamelan, una mandria di elefanti in fuga e un
concerto di presse, accelerato e stravolto da una potente overdose) e
l'onnipresente baccano stridente della chitarra di Spencer.
In tanto tumulto, nei tribalismi isterici di Organ Donor, nelle grida
terrorizzate di Vandal-x, nel riff sovrumano di Maggot, nelle distorsioni da
trapano elettrico di Bath, nelle cascate di atrocita' alla Sonic Youth di
Craked Up, trionfa la tradizione rumoristica di MC5, Chrome, Big Black, Jesus
Lizard. Non c'e' piu' che un accenno di melodia, e quell'accenno arriva
quando ormai il rito e' stato consumato, e non rimane che un cadavere d'armonia
da spolpare. La loro generazione e' quella "cyberpunk", e lo si capisce nei
deliri di dissonanze e cadenze rituali di HLL.
Sono brani che non hanno uno svolgimento razionale, anzi non hanno proprio uno
svolgimento: sono soltanto eruzioni incontrollate di suoni.
Exterminator erige un'atmosfera di terrore stratificando rumori chitarristici
fastidiosi su un ritmo sincopato e la coda si avvale di un fuzztone che cresce
rapidamente fino a diventare un ronzio assordante.
Fanno eccezione Aza-2000, che potrebbe essere un brano di heavymetal, e il
pow-wow sguaiato di Action Man, che acquista persino consistenza di battuta
in battuta (invece che svanire nelle solite catastrofi nucleari), e potrebbe
essere il capolavoro.
L'unico momento di relativa quiete viene alla fine, White Hand, ma sembra di
assistere all'introduzione thriller di Kerosene (quella dei Big Black)
piuttosto che a una jam di acidrock (anche se il formato e' quello della
seconda). La citazione e' piu' diretta ancora in Cut, che prepara la stessa
tensione elettrica, ma, di nuovo, non esplode; o, meglio, esplode nel senso
letterale del termine, di far scomparire la musica in un eccesso di rumore.
Sull'opera regna sovrano un senso di tragedia degno di un documentario
sull'olocausto.
I loro fantasmi interiori sono fatti di carne e sangue, e sono cannibali.
La morte di Ondras per overdose (nel 1992, a ventisei anni) segna a lutto
la carriera del trio piu' efferato d'America. Vincent Signorelli (ex Swans,
Foetus e Lubricated Goat) ne prende comunque presto il posto.
Total Destruction (Matador, 1994) e' un altro
lavoro della stessa statura.
Spencer, Shore e Signorelli costituiscono un
trio perfettamente affiatato e, nonostante le cacofonie esasperate, sempre piu`
sofisticato. Il sound glacialmente brutale del primo disco viene messo al servizio di
partiture piu` complesse e altrettanto spigolose.
L'attacco congiunto di chitarra e basso crea fin da Body Bomb
(uno dei loro capolavori) la chiave
solenne, marziale, superominica in cui si svolge tutta l'opera.
Il disco inizia di fatto con quello che e' il suo vertice tragico e minaccioso.
Sono suoni che evocano scenari minacciosi e opprimenti oltre ogni dire.
Piu' che New York viene in mente Chicago, la Chicago dei Big Black.
La parentela fra Albini e Spencer e' evidente in Broke, nella quale la
chitarra batte amelodica, a folate, per poi librarsi in due accordi due di
melodia. Di pari passo con Slint e Don Caballero gli Unsane stanno
rifondando il concetto stesso della partitura strumentale di un brano rock
in brani come Black Book, con la voce sempre meno udibile, sempre
meno essenziale, ma al tempo stesso con la tensione sempre piu' spasmodica,
in un selvaggio, denso e brutale maelstrom; come in
Get Away, concitatissima, in cui il trio perde la sua monolitica geometria
e chitarra e basso imbastiscono un piccolo capolavoro di contrappunto;
o in Dispatched, con un fenomenale lavoro di batteria e basso che imita
l'avanzare di un'armata di panzer e un susseguirsi di scosse telluriche.
Sono degli spettacoli di rara potenza, come guardare Cassius Clay che prende a
botte un bambino.
Quell'arte catastrofica di suoni scuri e malvagi culmina forse in Trench,
una lenta, metodica sarabanda che nasce all'incrocio fra Black Sabbath, i primi
(cupissimi) Swans e i primi (minimalisti) Sonic Youth.
Nessuno come loro sa trasformare in musica l'assenza di Dio. Ogni sfumatura
del dolore che emana dalla condizione umana ha un corrispettivo, altrettanto
devastante, nel loro manuale d'armonia.
In Straight, uno degli attacchi piu' vertiginosi, la chitarra tritura la
melodia in una sequenza di accordi ripetuta monotonamente e poi si lascia
andare a una lunga, sorda distorsione, affogata nel mix, mentre il basso e la
batteria incalzano frenetici con un misto di terrore e di tribalismo.
L'effetto e' dirompente, inebriante e, al tempo stesso, deprimente; come una
dose di eroina.
Gran parte dell'unicita' del loro sound e' dovuta al ruolo giocato dalla
chitarra: un ruolo eminentemente "percussivo", come nei primi Sonic Youth, che
rifugge dagli assoli, come nell'hardcore, e accordata (anzi, scordata) in
maniera ispida (il suo timbro e' l'equivalente sonoro del filo spinato);
suonata per lo piu' in arpeggi tanto rapidi quanto dissonanti.
In piu' la chitarra fa spesso il basso, ripetendo metodicamente un frammento di
melodia, per cui alla fine sembra che la canzone sia suonata senza la chitarra.
L'effetto drammaturgico e' sempre sconvolgente.
I brani piu' "musicali", quelli piu' accessibili, nascondono nelle loro viscere
infuocate feti abortiti della tradizione rock:
S.O.S., che mutua qualcosa dai piu' sguaiati e rumorosi
baccanali degli Stones; Road Trip, nel quale una linea di basso mostruosa e
raffiche di staccato chitarristici in cascata non soffocano un riff finalmente
lineare, anche se non meno tetragono, roccioso, stentoreo;
e Wayne, che puo' essere considerato la loro versione del rock and roll.
Il motivo strumentale semplice, ripetuto all'infinito con un incedere stanco,
anemico, di Throw It Away fa pensare che anche gli Unsane siano stati
influenzati, mutatis mutandis, dai Codeine.
L'ultimo brano, 455, immerge invece gli Unsane nell'universo linguistico della
musica industriale, che trivella lento e implacabile.
Scattered Smothered And Covered (Amphetamine Reptile, 1995) e` un
lavoro un po' stanco che denota il bisogno di far evolvere il sound.
Chris Spencer e` rimasto l'unico membro originale degli Unsane, dopo l'abbandono
del bassista Pete Shore (sostituito da Dave Curran).
Lo stile cannibalesco di Scrape e Empty Cartridge conserva tutta la sua
mostruosa tensione, ma un blues degli abissi piu` infernali come Alleged fa
molta piu` paura. Il grunge maciullante alla Melvins, per riff titanici e
cadenze panzer, di Out e Get Off My Back e` efficace, ma forse la scossa
e` piu` forte quando gli Unsane si ricordano di essere un complesso di rock
and roll nella cavalcata travolgente di Blame Me.
Un disco degli Unsane e` sempre un'esperienza da cardiopalmo. Al di la` dei
gusti, le loro sonorita` sono estreme e terrificanti.
Se il precedente aveva
deluso quanti li consideravano i colossi del noise-rock,
Chris Spencer (il lider maximo)
rimedia con Occupational Hazard (Relapse, 1998),
una raccolta di cannonate al limite del death-metal.
Il drumming torrenziale, le pareti di distorsione e le urla sgolate di
Committed annunciano che i ragazzi sono di nuovo in ottima forma. E
This Plan corona il ritorno con una tempesta di riff corazzati che non concede
respiro, seguita dalle cavalcate non meno arcigne e marziali di Stop e
Sick e dall'apoteosi superominica di Lead.
Dal bailamme generale si salvano brani piu` articolati, come Over Me e
Hazmat, che pero` fanno sempre leva sul frastuono piu` orrendo,
semplicemente organizzato attorno alla suspence invece che alla violenza brada.
Sonorita` sempre piu` ispide trafiggono Take In The Stray e
Smells Like Rain, che sono rompicapo esistenziali piu` che canzoni.
Le trame si smagliano, i riff deragliano, la voce si perde nei meandri della
propria disperazione: cio` che rimane a troneggiare sulla desolazione e`
la pulsazione assordante della sezione ritmica.
Vincent Signorelli (quello di Swans e Foetus) alla batteria fa una differenza
enorme: il disco e` per meta` suo. Dave Curran al basso compie prodigi da
veterano.
Disco tutt'altro che perfetto, segnalava una crisi senza uscita.
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