Dalla pagina dei VAST di Piero Scaruffi:
VAST è il progetto del polistrumentista Jon Crosby con sede a San Francisco. Visual Audio Sensory Theatre (Elektra, 1998) è un esercizio di melodramma indiscriminato e arrangiamenti pretenziosi. Here si apre con archi sinfonici in stile Moody Blues ma viene presto sopraffatto da riff di chitarra accattivanti e da un ritmo industriale pesante che muta in un ritmo di batteria tribale e in un groove mediorientale. Il canto enfatico e gli spasmi ricorrenti di una fitta orchestrazione evocano la versione per tutti i gusti dei Nine Inch Nails o la naturale evoluzione del rock progressivo degli anni '70 (Yes, EL&P, King Crimson). La tentazione si crogiola nella stessa ambiguità.
Il metodo è rappresentato al meglio da Dirty Hole, che vanta un organo che costruisce l'intensità di un requiem e cori che ricordano un pow-wow indiano. Altrettanto avvincenti, I'm Dying e The Nile's Edge mescolano canti gregoriani e il crooning di tipo spirituale di Crosby (Bono degli U2 come front-manifest dei Deep Forest o degli Enigma) su un ritmo tonante.
Touched abbina un campionamento in loop de Le Mystere Des Voix Bulgares con un potente attacco hard-rock.
L'equilibrio tra rock e musica sintetizzata è interrotto da Pretty When You Cry, un ipnotico brano beat-driven rivolto alle discoteche, dal facile groove mediorientale di Somewhere Else To Be, e da Flames, un lugubre brano d'archi madrigale. Il tenebroso paesaggio sonoro di You evoca un'atmosfera gotica e segna l'apice degli arrangiamenti di Crosby: non magniloquenza ma sensibilità.
Jon Crosby utilizza tutto ciò che la tecnologia gli consente di inventare un nuovo tipo di melodramma pop.
Qualunque fosse l'ambiguità stilistica rimasta, venne sbaragliata da Music For People (Elektra, 2000), un album che profuma di dance-rock degli U2 dalla doppietta di Free e The Last One Alive. Gli archi sommergono le ballate strazianti I Don't Have Anything e We Will Meet Again, mentre la magniloquenza trabocca da Land Of Shame.
Tutto sommato, il disco-beat di What Else Do I Need (con campionmenti di coro medievale) e lo shuffle sincopato di My TV and You se la passano molto meglio. Crosby ha optato per un suono raffinato e accessibile che rinuncia alla cacofonia e si concentra sulle melodie. Come esperimento di arena-rock radiofonico, l'album è certamente sorprendente; ma è pur sempre ancora arena rock radio friendly.
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