Summary.
Maryland's Velocity Girl
synthesized the new sounds of their time: Sonic Youth's noise-rock,
Uncle Tupelo's alt-country, Pavement's lo-fi dynamics.
The dissonant pop of Copacetic (1993) was a study in contrast:
effervescent tempos, wildly off-key guitars, Sarah Shannon's seductive pop-soul register, naive melodies; and Simpatico (1994) merely capitalized on
the primitive style of strumming/jamming that they had invented to produce
postmodernist dissection of pop, soul and even jazz clickes.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|
I Velocity Girl furono fra i portavoce del lo-fi pop quando ancora non si
chiamava cosi`. Di fatto funsero da raccordo fra il noise-rock dei
Sonic Youth e l'alt-country degli
Uncle Tupelo ai tempi in cui regnava il college-rock.
Fornirono insomma una sintesi del loro tempo, e lo fecero senza sacrificare
troppo l'aspetto lirico.
Il gruppo si formo` a Silver Spring, nel Maryland, sulle ceneri dei
Big Jesus Trashcan.
Archie Moore (chitarra), Kelly Ryles (basso) e Brian Nelson
(chitarra), un batterista e una cantante registrarono i
singoli Clock (Slumberland) e I Don't Care If You Go, entrambi con Bridget
Cross al canto (futura Unrest),
e soprattutto My Forgotten
Favorite, motivo melodico sostenuto da un forte rumore
chitarristico, prodotto in maniera volutamente amatoriale, che divenne subito
un bestseller dei circuiti alternativi.
Le prime registrazioni vennero raccolte sull'EP Velocity Girl (Slumberland, 1993).
I tratti distintivi di quelle canzoni erano due: il soprano di Sarah Shannon,
capace di spaziare dal tenue sperimentalismo di Elizabeth Frazer
(Cocteau Twins)
al feroce registro soul di Sinead O'Connor, e le armonie chitarristiche,
che vantano un campionario praticamente inesauribile di distorsioni, arpeggi,
tremoli e trucchi assortiti, nella tradizione degli "shoegazer" britannici.
L'accoppiata fra i gorgheggi rinascimentali della prima e i tumulti dissonanti
dei secondi costituiva l'essenza delle loro canzoni.
Quel pop dissonante ed eseguito in maniera volutamente amatoriale venne
consacrato dall'album Copacetic (SubPop, 1993), un esercizio quasi
archetipico nell'avvolgere un sudario di "texture" chitarristiche e ritmi
spigolosi attorno a una melodia accattivante.
Il nuovo hit e` Crazy Town, un'effervescente filastrocca della chitarra
accompagnata da gorgheggi soul del canto, con un andamento ondeggiante che si
presta al ballo. L'idea e` persino orecchiabile in Pop Loser.
Il brano ad effetto e` invece Pretty Sister, in cui il contrastro fra il
canto aulico e le devastazioni strumentali da` luogo a una sequenza mozzafiato
di pause ed esplosioni.
A funzionare e` pero` soprattutto la suggestione del canto straniante e
seducente di Shannon, che in A Chang viene lasciato libero di librarsi nel
registro di soprano piu` acuto su una
nuvola di riff turpissimi, e nell'atmosfera onirica di Here Comes canticchia
in trance una ninnananna alla Velvet Underground.
Il tornado cacofonico alla Sister Ray di Living Well e il girotondo di
57 Waltz,
sommerso nelle distorsioni, rappresentano invece il lato piu` violento della
loro arte, fino all'apice sperimentale di Catching Squirrels,
sorta di White Rabbit con Shannon al posto di Slick, ma un analogo incedere
circolare ed ipnotico. Vertice di rumore (e di pressapochismo) e` lo
strumentale Candy Apples, suonato come un nastro stropicciato.
Il pop frizzante e adolescenziale di Audrey's Eyes e` in effetti l'unico caso
in cui i Velocity
Girl rispettano le convenzioni del genere: in generale nel loro opus a stonare
non e` il rumore degli strumenti, ma il canto intonatissimo di Shannon.
Quel canto e` spesso lasciato in secondo piano, dietro il disordine strumentale,
completamente slegato dal resto, appena percettibile, quasi fastidioso nella
sua perfezione timbrica.
Simpatico (Subpop, 1994) e` un lavoro molto piu` musicale, anche se
forse meno "anthemico":
porta a maturazione quel sistema armonico, privilegiando l'aspetto
melodico sullo spirito "giovanile" e irriverente del primo album.
In There's Only One Thing Left To Say i
Velocity Girl si ispirano alle loro canzoncine esuberanti dei Belly, in
Tripping Wires sembra di ascoltare una soffice aria di Broadway degli anni
'50, in I Can't Stop Smiling le eteree armonie vocali dei Mamas & Papas,
e in Rubble lo spensierato romanticismo di Dusty Springfield.
Non tutto e` cosi` semplice: dalla parentesi tragica di Drug Girls
a Labrador, che ritorna ai toni estatici del primo album, da
The All-Consumer, una ballata che piacerebbe a Juliana Hatfield,
al jazz notturno di Hey You Get Off My Moon, da far invidia a Rickie Lee
Jones, il gruppo dimostra di avere molte carte da giocare per il futuro della
propria carriera.
Il ruolo della chitarra e` ora preminente: e` il suo strimpellio da trance
a rendere originali e personali quelle canzoni, sono i suoi ritornelli
a dettare la melodia principale. Sorry Again, adatta alla diffusione
radiofonica di massa, rappresenta la perfezione di quel metodo pop.
In un certo senso a farne le spese e` il canto, che non e` piu` protagonista,
ma semplice veicolo per le melodie.
Disco piu` professionale, che centra tutti i bersagli, Simpatico
sembra l'album di una promessa dell'AOR invece che di un gruppo alternativo.
In tal senso segna un netto progresso ma anche un mezzo tradimento.
Continuando quella parabola,
i Velocity Girl divennero definitivamente adulti con
Gilded Stars And Zealous Hearts (SubPop, 1996), album
eseguito da una prospettiva piu` adulta e tradizionale.
Il pop di Gilded Stars e Zealous Heart suona cosi`
altisonante. Lo spirito sbarazzino di un tempo si ritrova per qualche istante in
Finest Hour e Go Coastal, ma poi viene sommerso da canzoni sempre
piu` pompose. Il ritornello piu` orecchiabile, quello di Nothing sa di
elegia country, e non e` un caso: l'intero disco da` la sensazione di un ritorno
alle radici, di una attempata ravvedutezza, che le armonie vocali di
Just Like That e It's Not For You proiettano nel mondo domestico e
rurale, ben lontano dai quartieri punk.
|