Summary.
Magazine's bassist Barry Adamson (1) became a prominent "auteur" of atmospheric music. Moss Side Story (1989) and Soul Murder (1992), performed by a star-studded cast on vocals, electronic keyboards and chamber ensemble, were "imaginary soundtracks" that appropriated the sounds of bebop jazz, film-noir soundtracks and lounge music.
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Barry Adamson (Manchester, 1958), il bassista di colore dei
Magazine e dei
Bad Seeds,
e` diventato negli anni '90 uno dei compositori piu` colti e originali della
Gran Bretagna, soltanto superficialmente imparentato con la musica rock.
Le sue partiture atmosferiche e melodrammatiche, talvolta per piccola orchestra
e talaltra per ensemble da camera, ne hanno fatto un piccolo Ennio Morricone
dell'evo ambientale.
L'EP Man With The Golden Arm (Mute, 1988) presento` le sue inclinazioni
per le colonne sonore del cinema, che infatti divennero la sua attivita`
principale.
Il disco che rivelo` il suo eclettico stile di arrangiamento fu
Moss Side Story (Mute, 1989).
Coadiuvato da
un "cast" d'eccezione (fra cui Marcia Schofield dei Fall, Rowland Howard e
Diamanda Galas), il compositore e direttore trasmette le sue ossessioni
musicali: il bebop, i film noir degli anni '40 (l'atto unico per voce ed
elettronica di Everything Happens To Me), i temi di James Bond (quella
mini-sinfonia di Sounds From The Big House), il rock and roll
(Autodestruction) e le melodie languide da cocktail lounge (l'interludio
per pianoforte di On The Wrong Side Of Relaxation).
La musica viene composta seguendo un processo anche troppo programmatico di
decostruzione e assemblaggio.
In Under Wraps il monologo nervoso del sassofono e` sotteso da
minacciose frasi di archi sintetici (degne dei primi King Crimson) su cui si innesta un tema leggero alla
James Bond.
In The Most Beautiful Girl In The World sassofono e organo ingaggiano un duetto
jazz sotto i colpi sferzanti di una cadenza industriale. La musica diventa un flusso di coscienza di reperti
del passato e scorre come un sogno surrealista.
L'EP The Taming Of The Shrewd (Mute, 1989),
le colonne sonore (vere) per i film Delusion (Mute, 1991)
e Shuttle Cock (inedita) e poi quella (condivisa con
Mascis)
per Gas Food And Lodging non riuscirono a ripetere il miracolo, ma
continuarono un'importante ricerca sulle fonti sonore.
Quella ricerca diede i primi frutti su
Soul Murder (Mute, 1992),
sia pur da una prospettiva "post-moderna" (ovvero di citazioni e manipolazioni)
e con venature autobiografiche (numerosi i testi, tutti da brivido, una cosa a
meta` fra il reportage dei notiziari e il radiogramma degli anni '60).
In Split sassofono, tromba, pianoforte e contrabbasso non fanno che
"recitare" parti perfettamente jazz, sia pur scollegate l'una dall'altra.
Suspicion e` un'ouverture orchestrale alla Zappa che prende lo spunto dai
serial televisivi; Checkpoint Charlie usa allo stesso fine i metodi del
synthpop. Reverie e` invece una romantica serenata new age per piano ed
elettronica, e On The Edge Of Atonement rifa` il verso alle orchestre
di musica leggera. Nonostante la suggestione di alcuni spunti (soprattutto le
partiture strumentali), l'opera e` troppo frammentaria ed episodica per essere
considerata completamente riuscita.
Il mini-album The Negro Inside Me (Mute, 1993) conferma
infatti i limiti della sua operazione: per non ripetersi, e forse per raggiungere un pubblico piu` ampio,
Adamson incorpora i ritmi della musica da ballo, con risultati quantomeno goffi.
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Adamson's conversion to dance music was sealed by
Oedipus Schmoedipus (Mute, 1996).
Its "songs" have replaced most of the "cinematic", noir quality with
loud and frantic body movement. However, there is continuity between his
imaginary soundtracks and these bodily pieces: Adamson's compositional technique
has merely migrated to a different realm.
The shuffle Set The Controls For The Heart Of The Pelvis is a
"collage" of funky beats, soul strings and gospel choir.
A more syncopated, quasi hip-hop rhythm, new-agey strings,
a jazzy organ and trombone refine Something Wicked This Way Comes.
But, soon, the madness takes over the method:
Adamson even indulges in the slow, romantic lounge music of
The Vibes Ain't Nothin' But The Vibes and in the soul ballad
Achieved In The Valley of Dolls.
The experiments make up a secondary album
Business As Usual: a sampled phone conversation,
pounding drums, shrill dissonances,
seven-minute Dirty Barry progression
cacophony, ghostly echoes, free-jazz horns, African percussions...
a jungle emerges from the desert
Then there's Adamson's passion for jazz, that runs the gamut from
the dark, sleepy bebop of In A Moment of Clarity to
the grotesque big-band swing of The Big Bamboozle,
a cross between Harry Mancini and Frank Zappa.
The only moment of pathos comes when Nick Cave intones the bleak Doors-ian
threnody of Sweetest Embrace. The rest is fluff, albeit elegant fluff.
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Intanto Adamson ha finalmente realizzato il suo sogno privato ed e` diventato
compositore di colonne sonore di primo piano, come
Natural Born Killers per Oliver Stone
e Lost Highway per David Lynch.
L'avvicinamento al formato convenzionale della canzone culmina invece con
As Above So Below (Mute, 1998), composto durante una convalescenza,
E` il primo album della sua carriera in cui canta.
Forse non e` un caso che questo e` anche l'album in cui si sublima il tema
che era stato anche dei precedenti, ma piuttosto ermeticamente:
la lotta dell'individuo contro se stesso.
Fra psicanalisi freudiana e filosofia di Schopenhauer,
con toni quasi biblici e sovratoni quasi da messa nera,
Jazz Devil (uno dei suoi vertici), Deja Voodoo e
Come Hell Or High Water discutono dei massimi sistemi con l'aria
di chi e` appena tornato fra i vivi.
Here I Stand sembra quasi Leonard Cohen alla presa con un canto
gregoriano.
Sia questo disco sia il precedente soffrono soltanto del fatto di essere
cosi` frammentati e discontinui. Come spesso accade con i suoi dischi, sembra
di leggere un quaderno di appunti piu` che ascoltare un disco di musica, e
poco conta che gli appunti li abbia presi un genio della musica.
Intelligenza tragica e inquieta, ma non negativa, fantastica e fiabesca, ma non
idilliaca, Adamson con i suoi "mind movies" e le sue elaborazioni di Harry
Mancini, John Barry ed Ennio Morricone ha fornito soprattutto un testamento
sonoro al derelitto e angoscioso paesaggio urbano; ha coniato una sorta di
"musique noir". Piu` che ai thriller la sua opera rimanda ai romanzi di Kafka.
Ma la sua malattia di "faux film" lo ha portato a una carriera di "faux auteur"
specializzato in falsi d'arte. I dischi di Adamson sono pieni di stereotipi
interpretati in maniera profondamente impersonale, e questo e` anche il limite
di fondo di tutti i suoi dischi.
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The Hymn Of The Seventh Illusion on the EP Motorlab #3 (Kitchen Motors, 2001) is a composition
by Barry Adamson and Pan Sonic for Iceland's Hljomeyki Choir. The music is austere and ghostly in the best
tradition of Gyorgy Ligeti and Arvo Part.
The album includes a remix done by Hafler Trio.
The King of Nothing Hill (Mute, 2002) is
another over-produced work of lounge music, that mostly sounds like
the orchestral funk-soul sound of the 1970s (Cinematic Soul,
Whispering Streets, Black Amour)
or the Broadway musicals of the 1950s (That Fool was Me).
The sound effects in The Crime Scene make Pink Floyd's
Dark Side of the Moon sound like a work of genius.
To make things worse, Adamson sings, and his crooning makes you miss even
Bryan Ferry.
Stranger On The Sofa (Central Control, 2006) is another product of
Barry Adamson the songwriter (as opposed to the imaginary-soundtrack sculptor).
Theresa Green, The Long Way Back Again and You Sold Your Dreams are unpretentious melodic and rhythmic artifacts.
The instrumentals Dissemble and The Sorrow and the Pity sound
more like fillers than the descendants of his heroic soundtracks.
The creative jams Free Love and Officer Bentley's Fairly Serious Dilemma offer plenty of ideas but not quite a center of mass.
Back to the Cat (Central Control, 2008) is spineless muzak for the
new century: songs (not instrumentals) that hark back to Bacharach and soul
balladry. The instrumental Shadow Of Death Hotel provides one of the
few moments of relief.
I Will Set You Free (2012) contains even less value
(The Trigger City Blues).
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