- Dalla pagina su Barry Adamson di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
La conversione di Adamson alla musica ballabile è sancita da Oedipus Schmoedipus (Mute, 1996), le cui canzoni sostituiscono la maggior parte della qualità "cinematografica" e noir con frenetico e rumoroso movimento corporeo. Comunque, c’è pur sempre continuità tra le sue immaginarie colonne sonore e questi pezzi più corporei. La tecnica compositiva di Adamson è semplicemente migrata verso un regno differente. La confusionata Set The Controls For The Heart Of The Pelvis è un collage di beats funky, venature soul e cori gospel. Un ritmo più sincopato, vicino all’hip-hop, atmosfere che ricordano la new-age, organo jazz e trombone delineano Something Wicked This Way Comes. Ma, ben presto, la follia succede al metodo: Adamson indulge anche nella lenta, romantica e oziosa musica di The Vibes Ain't Nothin' But The Vibes e nella ballata soul di Achieved In The Valley of Dolls. Tali esperimenti danno vita al secondario album Business As Usual: una conversazione telefonica campionata, batterie martellanti, acute dissonanze, i sette minuti di progressione cacofonica di Dirty Barry, echi spettrali, trombe da free-jazz, percussioni che ricordano l’Africa… un jungle che emerge dal deserto. C’è poi la passione di Adamson per il jazz, che percorre strade che vanno dallo scuro e sonnacchioso bebop di In A Moment of Clarity al grottesco swing da big-band di The Big Bamboozle, un incrocio tra Harry Mancini e Frank Zappa. Il solo momento di pathos arriva quando Nick Cave intona la lugubre e lamentosa Sweetest Embrace, in stile Doors. Il resto è inconsistente, elegante ma pur sempre inconsistente.
Intanto Adamson ha finalmente realizzato il suo sogno privato ed e` diventato compositore di colonne sonore di primo piano, come Natural Born Killers per Oliver Stone e Lost Highway per David Lynch.
L'avvicinamento al formato convenzionale della canzone culmina invece con As Above So Below (Mute, 1998), composto durante una convalescenza, E` il primo album della sua carriera in cui canta. Forse non e` un caso che questo e` anche l'album in cui si sublima il tema che era stato anche dei precedenti, ma piuttosto ermeticamente: la lotta dell'individuo contro se stesso. Fra psicanalisi freudiana e filosofia di Schopenhauer, con toni quasi biblici e sovratoni quasi da messa nera, Jazz Devil (uno dei suoi vertici), Deja Voodoo e Come Hell Or High Water discutono dei massimi sistemi con l'aria di chi e` appena tornato fra i vivi. Here I Stand sembra quasi Leonard Cohen alla presa con un canto gregoriano. Sia questo disco sia il precedente soffrono soltanto del fatto di essere cosi` frammentati e discontinui. Come spesso accade con i suoi dischi, sembra di leggere un quaderno di appunti piu` che ascoltare un disco di musica, e poco conta che gli appunti li abbia presi un genio della musica.
Intelligenza tragica e inquieta, ma non negativa, fantastica e fiabesca, ma non
idilliaca, Adamson con i suoi "mind movies" e le sue elaborazioni di Harry
Mancini, John Barry ed Ennio Morricone ha fornito soprattutto un testamento
sonoro al derelitto e angoscioso paesaggio urbano; ha coniato una sorta di
"musique noir". Piu` che ai thriller la sua opera rimanda ai romanzi di Kafka.
Ma la sua malattia di "faux film" lo ha portato a una carriera di "faux auteur"
specializzato in falsi d'arte. I dischi di Adamson sono pieni di stereotipi
interpretati in maniera profondamente impersonale, e questo e` anche il limite
di fondo di tutti i suoi dischi.
The Hymn Of The Seventh Illusion sull'EP Motorlab #3 (Kitchen Motors, 2001) è una composizione di Barry Adamson e Pan Sonic per il coro islandese da camera Hljómeyki.
La musica è austera e spettrale nella migliore tradizione di Gyorgy Ligeti e Arvo Part.
L'album include un remix realizzato dall'Hafler Trio.
The King of Nothing Hill (Mute, 2002) è un’altra sovrapproduzione di musica da camera che solo a tratti assomiglia al sound d’orchestra soul degli anni '70 (Cimatic Soul, Whispering Streets, Black Amour) o ai musical di Brodway degli anni '50 (That Fool Was Me). Gli effetti sonori di The Crime Scene fanno sembrare Dark Side of the Moon dei Pink Floyd un lavoro geniale.
A peggiorare le cose Adamson canta e il suo crooning fa addirittura rimpiangere Bryan Ferry dei Roxy Music.
Stranger On The Sofa (Central Control, 2006) è un altro prodotto di Barry Adamson come cantautore (in contrapposizione allo scultore di colonne sonore immaginarie). Theresa Green, The Long Way Back Again e You Sold Your Dreams sono artefatti melodici e ritmici senza pretese. Gli strumentali Dissemble e The Sorrow and the Pity suonano più come riempitivi che come discendenti delle sue eroiche colonne sonore. Le jam creative Free Love e Officer Bentley's Fairly Serious Dilemma offrono molte idee ma senza un centro di massa proprio.
Back to the Cat (Central Control, 2008) è un muzak senza spina dorsale per il nuovo secolo: canzoni (non strumentali) che rimandano a Bacharach e alle ballate soul. La strumentale Shadow Of Death Hotel fornisce uno dei pochi momenti di rilievo.
I Will Set You Free (2012) contiene ancora meno valore (The Trigger City Blues).
- Torna alla pagina su Barry Adamson di Piero Scaruffi -