Al versante piu` sperimentale della musica industrial-metal
appartengono gli svizzeri
Alboth!, un trio di pianoforte, basso e batteria che prende lo spunto dal rock
da camera dei Birdsongs Of The Mesozoic,
ma interpreta il crossover nella maniera delirante di John Zorn.
Lo stile del pianista Peter Kraut e` un misto dei cluster tonali di Schonberg
e del free-jazz di Cecil Taylor, quello di Michael Werthmuller (residente a
Berlino) alla batteria
e quello di Christian Pauli al basso sono un connubio esplosivo di jazz e di
speedmetal.
Nella piu` gloriosa tradizione del "progressive" tedesco gli Alboth! hanno
registrato alcuni dei dischi piu` rivoluzionari degli anni '90:
il mini-album Amour 1991 (Permis De Construire), registrato in
un solo giorno, il singolo Barschel, Moro, Rentsch
e l'album Liebefeld (Permis De Construire, 1992),
prodotto da Kevin Martin e suonato dal trio con l'aggiunta
di tre sassofonisti free-jazz e del cantante tedesco Daniel Lieder.
L'effetto a cascata di quelle masse sonore in rapido movimento e`
terrificante.
Le microscopiche piece strumentali del mini-album Amour 1991
(Permis De Construire) non hanno nulla da invidiare alla foga del punk-rock.
Esasperando gesti sonori della musica classica e del jazz, raggiungono livelli
demenziali di violenza. Lo strumento dominante e` il pianoforte, usato pero`
in maniera talmente percussiva da far passare in secondo piano la batteria.
I brani non hanno svolgimento drammatico, dinamica o altro: si limitano a
pestare sui tasti e sui tamburi fino allo sfinimento.
Villiger impiega ritmiche da martello pneumatico e
cascate torrenziali di accordi di pianoforte;
TT gioca in maniera infantile e clownesca con i tasti;
Diego Maradona lambisce il grindcore;
Un minimo di metodo si delinea nei brani che riescono a superare i tre minuti:
Dellper, costruito attorno a una serie di corse frenetiche
del pianoforte lungo scale jazzate, o Juerg Solothurnmann, uno degli
esperimenti piu` concettuali e dissonanti, o Estee Lauder, una jam di
free-jazz davvero caotico e frenetico.
Il canto e` limitato a qualche urlo da cavernicolo. Queste composizioni
tempestose ed epilettiche fanno sembrare i Neu un ensemble di musica barocca.
Dopo composizioni interlocutorie come i cinque brani del
mini-album Leib (Permis De Construire, 1993) e
i quattro brani dell'EP Yorn (Submission, 1995),
usci` il secondo vero album, Ali (Submission, 1996).
Stefano Villa scrive:
Secondo me hai un p• snobbato Ali. Io ho tutti i loro cd e penso che sia il loro migliore, il pi— devastante e maturo, dove tutte le componenti della loro musica vengono fuori al meglio: le accelerazioni di pianoforte alla Cecil Taylor, il cerebralismo dei King Crimson, le cacofonie degne degli Einsturzende Neubauten (Berger ad esempio) e gli psicodrammi memori degli Young Gods incrociati con gli assalti free di John Zorn nei Naked City. Il tutto insieme crea un genere nuovo che appartiene agli Alboth! al 100%, completando il discorso iniziato con l'ottimo Leibefeld.
Canzoni come Lalas e Freivogel sono memorabili, oltre che geniali.
Con la formazione ormai ufficialmente divisa fra Berna e Berlino,
il quartetto ha dato vita all'ancor piu` complesso, ma molto meno irruente,
Amor Fati (Submission, 1998).
Affermatisi un po' come gli Young Gods dell'era dei Napalm Death e dei Boredoms,
gli Alboth! hanno coniato un genere (che una rivista svizzera ha battezzato
"death-jazz") fra i piu` violenti e al tempo stesso fra i piu` influenzati
dal free-jazz.
Ecco La Fiera (1999) replaces the piano with electronics over five lengthy tracks.
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