Aurora
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Aurora...
The Land Of Harm And Appletrees , 7.5/10
Dimension Gate , 8/10
Project Pitchfork...
IO , 6/10
Dhyani , 6/10
Lam` Bras , 6/10
Entities , 6.5/10
Alpha/Omega , 5/10
!Chakra:Red! , 5/10
Eon:Eon , 5/10
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Il duo degli Aurora (Peter Spilles e Patricia Nigiani, entrambi membri dei Project Pitchfork) ha coniato una delle lingue piu` colte e creative del gotico teutonico.

Le ballad ambientali dell'album The Land Of Harm And Appletrees (Cleopatra, 1993) esprimono una visione del mondo tetra ma maestosa, che si esprime per collage camaleontici e atmosfere ancestrali.
L'ouverture Regression dal passo gracile e solenne, e` la prova migliore del loro melodismo sublime, degno della new age, che spesso s'impenna in memorabili ritornelli romantici. La title-track trasporta quel modello nel medioevo piu` fiabesco, grazie a un arrangiamento elettronico che da un lato inietta un crepitio di tintinni e dall'altro ripete a passo di valzer un'altra melodia commovente. Quest'arte visionaria ha lampi sia di folle surrealismo (gli echi di carovana nel deserto di Dream) sia di tenue impressionismo (i lampi di mare assolato di Floating Dolphins).
Il disco vanta momenti di rara suggestione e intensita`, come la danza marziale di Posen 1793, sospinta da un rullo tempestoso e da gorgheggi eterei, o la combinazione fra una fragorosa cadenza marziale e un drone continuo di monaci in Hereafter. Benche' il meglio lo ottengano quando impiegano il minimo delle risorse, il duo e` capace di agghindare i suoi lied altisonanti di poliritmi sintetici, di sincopi sinfoniche, di trilli minimalisti. La loro polifonia tocca vertici wagneriani nel gran finale trionfale di Crusaders e nell'incalzante contrappunto del suo doppio coro.
Le canzoni di Autora si affidano a una struttura oltremodo classica, ancorata a due principi di fondo: la costante coralita` dell'elettronica, che in ogni istante costituisce un tutto unico, e la centralita`, quasi spaziale, del canto, che pure non gioca un ruolo spettacolare. Opera sintetica e barocca, quella degli Aurora parte dalle intuizioni dei Dead Can Dance ma si spinge in meandri sempre piu` oscuri e indecifrabili, alla ricerca della via teutone alla comprensione del futuro.

La loro variante intensamente religiosa e gotica della musica cosmica ben si presta per la parabola metafisica di Dimension Gate (Hyperion, 1994). L'album e` sostanzialmente una raccolta di solenni lieder dell'apocalisse, ma al tempo stesso contiene una trama emotiva certosinamente calcolata.
Un mare convulso di accordi tragici e ossessivi delle tastiere e il recitato squillante, quasi "brechtiano", di Nigianii creano una tensione spasmodica nell'iniziale Solar.
Lo spirito della messa medievale dilaga in Legend Of Our Origin, aperto da un minimalismo percussivo nello stile del gamelan ma poi dominato dal tema grave (da cattedrale) del mellotron e dalle voci, sia il soprano aulico che conduce l'epico inno, sia quelle femminili che fanno il controcanto, sia quelle maschili nel registro del coro gregoriano.
L'intero arsenale della musica medievale (madrigale, saltarello, coro di voci bianche, tamburi marziali) e` dispiegato in Garden Of Temptation. Un vento postnucleare spazza il mantra tetrissimo di In Search Of The Unity, prima che il brano scivili nelle sue paludi di nenie arabe. Una spaventosa percussivita` propelle il bolero di Egypt. Nigianii canta con toni sempre piu` solenni della Shadow Land e l'orchestrazione di Spilles lambisce eccessi degni del requiem di Verdi in The Marriage Of Heaven And Earth. Il funereo madrigale di Firenze, in un tripudio di flauto, viola e percussioni, appone come epigrafe gli immortali versi "Chi vuol esser lieto sia..."
L'intensita` di questi lieder nasce all'incrocio fra le arti drammatiche di Foetus, Laibach, Dead Can Dance e Art Bears.
La suite strumentale Fire/ Earth/ Water/ Air che suggella il disco al confine fra musica cosmica, techno e new age consacra uno dei dischi piu` metafisici dell'epoca, degno erede delle messe dei Popol Vuh.

Nel gotico industriale anche Project Pitchfork ha pochi rivali. Si tratta in pratica del duo di Peter Spilles e Dirk Scheuber, L'album IO (Metropolis, 1994) raccoglie le prime registrazioni su cassetta: Nuclear Attack (1986), The Damage (1986), Demonial Puppets (1987) e Landscape (1987). Renascence

Dopo la cassetta demo di Killing Nature Killing Animals (1990), uscirono Dhyani (Hypnobeat, 1991), con Vietnam e il singolo Psychic Torture. Conjure, tratto da Lam` Bras (Hypnobeat, 1992), fu il loro primo hit. Il sound era diventato nel frattempo piu` melodico e meno aspro.

Entities (Hypnobeat, 1992) e` un album sofisticato, le cui canzoni sono separate da interludi. E` anche il loro lavoro piu` esoterico. Il successo di Souls, loro vertice romantico, lancia definitivamente Project Pichfork nelle discoteche tedesche.

Carrion (Off Beat, 1993) e Renascence, compresa su IO (Metropolis, 1994), fanno ancora scalpore.

Nel 1995 Peter Spilles lascia Patricia Niagiani, ma le canzoni d'amore dell'EP Corps D'Amour (Candyland, 1995), come la title-track e Bodies, sembrano dedicate proprio a lei. Il sound si e` ulteriormente raffinato: le tastiere intessono un sottofondo atmosferico per le fragili fiabe di Spilles.

Alpha/Omega (Candyland, 1995) ricicla le stesse idee senza convinzione e non riesce a ripetere quegli exploit. E` gia` tempo di un'antologia retrospettiva, The Early Years (89-93) (Candyland, 1996)

Preceduto dal singolo En Garde!, esce !Chakra:Red! (Candyland, 1997), che rigurgita di ibridi stilistici grazie a spunti new age, heavy-metal e hip hop.

Aurora, formed by Project Pitchfork's members Peter Spilles and Patricia Nigiani, crafted two of the eeriest and most powerful works in the genre: The Land Of Harm And Appletrees (1993), typical of their bleak and majestic overtones, overflowing with memorable melodies and eclectic arrangements (symphonic, acoustic, danceable, dirge-like, and so forth). The apocalyptic lieder of Dimension Gate (1994) covered an even broader territory, evoking both medieval religious music and ancestral tribal music, mimicking at the same time cosmic, techno and new-age music, sounding like a meeting of Popol Vuh and Dead Can Dance in Sven Vath's studio.
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Project Pitchfork's industrial music becomes more accessible on Eon:Eon (EastWest, 1999), thanks to Juergen Jansen's samples and a more organized sound. The band now sounds like a melodic and danceable version of Nine Inch Nails.

The project seems to have lost any inspiration on the mediocre Eps Trialog (Metropolis) and View From A Throne, and on the album Inferno (Metropolis, 2003).

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