Il duo degli Aurora (Peter Spilles e Patricia Nigiani, entrambi membri dei
Project Pitchfork)
ha coniato una delle lingue piu` colte e creative del gotico teutonico.
Le ballad ambientali dell'album The Land Of Harm And Appletrees (Cleopatra, 1993) esprimono una visione del mondo tetra ma maestosa, che si
esprime per collage camaleontici e atmosfere ancestrali.
L'ouverture Regression dal passo gracile e solenne, e` la prova migliore
del loro melodismo sublime, degno della new age, che spesso s'impenna in memorabili ritornelli
romantici. La title-track trasporta quel modello nel medioevo piu` fiabesco, grazie a un arrangiamento
elettronico che da un lato inietta un crepitio di tintinni e dall'altro ripete a passo di valzer un'altra melodia
commovente. Quest'arte visionaria ha lampi sia di folle surrealismo (gli echi di carovana nel deserto di
Dream) sia di tenue impressionismo (i lampi di mare assolato di Floating Dolphins).
Il disco vanta momenti di rara suggestione e intensita`, come la danza
marziale di Posen 1793, sospinta da un rullo tempestoso e da gorgheggi eterei, o la combinazione
fra una fragorosa cadenza marziale e un drone continuo di monaci in Hereafter. Benche' il meglio
lo ottengano quando impiegano il minimo delle risorse, il duo e` capace di agghindare i suoi lied
altisonanti di poliritmi sintetici, di sincopi sinfoniche, di trilli minimalisti. La loro polifonia tocca vertici
wagneriani nel gran finale trionfale di Crusaders e nell'incalzante contrappunto del suo doppio
coro.
Le canzoni di Autora si affidano a una struttura oltremodo classica, ancorata a
due principi di fondo: la costante coralita` dell'elettronica, che in ogni istante costituisce un tutto unico, e
la centralita`, quasi spaziale, del canto, che pure non gioca un ruolo spettacolare. Opera sintetica e
barocca, quella degli Aurora parte dalle intuizioni dei Dead Can Dance ma si spinge in meandri sempre
piu` oscuri e indecifrabili, alla ricerca della via teutone alla comprensione del futuro.
La loro variante intensamente religiosa e gotica della musica cosmica ben si
presta per la parabola metafisica di Dimension Gate (Hyperion, 1994).
L'album e`
sostanzialmente una raccolta di solenni lieder dell'apocalisse, ma al tempo stesso contiene una trama
emotiva certosinamente calcolata.
Un mare convulso di accordi tragici e ossessivi delle tastiere e il recitato
squillante, quasi "brechtiano", di Nigianii creano una tensione spasmodica nell'iniziale Solar.
Lo spirito della messa medievale dilaga in Legend Of Our Origin, aperto
da un minimalismo percussivo nello stile del gamelan ma poi dominato dal tema grave (da cattedrale) del
mellotron e dalle voci, sia il soprano aulico che conduce l'epico inno, sia quelle femminili che fanno il
controcanto, sia quelle maschili nel registro del coro gregoriano.
L'intero arsenale della musica medievale (madrigale, saltarello, coro di voci
bianche, tamburi marziali) e` dispiegato in Garden Of Temptation. Un vento postnucleare spazza
il mantra tetrissimo di In Search Of The Unity, prima che il brano scivili nelle sue paludi di nenie
arabe. Una spaventosa percussivita` propelle il bolero di Egypt. Nigianii canta con toni sempre
piu` solenni della Shadow Land e l'orchestrazione di Spilles lambisce eccessi degni del requiem di
Verdi in The Marriage Of Heaven And Earth. Il funereo madrigale di Firenze, in un
tripudio di flauto, viola e percussioni, appone come epigrafe gli immortali
versi "Chi vuol esser lieto sia..."
L'intensita` di questi lieder nasce all'incrocio fra le arti drammatiche di Foetus,
Laibach, Dead Can Dance e Art Bears.
La suite strumentale Fire/ Earth/ Water/ Air che suggella il disco al
confine fra musica cosmica, techno e new age consacra uno dei dischi piu` metafisici dell'epoca, degno
erede delle messe dei Popol Vuh.
Nel gotico industriale anche Project Pitchfork ha pochi rivali.
Si tratta in pratica del duo di Peter Spilles e Dirk Scheuber,
L'album IO (Metropolis, 1994) raccoglie le prime registrazioni su
cassetta:
Nuclear Attack (1986), The Damage (1986),
Demonial Puppets (1987) e Landscape (1987).
Renascence
Dopo la cassetta demo di Killing Nature Killing Animals (1990),
uscirono Dhyani (Hypnobeat, 1991), con Vietnam e
il singolo Psychic Torture.
Conjure, tratto da Lam` Bras (Hypnobeat, 1992), fu il loro
primo hit. Il sound era diventato nel frattempo piu` melodico e meno aspro.
Entities (Hypnobeat, 1992) e` un album sofisticato, le cui canzoni
sono separate da interludi. E` anche il loro lavoro piu` esoterico.
Il successo di Souls, loro vertice romantico, lancia definitivamente
Project Pichfork nelle discoteche tedesche.
Carrion (Off Beat, 1993) e Renascence, compresa su
IO (Metropolis, 1994), fanno ancora scalpore.
Nel 1995 Peter Spilles lascia Patricia Niagiani, ma le canzoni d'amore
dell'EP Corps D'Amour (Candyland, 1995),
come la title-track e Bodies,
sembrano dedicate proprio a lei. Il sound si e`
ulteriormente raffinato: le tastiere intessono un sottofondo
atmosferico per le fragili fiabe di Spilles.
Alpha/Omega (Candyland, 1995) ricicla le stesse idee senza convinzione
e non riesce a ripetere quegli exploit.
E` gia` tempo di un'antologia retrospettiva,
The Early Years (89-93) (Candyland, 1996)
Preceduto dal singolo En Garde!, esce !Chakra:Red! (Candyland, 1997),
che rigurgita di ibridi stilistici grazie a spunti new age, heavy-metal e hip
hop.
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Aurora, formed by Project Pitchfork's members Peter Spilles and Patricia Nigiani, crafted two of the eeriest and most powerful works in the genre: The Land Of Harm And Appletrees (1993), typical of their bleak and majestic overtones, overflowing with memorable melodies and eclectic arrangements (symphonic, acoustic, danceable, dirge-like, and so forth). The apocalyptic lieder of Dimension Gate (1994) covered an even broader territory, evoking both medieval religious music and ancestral tribal music, mimicking at the same time cosmic, techno and new-age music, sounding like a meeting of Popol Vuh and Dead Can Dance in Sven Vath's studio.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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