Caspar Brötzmann
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Tribe , 5/10
Black Axis, 6/10
Last Home , 6/10
Der Abend der Schwarzen Folklore , 7/10
Koksofen , 7.5/10
Home , 6/10
Merry Christmas , 5/10
Zulutime , 5/10
Mute Massaker , 6/10
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Summary.
Caspar Brötzmann Massaker wed progressive-rock, jazz and psychedelic noise in a powerful and sophisticated kind of space-rock. The tentative Tribe (1987) merely introduced a revolutionary guitarists obsessed with Jimi Hendrix, but the four terrifying jams of Der Abend der Schwarzen Folklore (1992) roamed a moral "wasteland" that was beyond space-rock, and the apocalyptic Koksofen (1993) chronicled the end of the western civilization.
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Il chitarrista Caspar Brötzmann, figlio del sassofonista jazz, divenne presto un personaggio da culto, paragonabile per intensita` e virtuosismo a Jimi Hendrix, o quantomeno uno dei primi dopo Hendrix a rivoluzionare l'uso della chitarra, e al tempo stesso erede della foga punk-rock di un Greg Ginn (Black Flag).

Caspar Brötzmann si mette in luce nella scena di Berlino con un power-trio, i Massaker, con cui esegue musica ferocissima, tanto minimale nel suo sviluppo quanto massimale nella sua potenza (e forse ispirata a Glenn Branca).

Tribe (Zensor, 1987), registrato dal vivo in studio e contenente la loro sigla Massaker, oltre a The Tribe,
Tracks: The Tribe, Blechton, Massaker, Heavens Gate, The Call, Time, Paul, Bonker's Dance.

Black Axis (Zensor, 1989), con diversi numeri superbi (Hunter Song, Böhmen, Tempelhof),
Tracks: Die Tiere, Hunter Song, Böhmen, Mute, Templhof, Black Axis.

Last Home (Pathological, 1990), con papa` Peter Brötzmann al sassofono e al clarinetto e senza i Massaker, sono i primi lavori, che scaturiscono dalla fusione fra le sensibilita` di Young Gods e Einsturzende Neubaten.
Tracks: Die, Saurier Die, Talk To The Canoe Driver, Last Home, Little Man In The Boat, Doozandazzy, Yazzihamper, Witch Hazel In The Dark Afternoon, Fette Biester, Tantarabobs,

Der Abend der Schwarzen Folklore (Our Choice, 1992), contenente quattro lunghe jam, mette meglio a fuoco la sua estetica apocalittica. In pratica Brotzmann tenta di imitare Nick Cave, ma con l'ausilio di una tecnica chitarristica piu` radicale ed enfatica di quella di Bargeld. In Schwarze Folklore, per lo piu` recitata, sfigura un alquanto, ma in Bass Totem (dodici minuti) il suo baritono acquista vigore e i suoi terrificanti assoli creano la sensazione di una "waste land" morale. Le schitarrate si fanno ancor piu` micidiali in Sarah, soprattutto quando il ritmo si scatena. Il limite maggiore del disco e` il canto di Brotzmann.
Tracks: Schwarze Folklore, Bass Totem, Sarah, War Horse.

La chitarra domina finalmente il monumentale Koksofen (Homestead, 1993). Non piu` subalterno al canto, lo strumento e` libero di disegnare scenari apolittici e di trascendere in scale soprannaturali. L'epica Hymne (14 minuti) accompagna la recitazione con un vasto campionario di gesti sonori, dal caos piu` totale alla scansione di un orologio. Wiege (8 minuti) comincia in punta di piedi ma cresce rapidamente in una danza valpurgica. Il cerimoniale si fa ancor piu` sinistro con Kerkersong (11 minuti). Un tripudio di glissandi fa di Schlaf (11 minuti) un estenuante tributo a Jimi Hendrix. Koksofen (16 minuti) indulge in rumori "industriali", in truci rimbombi e suoni di distruzione, e aggiunge l'elettronica per affrescare uno scenario apocalittico degno delle suite elettroniche di Gordon Mumma e dei vortici demoniaci di Diamanda Galas. Il cupo suono teutonico di questo disco riporta alle atmosfere infernali degli Amon Duul.
La sezione ritmica di Eduardo Delgado Lopez (basso) e Danny Arnold Lommen (batteria) e` altrettanto protagonista in questi lavori.

Su Home (Thirsty Year, 1995) questa formazione riesegue brani dei primi due dischi: Massaker (14 minuti di improvvisazione libera) e The Tribe (un blues-rock ferocemente nevrotico) dal primo; e Hunter Song (12 minuti di blues distorto), Böhmen (con le sue sincopi geometriche, viscerali e tempestose), Tempelhof (con la sua scala quasi minimalista di riff azzannanti) dal secondo. L'esecuzione di queste scorribande sonore ne fa risaltare la discendenza da Jimi Hendrix (chitarra) e Jim Morrison (canto) e le venature gotiche.

Brötzmann pubblica anche Merry Christmas (Our Choice, 1994), un disco di rumori concepito con il percussionista Einheit (degli Einsturzende Neubaten), e Zulu Time (Atavistic, 1996) con Page Hamilton degli Helmet, un'altra ardua opera di libera improvvisazione.
Tracks: Zulutime, Head Hunter, Hit Single, Dream Date, Suburban Blight, Imbiss.

Nel 1995 Lommen e Lopez hanno lasciato i Massaker.

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The six jams recorded live in the studio of Mute Massaker (Thirsty Ear, 2000), with Robert Daemmig on drums and Ottmar Seum on bass, compose a mournful requiem in memory of the native American Indians. As usual, each track is a guitar odyssey. Brotzmann does not play solos, he preaches sermons. His eloquence runs the gamut from subdued meditations (Indians, Woodstock Hymne) to screeching walls of guitar effects (Mute Massaker, Rain). His technique is rarely self-indulgent, and even when it is (check the fireworks of Cheyenne) there he pours enough passion in the playing to forgive him the excesses.
Tracks: Mute Massaker (9:54), Cheyenne (6:54), Pearl of Utah (8:55), Indians (13:29), Rain (9:28), Woodstock Hymne (11:23).

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