- Dalla pagina sui Cradle of Filth di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Alessandro Bracaloni)

Formatisi nel 1991 in Inghilterra, i Cradle Of Filth trascorrono due anni producendo demo, tra i quali si ricordano Invoking the Unclean (1992), Orgiastic Pleasures (1992) e Total Fucking Darkness (1993).
Al momento dell'uscita del loro album di debutto, The Principle of Evil Made Flesh (Cacophonous, 1994), la formazione è divenuta un sestetto: Daniel Davey (vocals), Paul Ryan (guitar), Robin Eaglestone (bass), Paul Allender (guitar), Benjamin Ryan (keyboards) e Nicholas Barker (drums).
L'uscita dell'album li pone immediatamente alla sommità della piramide del black metal.

Aggiunto un nuovo tastierista e chitarrista-cantante Stuart Anstis la band, principalmente per assolvere a residui obblighi contrattuali, produce un mini-album di sei brani intitolato Vampire or Dark Faerytales in Phallustein (Cacophonous, 1996), e finalmente il suo capolavoro Dusk and Her Embrace (Music For Nations, 1997). Fondendo Heavy Metal e progressive-rock, i Cradle Of Filth creano sonorità epico gotiche che riportano alla mente più i King Crimson che i Venom.

Dopo ulteriori problemi interni, la band rilascia Cruelty and the Beast (Myahem, 1998) ed il loro primo singolo assoluto, From the Cradle to Enslave (1999).

L'abilità negli arrangiamenti e nelle orchestrazioni sfugge di mano alla band su Midian (Koch, 2000) e su Bitter Suites to Succubi (Koch, 2001).

Lovecraft and Witch Hearts (Music for Nations, 2002) è una raccolta in due CD.

Il chitarrista cantante Stuart Anstis avvia il progetto ambient Aphelion I-IV (Iris Light, 2001).

Il loro album Damnation And A Day (Sony, 2003) segna il ritorno al sound aggressivo delle loro origini, anche se in una veste più pop e leggera.


(Tradotto da Stefano Iardella)

Nymphetamine (Roadrunner, 2004) e Thornography (2006) si sono attenuti a ciò che la band sapeva fare meglio, dimenticando l'elemento "pop" e lo sfarzo, ma con la minor immaginazione possibile.

Se la loro ambizione era raramente giustificata dalla qualità della musica, non c'è dubbio che rappresentassero il lato "letterato" del black-metal (sebbene i fan del black-metal raramente riconoscevano la loro appartenenza al genere).
Questa ambizione li portò infine a Godspeed On The Devil's Thunder (2008), un concept su un serial killer, e al doppio disco Darkly Darkly Venus Aversa (Nuclear Blast, 2011), un'opera black-metal che colpisce soprattutto per la quantità di musica che semplicemente ricicla i cliché dei Cradle of Filth e per il numero di canzoni che avrebbero potuto essere omesse.


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