If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|
Fra le tante di
Bill Leeb e Rhys Fulber
l'operazione Delerium, specializzatasi con il tempo in piece ambientali e
gotiche, e` risultata forse negli anni la piu` interessante.
Il primo album, Faces Forms And Illusions (Dossier, 1989), con la
collaborazione di Michael Balch e senza Fulber, annovera momenti di cupa
suspence come Monument Of Deceit (tiepido battito africano, cori
di sottofondo, tenui volute di elettronica) e
Inside The Chamber, (musica elettronica senza ritmo per soli effetti
sonori, alla maniera della musica cosmica di Klaus Schulze)
Fra i numeri piu` melodici si conta soprattutto il
synth-pop esotico di Mecca.
Brian Eno, danza transglobale e film dell'orrore convergono nelle vignette esotiche di Swords Of Islam.
Minimalismi ed esotismi sfociano nel balletto cerimoniale di
Certain Trust.
Ma tutto sommato e` ancora troppo vago e pavido per essere piu` di un
diversivo dell'opera maggiore dei Front Line Assembly.
Altrettanto ferraginoso Morpheus (Dossier, 1989), con le magiche
visioni di Gaza e Temple Of Light, il Requiem e una pallida, decadente
Morpheus.
Syrophenikan (Dossier, 1990)
non aggiunge molto al programma di fondere i toni solenni
della new age con i ritmi febbrili del techno.
Semmai Stone Tower (Dossier, 1990), opera monumentale di romanticismo
teutonico, riesce a coniare uno stile originale da quella moltitudine di
premesse, da quel coacervo di spunti synth-pop, minimalisti, pan-etnici,
gotici ed elettronici.
Stone Tower e` il manifesto della nuova maniera:
un lento crescendo di percussioni metalliche e di droni affusolati.
Nel brano non capita quasi nulla, ma capita piano piano. Il gioco consiste
nel sovrapporre suoni e farli evolvere, secondo i dettami del minimalismo.
In Aftermath e Spirit
questa prassi e` pressoche' fine a se' stessa.
Altrove, viene messa al servizio di forti emozioni:
Lost Passion, il titolo di apertura, e` una danza lugubre che sarebbe
il sottofondo ideale per un sortilegio di Siouxsie Sioux;
la percussivita` ossessiva e camaleontica trasforma Bleeding
in una sinfonia futurista; la lunga Tundra
sparge rumori industriali e siderali in un paesaggio desolato, perfetta
colonna sonora per un film fanta-apocalittico.
I Delerium hanno fatto un disco di timbri, non di canzoni. Prestando piu`
attenzione alla qualita` del suono che all'emozione della musica, sono
comunque pervenuti al fascino dell'inscrutabile.
Preceduto dall'EP Euphoric (Third Mind, 1991),
Spiritual Archives (Dossier, 1991) spinge l'esperimento
verso eccessi ancor piu` barocchi. La novita` e` rappresentata da un clima
tragico, claustrofobico, apocalittico, che sembra ispirato dal sound
"wagneriano" dei Laibach e degli In The Nursery. I Delerium, pero`,
compongono suite come Drama
in maniera quasi interamente percussiva (anche l'elettronica e i campionamenti
servono a battere il ritmo).
Quando quel metodo si sposa a solenni droni di sottofondo e a sofferte
frasi melodiche di voce, il disco raggiunge il pathos di Rise Above.
Barren Ground
impiega, peraltro, una quantita` di trucchi, dalle campane a morto ai
segnali extraterrestri, dai vagiti di una tromba araba agli sfarfallii
meccanici di un clavicembalo, dal coro d'opera ai versi della natura.
L'apice del loro minimalismo e` forse il balletto robotico della rimaneggiata
Aftermath,
in cui molteplici pulsazioni si accavallano in maniera fluida ed elegante.
risultati piu` atmosferici.
L'apice melodrammatico e` invece
Awakenings,
il cui lungo mantra sfocia improvvisamente in un incalzante battito techno
e poi in un crescendo sinfonico.
I Delerium sperimentano anche per la prima volta con armonie del tutto
astratte, con i suoni disgregati in dissolvenza di
Ephemeral Passage,
con le nebulose di accordi in lenta evoluzione di
Fathoms,
affreschi suggestivi di mondi immaginari.
Le sei suite di Spheres (Dossier, 1994), Monolith su tutte,
abbandonarono i foschi climi medievali per una "spazialita`" piu` futuribile,
alla Tangerine Dream, che il secondo volume inoltro` in territori leggeri e
melodici (soprattutto il finale di In Four Dimensions), con un tocco
di Kraftwerk in Hypoxia. E` forse il lavoro piu` austero, e forse il piu`
importante, dell'intera carriera di Leeb e Fulber.
Il grande successo dei rivali Enigma spinge il duo a registrare un album
commerciale, quasi divulgativo, come Semantic Spaces (Dossier, 1994),
che fra cori gregoriani, bisbigli sensuali, campionamenti alla moda e un
forte battito techno (fino al plagio bello e buono di Flatlands)
giunge persino a due passi dalla discomusic degli anni '70 con
Sensorium e in territorio pop con
Flowers Become Screens (al canto Kristy Thirsk dei Rose Chronicles) e Incantation.
Karma (Nettwerk, 1995) riparte da quel sound piu` ballabile e
arioso, lontano anni luce dalle tetre visioni del passato, ma l'arte del
duo ha davvero raggiunto uno stadio di radiosa eleganza.
Gran parte dei brani si avvalgono di una cantante femminile.
Enchanted lancia cosi` alla deriva un soave contralto alla Morricone
(sempre Thirsk) su un blando ritmo da discoteca.
Silence e` una ballad arrangiata in maniera sofisticata, modellata su
misura per Sarah McLachlan.
I gotici e ambientali Delerium finiscono con Euphoria per
far concorrenza a Madonna (al canto Jacqui Hunt dei Single Gun Theory).
La somiglianza con i Dead Can Dance viene accentuata in
Forgotten Worlds
dal campionamento della voce di Lisa Gerrard (in un incalzante flusso di
flauti, tablas, sitar, campanelli, violini, cornamuse). Una versione al
tempo stesso ludica e austera di questa musica etnica elettronica ballabile
si ha nella frenetica danza di Duende, impreziosita da giochi vocali
alla Enya.
Anche i loro balletti futuristi sono cambiati parecchio:
Lamentation ricorre a tutti gli espedienti di un tempo (dal coro di
monaci al flauto arabo), ma il risultato e` infinitamente piu` brillante
e sensuale. E Remembrance (con il coro ancor piu` prominente e
sequencer da disco-music) riafferma il primato dei Delerium sugli Enigma
nel campo della fusione di techno, campionamenti e world-music.
La valanga di campionamenti e la quantita` di strumenti non stordiscono:
intrattengono. Il disco accumula stereotipi e li restituisce lievemente
deformati.
Forse troppo prolifici, certo incostanti, i Delerium hanno lasciato intravedere
sviluppi interessanti per l'avventura Front Line Assembly, ma quasi mai sono riusciti anche a trasformarli
in realta`.
|