If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|
Mark Spybey,
sciolti gli Zoviet France
e trasferitosi a Vancouver, nel 1993
ha dato vita al progetto Dead Voices On Air.
Su New Words Machine (Hypnotic, 1995) tenta una fusione di modi
industriali e ambientali.
Per venti minuti Dream Catcher non fa altro che riciclare rumori
piallandone le asperita`.
E` una prassi che negli undici minuti conclusivi di Vuls, fra droni
sempre piu` lancinanti, raggiunge livelli spasmodici di angoscia.
Sulle tredici vignette strumentali di Hafted Maul (Invisible, 1995)
Spybey si lascia pero` prendere la mano dal suo metodo di sovrapposizione
e risulta spesso prolisso come lo erano stati i Zoviet France.
I "rumori trovati" e gli accordi sparuti degli strumenti potrebbero comporre
una suggestiva colonna sonora della civilta` urbana, ma Spybey non riesce
a trascendere il documentario.
Poi, come troppo spesso accade in Gran Bretagna, arriveranno album a valanga:
Shap (Invisible, 1996), con Zev Asher dei Nimrod, un esperimento di
manipolazione della voce umana,
How Hollow Heart (Invisible, 1996), nel vetusto stile horror-industriale,
Fire In The Bronx Zoo (Invisible, 1997), una collaborazione con
David Wright dei Not Breathing che remixa composizioni di entrambi,
Piss Frond (Invisible, 1998), un doppio album di "canzoni" che copre
un territorio stilistico enorme (persino trip-hop),
Frankie Pett Presents The Happy Submarines (Invisible, 2000).
|