I Flying Saucer Attack vanno annoverati fra i grandi rivoluzionari che
trasformarono il rock psichedelico in un'austera forma di musica da camera.
Grazie a gruppi come questo, la musica ambientale torno` in auge, e assunse
al tempo stesso una fisionomia "rock" (perlomeno nell'esecuzione, che
aborrisce le tastiere a favore delle chitarre).
I Flying Saucer Attack sono Dave Pearce e Rachel Brook.
Provenivano dalla stessa Bristol di Massive Attack e Portishead, ma invece
del soul e del rhythm'n'blues presero di mira le lunghe suite/jam di
musica psichedelica d'avanguardia, la trance della musica orientale e
la ripetizione del minimalismo.
I primi singoli, raccolti su Distance (VHF, 1994),
sono composizioni sperimentali degne di Can e Faust.
Un pulviscolo confuso di rumori, sceneggiato in maniera tanto casuale quanto
solenne, fa di Instrumental Wish un ideale ponte fra
musica cosmica e free-jazz, e la sorda vibrazione di
Distance avanza con la cadenza minacciosa dei film dell'orrore e
della musica industriale.
Un'altra messinscena raccapricciante e` quella ottenuta con le
percussioni assordanti di Standing Stone (jan 1993).
L'effetto di queste virtuosistiche manipolazioni di suoni in studio e`
altamente suggestivo, e talvolta angosciante.
Aprono e chiudono il disco le ipnotiche fasce sonore in movimento di
Oceans (jun 1993), al confine con
musica new age e world-music di Jon Hassell.
I brani cantati perdono un po' di quel fascino.
Crystal Shade e Soaring High (jan 1993)
fanno leva soprattutto sul contrasto fra la violenza delle distorsioni
chitarristiche (la seconda anche su un riff trascinante) e la dolcezza delle
loro ninnananne.
November Mist toglie il rumore e lascia la ninnananna.
Nel complesso Distance rappresenta comunque il manifesto ideale per
il duo.
L'album omonimo (VHF, 1993), noto anche come
Rural Psychedelia,
attenuo` l'impatto di quei singoli adottando un
formato piu` timido e controllato, secondo una prassi che datava dalla musica
da discoteca (i singoli "estesi" contro le "canzoni" dell'album). Cosi` facendo,
il disco metteva in luce i debiti verso gli shoegazer piu` violenti.
Brani come A Silent Tide
sono abbozzi di melodie che vengono subito sepolti sotto
strati di feedback, come se venissero lentamente disintegrati da una forza
sovrumana, fino a diventare inintelleggibili (Make Me Dream).
I migliori battono anche il tempo del raga dei Velvet Underground
(My Dreaming Hill, Wish).
Jesus And Mary Chain piu` che
My Bloody Valentine, e certamente non
Main.
Moonset e` una piccola piece cacofonica,
Popol Vuh 2 e` un tetro esercizio di ritmo e droni,
Popol Vuh 1 e` una lunga versione (dieci minuti) dello stesso concetto
eseguito al ralenti` (e imparentato con le suite cosmiche dei Pink Floyd),
e forse sono proprio questi ambiziosi brani strumentali i capolavori nascosti
del disco.
Nonostante i limiti del disco, Rural Psychedelia segno` di fatto
la rinascita del movimento shoegaze aggiornato ai nuovi trend ambientali e
"concreti".
I singoli Soaring High e With del 1993,
nonche' Crystal Shade e Land Beyond The Sun del 1994,
vivono di emozioni catartiche, non di costruzioni armoniose.
Abbandonate le cacofonie fini a se stesse (Rainstorm Blues l'ultimo refuso,
frastuoni sinistri in un ancor piu` sinistro vortice di sibili),
e accentuata l'intensita` quasi religiosa delle distorsioni,
Further (Drag City, 1995)
porta in superficie le melodie incantate che erano sepolte sotto
le coltri di rumore. Ne risulta un improbabile incrocio fra Donovan e Lou Reed
negli schizzi onirici di In The Light Of Time e
Come And Close My Eyes.
For Silence estende il processo per sette minuti, lambendo l'om trascendente.
La chitarra, in pratica, viene usata per due scopi ambientali: il tenue
e pallido arazzo di accordi in primo piano (una sorta di paradiso
ineffabile) e il fitto e cupo sudario di sottofondo (una sorta di inferno
incombente). La dialettica fra i due determina la dinamica del brano.
La voce fa capolino timidamente fra di essi alla ricerca di una dimensione
umana che sembra impossibile, destinata a disintegrarsi continuamente contro
queste forze soprannaturali.
La voce si sgretola del tutto nella distorsione apocalittica di Here Am I,
un ritorno perentorio della cacofonia.
I dieci minuti di To The Shore non c'entrano molto con il tema del disco,
ma documentano la musica che il duo esegue dal vivo, molto piu` improvvisata
e tesa.
Nel 1996 l'antologia un po' distratta di varie ed eventuali
Chorus (Drag City, 1995), che cronologicamente precede
Further, anche se usci` qualche mese piu` tardi,
sembra mettere fine alla storia del gruppo.
Il clou e` rappresentato dal singolo Beach Red Lullaby,
con la sua delicata
filigrana chitarristica e dal vortice turbolento di There But Not There.
Il resto sono sessioni di John Peel (come al solito discretamente inutili)
e materiale tratto da una compilation.
In Search Of Spaces (Hermes, 1996) e` un collage di esibizioni dal vivo
(messo insieme dal leader dei grandi Dead C) in cui il gruppo da` sfoggio del
loro talento d'improvvisazione. Gli accordi fluttuano liberi in un territorio
molto piu` sperimentale di qualunque loro brano ufficiale.
Pearce riforma il gruppo senza Brook, che e` andata a formare i
Movietone, e con
lo sperimentatore americano Jim O'Rourke alla chitarra. Dopo alcune esibizioni
dal vivo in America, Pearce riprende a pubblicare (praticamente da solo)
con la sigla Flying Saucer Attack.
Tre EP e mini-CD segnano il ritorno ufficiale dei F.S.A.:
Distant Station (Drag City, 1996), condiviso con Tele-Funken,
Sally Free And Easy (Drag City, 1997) e
Goodbye (VHF, 1997), condiviso con Roy Montgomery.
I 53 minuti della collaborazione con Tele-Funken sono semplicemente due lunghi
remix di materiale del primo album. Tele-Funken li trasforma in due sinfonie
cacofoniche in flusso libero. Tele-Funken avrebbe potuto benissimo dire che
si tratta di una cover dell'inno nazionale. Ma forse non avrebbe attirato
altrettanta attenzione.
Sally Free And Easy e` una vecchia canzone degli anni '50, ma la versione
che ne fanno F.S.A. non ha nulla in comune oltre il titolo.
La collaborazione con il grande Montgomery finisce per penalizzare il secondo
a favore di Pearce.
Lungi dall'essersi sciolti, F.S.A. stanno tentando di speculare al massimo
sul loro marchio (si aggiunga uno split single con Jessamine e una facciata
intera di una compilation). La loro musica non era mai stata particolarmente
geniale,
soltanto interessante, e la prolificita` di questi giorni non le giova.
Alla compilation Harmony of the Spheres (Drunken Fish, 1996)
i Flying Saucer Attack contribuiscono la suite in quattro movimenti
Since When. Il secondo e il quarto sono composizioni tanto ardue
quanto illuminanti.
I droni a spirale del secondo hanno un timbro solare, da violini, e
perseguono un minimalismo di ascendenza Tibetana.
Il quarto scandisce rintocchi cupi in un vento minaccioso.
La musica di New Lands (Drag City, 1997)
riparte da Further, dall'idea di elegie
delicate che si fanno largo in una selva oscura di rumori. La differenza e`
che i rumori sono stati amplificati a livelli maniacali, trasformando le
melodie in bizzarrie.
Di fatto, questo album segno` l'inizio di una nuova fase nella carriera
di Flying Saucer Attack.
Up In Her Eyes e` forse la canzone piu` canzone.
Ma gli altri sono concerti cacofonici, pareti di distorsioni
che nessun canto potrebbe scalare, logorroiche elucubrazioni avanguardistiche
che si ispirano alla Metal Machine Music di Lou Reed e non alla musica
ambientale di Brian Eno. Il canto e` secondario.
Tant'e` che Night Falls e Whole Day Song non ci provano neppure:
la voce si limita a bisbigliare sui tornado delle chitarre.
The Sea (forse il brano migliore)
arriva allora come uno schiaffo, in quanto di colpo il sottofondo
si anima, e, invece di quel bombardamento monotono di frequenze, di mette a
correre con un ritmo incalzante, diventa la sezione ritmica (paurosamente
potente) che accompagna la canzone.
Forever e` la To The Shore di turno: un lungo brano in lenta evoluzione
che perlustra anfratti reconditi dell'animo umano.
L'album segnala forse una ricerca di nuove soluzioni armoniche. Rimane pero`
quasi sempre a meta` strada fra il punto di partenza e il punto di arrivo.
Per cui alla fine non risulta chiaro a quale tipo di musica Pearce ambisca.
I brani di questo disco, cosi` come sono, interesseranno probabilmente
soltanto pochi fans. Gli appassionati di psichedelia possono trovare musica
molto piu` ipnotica; gli intellettuali hanno tonnellate di dischi piu`
sperimentali; i canzonettisti non se ne fanno nulla di queste canzoni
incompiute. Il problema principale di Pearce e` che anche quando l'idea
e` interessante all'artista manca tanto il talento canoro quanto il tocco
poetico. Per fare un esempio, Tim Buckley fece cose simili (sia pur impiegando
un tipo di sfondo completamente diverso), ma poteva contare su un canto
galattico e su un'ispirazione autentica. La musica di Pearce, anche quando
funziona, ha poco da comunicare.
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Flying Saucer Attack, i.e. the duo of multi-instrumentalists Dave Pearce and Rachel Brook, were among the groups that transformed psychedelic rock into an austere form of chamber music. The Flying Saucer Attack (1993) and Further (1995) refined a kind of shoegazing that relied increasingly on melody, yielding delicate elegies set against a disturbing background of cosmic music, free-jazz, Throbbing Gristle's industrial noise, LaMonte Young's droning music or contemplative new-age music.
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