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Alastair Galbraith
e` uno dei cantautori piu`
eccentrici del globo. Le sue canzoni sono spesso brevissime, arrangiate soltanto
con un rumore di fondo, affidate a una melodia sussurrata in maniera svagata,
e, cio` nonostante, eseguite con la concentrazione e la maestosita` di un
cerimoniale religioso.
Galbraith inizio`, quindicenne, nei Rip, dei quali uscirono due EP, A Timeless
Piece (Flying Nun, 1985) e, postumo, Stormed Port (1986). Il secondo e`
il suo primo vero disco: Wee Wrecked Hymn inaugura la sua passione per
la musica antica e Starless Road e` il primo esperimento di arrangiamento.
Ma Galbraith si prese davvero sul serio quando il cantante Robert Scott lo
chiamo` a suonare il violino nei Bats.
Il singolo Timebomb (Xpressway), condiviso con Graeme Jefferies e pubblicato
soltanto tre anni dopo la registrazione, inauguro` invece la sua carriera
solista, anche se per qualche anno essa si svolse interamente nell'anonimato.
La cassetta
Hurry On Down (Xpressway, 1988) passo` infatti inosservata, mentre destava
sensazione il progetto varato dall'EP Plagal Grind (Xpressway, 1989), con
David Mitchell dei 3D's alla chitarra e
Peter Jefferies alla batteria (progetto
a cui Galbraith diede una gemma come Marquesite Lace).
Le canzoni di Galbraith,
Yes Jazz Cactus, Marquesite Lace, Receivership,
si avvalgono qui di un arrangiamento quasi onirico.
Seely Girn (Feel Good All Over, 1993) fece un riassunto (piu` di venti
canzoni) di questi complicati esordi.
La fama arrivo` poco alla volta, attraverso l'EP Gaudylight
(Siltbreeze, 1991) e l'album
Morse (Siltbreeze, 1992 - Trance Syndicate, 1996), poi raccolti in
Morse/ Gaudylight (Emperor Jones, 1996 - Table Of The Elements/ 2006),
raccolte di brevi canzoni
che lo presentarono come il Syd Barrett della New Zealand.
Raining Here e Stalemate, altri due piccoli capolavori, figurano
invece sull'EP Cluster (Raffmond, 1994), mentre
l'EP Intro Version (Roof Bolt, 1994) contiene collage sperimentali.
Questi brani confermano la sua posizione a meta` strada fra il Syd Barrett piu` psichedelico e il Tom Waits piu` notturno.
A Handful Of Dust e` il progetto varato con
Bruce Russell dei Dead C.
A stabilirne la grandezza fu soprattutto l'album Talisman (Next Best Way, 1994 - Table Of The Elements, 2006),
disco di appena 36 minuti ma contenente ben venti pezzi, fra cui
Yuhahi, Coast Road, Mrs Meggary e Black Flame.
Si tratta di un lavoro sofisticato che spazia dalla
psichedelia all'ambientale, dalla world-music all'atonalita`.
Queste miniature ben rappresentano la sua arte
ispirata al folk ancestrale e al rock psichedelico.
Il suo stile laconico viene paragonato all'haiku giapponese e al teatro
dell'assurdo.
Altri esercizi del suo conciso minimalismo si trovano sull'EP Tae Keening
(Roof Bolt, 1996), in particolare Navaho e Flickering Birds, e sull'EP
Rivulets (Camera Obscura, 1997), che e` in pratica una raccolta di esperimenti
sul suono (in particolare il drone "tibetano" di
Rivulets e il rumore subliminale di Star).
Galbraith continua a sperimentare nel
singolo Hey Gus/ Leave It (Trance Syndicate, 1998), in coppia
con l'australiano Pip Proud.
Mirrorwork (Trance Syndicate, 1998), originariamente intitolato
Way Back Out (Next Best Way), celebra la raggiunta maturita` con
un'antologia di 24 brani.
Nello strumentale Doublet la melodia viene decostruita in maniera cubista,
trasformandola in un flusso percussivo di sapore orientale.
Sob ricorda il folk minimalista della Penguin Cafe` Orchestra.
Nella distorsione di For Free sembra di udire echi di cornamuse scozzesi,
in quella di Moth un raga.
Le chitarre scimmiottano le cornamuse e i tamburi delle bande scozzese in
Ember, e Galbraith canta nel tono angelico di Syd Barrett.
Tracce di Syd Barrett affiorano anche nella ballata sonnolenta di This Hard.
Frostfish e` soltanto recitata su uno sfondo di dissonanze chitarristiche.
Galbraith si ispira alle leggiadre melodie e ai delicati accompagnamenti dei
madrigali rinascimentali in Ludd, Blue Room, Thoar e Raining Here,
ballate quasi fiabesche nel loro computo incanto.
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