Ghost


(Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso )
Ghost , 7/10
Second Time Around , 6.5/10
Temple Stone , 6/10
Lama Rabi Rabi, 8/10
Masaki Batoh: Collected Works , 7/10 (comp)
Snuff Box Immanence , 6/10
Turn In Turn On Free Tibet , 6.5/10
Hypnotic Underworld (2004), 7.5/10
In Stormy Nights (2007), 6.5/10
Masaki Batoh: Espvall and Batoh (2008), 5/10
Masaki Batoh: Overloaded Ark (2009), 6.5/10
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Ghost, led by guitarist and vocalist Masaki Batoh, fused Japanese folk music and ambient music on Ghost (1991). The surreal orchestration and "ghostly" effects of Lama Rabi Rabi (1996), increased the gothic quotient, while the four-part title-track of Hypnotic Underworld (2004) was the crowning formal achievement of a group of visionary jazz-rock musicians, equally adept at pop songwriting and bizarre avantgarde.
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I Ghost sono stati fondati nel 1987 dal chitarrista e cantante Masaki Batoh, animatore di una vasta comune creativa, e annoverano i polistrumentisti Taishi Takizawa (chitarre, archi e fiati) e Kazuo Ogino (cornamuse, archi e fiati). Il loro sound nasce all'incrocio fra diverse scuole, principalmente quella psichedelica, quella teutonica e quella progressiva.

Ghost (PSF, 1991) fece scalpore per il modo in cui riusciva a fondere folk giapponese e musica ambientale, un po' sulla falsariga della Third Ear Band. La trilogia "tibetana" di Moungod, la visione alla Pink Floyd di I've Been Flying e la folle percussivita` di Sun Is Tangging disegnavano comunque un confine enorme.

Second Time Around (PSF, 1992) is less psychedelic than it is progressive and folk. The majestic Nick Cave-esque sermon of Second Time Around sets the pace for the best song: the oneiric and Indian ambiance of Forthcoming From The Inside escalates into a galloping Slavic raga, whipped by more emphatic singing.
At the same time, the celtic prelude of People Get Freedom and the graceful medieval dance of Higher Order mark a regression to a more pastoral sound. A Day Of The Stoned Sky In The Union Zoo and Orange Sunshine weave the mystical/lysergic tones of Jefferson Airplane and It's A Beautiful Day into, respectively, a flute and piano dirge and a calm hymn.
This transitional album captures Ghost while the project is evolving from a song format to a more abstract and loose format.

(Translation by/ Tradotto da Paolo Latini)

Second Time Around (PSF, 1992) è meno psichedelico fi quanto sia progressive e folk. Il maestoso seromone Nick Cave-iano di Second Time Around si impone come migliore canzone; l'ambientazione onirica e indiana di Forthcoming From The Inside cresce in una galoppante raga slavo, frustato da un canto più enfatico.
Allo stesso tempo, il preludio celtico di People Get Freedom e l'elegante danza medievale di Higher Order segnano una regressione ad un sound più pastorale. A Day Of The Stoned Sky In The Union Zoo e Orange Sunshine uniscono i toni mistici/lisergici di Jefferson Airplane e di It's A Beautiful Day in, rispettivamente, una messa per flauto e pianoforte e un quieto inno.
Questo album di transizione fotografa i Ghost mentre il progetto sta evolvendo dal formato canzone ad un formato più astratto e sciolto.

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L 'album Temple Stone (PSF, 1994) corona l'ascesa del gruppo con esibizioni dal vivo in una chiesa cristiana e un tempio buddista.

Il confine fra gotico e ambientale si fa sempre piu` sfumato, e cosi` quello fra folk ed elettronica. I Giapponesi Ghost si ispirano alla scuola della Projekt (Lycia, Black Tape For A Blue Girl, Love Spirals Downward, etc) ma si spingono molto piu` avanti nel campo degli arrangiamenti. Pochi i precedenti per gli abbozzi di quadretti esotici di Lama Rabi Rabi (Drag City, 1996), per quegli strascichi di rumori ambientali, per questi funambolici balletti astratti. La lenta e ipnotica trance di Masttillah e` intessuta da otto minuti di giochi di prestigio mediorientali (percussioni, flauti, cornamuse). Quel misto di fanfara tribale e di sabba corale di Rabirabi rimescola intuizioni di Magma, Gong e Popol Vuh. Il florilegio tzigano di Marrakesh esplode in un bailamme di chitarre e percussioni e sconfina in una melodia onirica alla Light My Fire. Le melodie sono leziose fino alla nausea, ma sempre immerse in atmosfere allucinate, super-lisergiche. Quella di Summer's Ashen Fable fa venire in mente i primi Grateful Dead. Quella sterminata di Agate Scape caracolla a ritmo country fino a perdersi dentro un buco nero di cacofonie in vertiginoso crescendo. Da un altro squarcio di tempo sbocciano la ballata acustica di Into The Alley, il saltarello medievale di Who Found A Lost Rose e la litania africana di Abyssinia, sempre perturbati da spunti etnici ed elettronici.

Batoh ha anche pubblicato due EP solisti, A Ghost From The Darkened Sea (New Sound, 1996), bizzarro tributo al folk psichedelico, e Kikaokubeshi (New Sound, 1996), opera d'avanguardia, che sono stati raccolti su Collected Works 1995-1996 (Now Sounds, 1997 - Drag City, 2004).

Nel 1999 escono simultaneamente due album dei Ghost, Snuff Box Immanence e Turn In Turn On Free Tibet .

Snuff Box Immanence (Drag City, 1999) li presenta in vesti completamente diverse: quelle di giullari folk. Batoh ha composto una decina di ballate acustiche che gli altri hanno arrangiato con dovizia di strumenti (clavicembalo, tromba, trombone, marimba, vibrafono, arpa celtica, liuto, flauto, banjo, campane tubolari e tastiere). Il risultato e` il folk medievaleggiante di Regenesis, Soma e Sad Shakers, un curioso ibrido di Jethro Tull e Donovan. Ma il disco pullula di bizzarrie, come il kitsch di Live With Me, ibrido di musica caraibica e di pop psichedelico. Pochi i brani ambiziosi: lo strumentale Daggma fonde musica da camera occidentale e orientale all'insegna di cicli percussivi in stile minimalista; e la title-track e` un pastiche psichedelico, tanto stralunato quanto le ballate di Syd Barrett e tanto sporco quanto i blues di Captain Beefheart. L'album, sconcertante, segna un improvviso arretramento.

Turn In Turn On Free Tibet (Drag City, 1999) modera gli arrangiamenti, ma introduce l'elemento propagandistico. Le ballate non si discostano molto dallo stile folk del disco precedente (salvo essere molto piu` spartane), ma il piglio e` decisamente piu` politico, come dimostrano l'aria eroica di Comin' Home e il tempo marziale di Change The World. Il flauto di Kazuo Ogino, il vibrafono di Setsuko Furuya e il violoncello di Hiromichi Sakamoto sono comunque maturati attraverso l'orgia del disco precedente.
La title-track e` una suite di oltre mezz'ora, e sembra appartenere a un altro gruppo, forse ai Popol Vuh di Hosianna Mantra. La melodia slitta continuamente, il ritmo e` appena abbozzato, gli strumenti improvvisano contrappunti tanto sconnessi quanto sensuali. Dalle volute iniziali (arpeggi delicati di chitarra, gorgheggi di soprano, accordi celestiali di vibrafono) si passa a una suspence metafisica dominata dalle tastiere elettroniche e dalle percussioni. Poi violoncello e vibrafono imbastiscono un pezzo da camera che viene divorato da droni sempre piu` stridenti e assordanti. La musica scompare in una nebulosa di rumori, che poco alla volta acquista le sembianze di un bombardamento. Dopo un'epopea di trenta minuti, Batoh ritrova il bandolo della matassa e lancia il suo accorato messaggio politico.

With Ghost (Subpop, 2000), a collaboration with Damon And Naomi.

Ghost lives up to its name on Hypnotic Underworld (Drag City, 2004), particularly the four-part 23-minute title-track. Its first 13-minute movement, God Took A Picture Of His Illness On This Ground, begins with metallic dissonances (Kazuo Ogino's resonating keyboards and Michio Kurihara's space guitar) that create a ghostly soundscape. The languid, aneimic, disoriented wailing of a saxophone (Taishi Takizawa), matched by equally dejected bass lines (Takuyuki Moriya), arises from a sparse chaos of percussions, (Junzo Tatetwa) reminiscent of the Art Ensemble of Chicago. The jamming slowly ascends to a sophisticated interplay of dissonant, underplayed instruments (last but not least, Masaki Batoh's acoustic guitar). Saxophone, keyboards and guitars repeat the trick in Escaped And Lost Down In Medina, but the music is more lively (with a regular tempo) and driven by melodic motifs. If the first movement was pure disintegration of a message, the second movement is a spiritual gathering of intense feelings. The keyboards still emit sudden spurts of dirty notes, the guitar still drones to the skies, but the saxophone's loud and whirling prayer drives everything into a moving crescendo. Rock'n'roll finally erupts from Aramaic Barbarous Dawn, introduced by manic riffs and cosmic keyboards, and then propelled into the infinite by a medieval choir. This is also the first song, with Batoh's vocals penning a surreal scenario, like Salvador Dali' meeting King Crimson. The suite ends with an odd finale, Leave The World, which is simply twenty seconds of very fast drumming.
The 10-minute Gangagmanag is another multi-part suite: a graceful instrumental dance led by jazzy flute and minimalist organ with spectral appearances of the other instruments; a sudden mutation into a bamboo forest; a coda of pounding piano and drums in a psychedelic ambience.
The rest of the album doesn't even come close to the rapture of the monolithic title-track, but would still be a significant album by the standards of the average psych-pop band: Hazy Paradise is a languid ballad in the style of early Pink Floyd, augmented with harpsichord and King Crimson-ian mellotron; Feed is another languid ballad, but this time in the melodramatic tone of David Bowie; Poper begins as a calm, gentle, pastoral medieval-sounding chamber piece for cello, flute and zither that suddenly explodes in a furious hard-rocking boogie a` la Jethro Tull; Holy High is a frantic and syncopated saltarello that mixes medieval style and modern neurosis with folk-rock storytelling; Kiseichukan Nite is a spoken-word piece with accompaniment of traditional Japanese instruments; and the album closes with the mantra/osanna of Dominoes - Celebration For The Gray Days, recited over and over again in a triumphal procession of minimalist repetitions of church organ melodies.
The title-track is, in many ways, the equivalent of Soft Machine's sixth album, the crowning formal achievement of a group of visionary jazz-rock musicians. The rest of the album is, in many ways, their A Saucerful of Secrets, equally adept at pop songwriting and bizarre avantgarde.

Hiromichi Sakamoto has released the solo album Zero-shiki (1999).

Ghost's guitarist Michio Kurihara released the solo albums Sunset Notes (Pedal, 2005) and Rainbow (2006).

(Translation by/ Tradotto da Paolo Latini)

With Ghost (Subpop, 2000), è una collaborazione con Damon And Naomi.

I Ghost rendono onore al proprio nome con Hypnotic Underworld (Drag City, 2004), in particolare con la title-track, una suite di 23 minuti in quattro parti. Il primo movimento di 13 minuti, God Took A Picture Of His Illness On This Ground, comincia con dissonanze metalliche (le tastiere risonanti di Kazuo Ogino e la chitarra "spaziale" di Michio Kurihara) che creano un immaginario sonoro spettrale. Il languido lamento, anemico e disorientante, di sassofono (Taishi Takizawa), contrappuntato da linee di basso egualmente scoraggianti (Takuyuki Moriya), sorge da uno sparuto caos di percussioni (Junzo Tatetwa), con reminiscenze di Art Ensemble of Chicago. La jam lentamente ascende verso un sofisticato intreccio di strumenti dissonanti che suonano smorzati (per ultimo ma non ultimo, Masaki Batoh alla chitarra acustica).Sassofono, tastiere e chitarra ripetono il gioco in Escaped And Lost Down In Medina, ma la musica è meno vitale (con un tempo regolare) e diretta da motivi melodici. Se il primo movimento era pura disintegrazione di un messaggio, il secondo movimento è un'assemblea spirituale di sentimenti intensi. Le tastiere continuano ad emettere improvvise vampate di note sporche, la chitarra continua a dronare nel cielo, ma la rumorosa e vorticosa preghiera intonata dal sassofono guida ogni cosa in un movimentato crescendo. Rock'n'roll finalmente erutta da Aramaic Barbarous Dawn, introdotta da riffs maniacali e tastiere cosmiche, e quindi lanciata nell'infinito da un coro medievale. Questa è anche la prima canzone, con la voce di Batoh che tratteggia uno scenario surreale, un incrocio tra Salvador Dalì e i King Crimson. La suite termina con uno strano finale, Leave The World, ossia appena venti secondi di drumming iper-veloce.
Gangagmanag (10 minuti) è un'altra suite in più movimenti: una delicata danza strumentale guidata da un flauto jazzy e da un organo minimalista, puntellata da spettrali apparizioni degli altri strumenti; un'improvvisa mutazione in una foresta di bamboo; una coda di pianoforte e batteria in un ambiente psichedelico.
Il resto dell'album non si avvicina nemmeno all'estasi della monolitica title-track, ma comporrebbe comunque un album significativo, data la qualità media delle altre band di psych-pop: Hazy Paradise è una languida ballata nello stile dei primi Pink Floyd, impreziosita da un harpsichord e da mellotron King Crimson-iano; Feed è un'altra languida ballata, ma stavolta nel registro melodrammatico di David Bowie; Poper inizia come piece da camera, calma e tenue, dai toni pastorali e medievali, suonata con violoncello flauto e cetra, e poi improvvisamente esplode in un furioso boogie hard-rock à la Jethro Tull; Holy High è un saltarello frenetico e sincopato che unisce stile medievale e nevrosi moderne con una narrazione folk-rock; Kiseichukan Nite è una piece spoken-word con accompagnamento di strumenti tradizionali giapponesi; e l'album si chiude con il mantra/osanna di Dominoes - Celebration For The Gray Days, recitata continuamente in una trionfale processione di ripetizioni minimaliste di melodie per organo chiesastico.
La title-track è, sotto molti aspetti, l'equivalente del sesto album dei Soft Machine, la sommità formale raggiunta da un gruppo di visionari musicisti di jazz-rock. Il resto dell'album è, da par suo, il loro A Saucerful of Secrets, equalizzato e adattato al cantautorato pop e alle bizzarrie dell'avanguardia. (Translation by/ Tradotto da Paolo Latini)

With Ghost (Subpop, 2000), è una collaborazione con Damon And Naomi.

I Ghost rendono onore al proprio nome con Hypnotic Underworld (Drag City, 2004), in particolare con la title-track, una suite di 23 minuti in quattro parti. Il primo movimento di 13 minuti, God Took A Picture Of His Illness On This Ground, comincia con dissonanze metalliche (le tastiere risonanti di Kazuo Ogino e la chitarra "spaziale" di Michio Kurihara) che creano un immaginario sonoro spettrale. Il languido lamento, anemico e disorientante, di sassofono (Taishi Takizawa), contrappuntato da linee di basso egualmente scoraggianti (Takuyuki Moriya), sorge da uno sparuto caos di percussioni (Junzo Tatetwa), con reminiscenze di Art Ensemble of Chicago. La jam lentamente ascende verso un sofisticato intreccio di strumenti dissonanti che suonano smorzati (per ultimo ma non ultimo, Masaki Batoh alla chitarra acustica).Sassofono, tastiere e chitarra ripetono il gioco in Escaped And Lost Down In Medina, ma la musica è meno vitale (con un tempo regolare) e diretta da motivi melodici. Se il primo movimento era pura disintegrazione di un messaggio, il secondo movimento è un'assemblea spirituale di sentimenti intensi. Le tastiere continuano ad emettere improvvise vampate di note sporche, la chitarra continua a dronare nel cielo, ma la rumorosa e vorticosa preghiera intonata dal sassofono guida ogni cosa in un movimentato crescendo. Rock'n'roll finalmente erutta da Aramaic Barbarous Dawn, introdotta da riffs maniacali e tastiere cosmiche, e quindi lanciata nell'infinito da un coro medievale. Questa è anche la prima canzone, con la voce di Batoh che tratteggia uno scenario surreale, un incrocio tra Salvador Dalì e i King Crimson. La suite termina con uno strano finale, Leave The World, ossia appena venti secondi di drumming iper-veloce.
Gangagmanag (10 minuti) è un'altra suite in più movimenti: una delicata danza strumentale guidata da un flauto jazzy e da un organo minimalista, puntellata da spettrali apparizioni degli altri strumenti; un'improvvisa mutazione in una foresta di bamboo; una coda di pianoforte e batteria in un ambiente psichedelico.
Il resto dell'album non si avvicina nemmeno all'estasi della monolitica title-track, ma comporrebbe comunque un album significativo, data la qualità media delle altre band di psych-pop: Hazy Paradise è una languida ballata nello stile dei primi Pink Floyd, impreziosita da un harpsichord e da mellotron King Crimson-iano; Feed è un'altra languida ballata, ma stavolta nel registro melodrammatico di David Bowie; Poper inizia come piece da camera, calma e tenue, dai toni pastorali e medievali, suonata con violoncello flauto e cetra, e poi improvvisamente esplode in un furioso boogie hard-rock à la Jethro Tull; Holy High è un saltarello frenetico e sincopato che unisce stile medievale e nevrosi moderne con una narrazione folk-rock; Kiseichukan Nite è una piece spoken-word con accompagnamento di strumenti tradizionali giapponesi; e l'album si chiude con il mantra/osanna di Dominoes - Celebration For The Gray Days, recitata continuamente in una trionfale processione di ripetizioni minimaliste di melodie per organo chiesastico.
La title-track è, sotto molti aspetti, l'equivalente del sesto album dei Soft Machine, la sommità formale raggiunta da un gruppo di visionari musicisti di jazz-rock. Il resto dell'album è, da par suo, il loro A Saucerful of Secrets, equalizzato e adattato al cantautorato pop e alle bizzarrie dell'avanguardia.

Unfortunately, In Stormy Nights (Drag City, 2007) steered towards fashionable psychedelic-folk litanies (Motherly Bluster, the ten-minute closer Grisalle). Ghost, never known for predictability, seemed determined to dump the glory of Hypnotic Underworld for a far less ambitious program. Rescuing the album from triviality are the bombastic noisefest of Water Door Yellow, the martial invocation of the eight-minute tympani-driven Gareki No Toshi (one of their most aggressive moments on record), and the 28-minute collage of Hemicyclic Anthelion, constructed in studio by Batoh assembling snippets of live performances, that works as a summary of Ghost's past achievements.

Rainbow (Pedal, 2006) is a collaboration between Ghost's guitarist Michio Kurihara and Boris. Michio Kurihara's solo album Sunset Notes (Pedal, 2005 - Ba Da Bing!, 2007) was an experiment in atmospheric "frippertronics".

Espvall and Batoh (Drag City, 2008) was a collaboration between Swedish-born cellist and vocalist Helena Espvall of Espers and Masaki Batoh of Ghost. Alas, the Espers are the main influence on the erratic and meandering folkish ballads (three covers) and jams (stand-out Kyklopes). However, the collaboration improved on Overloaded Ark (Drag City, 2009). The ferocious medieval saltarello of Little Blue Dragon is the appetizer for the eleven-minute bacchanal of Overloaded Ark, that ends in a devilish crescendo. The twelve-minute Until Tomorrow is a more abstract and dilated affair, a psychedelic flight with distant refracted vocals flying over a tender tapestry of guitar and cello Espvall's neoclassical and folk roots permeate the ten-minute Over The Luminesce Land, although Batoh's "translation" is all massive droning and chaotic dissonance. Sham No Umi is a reworking of a song from Masaki Batoh's A Ghost From The Darkened Sea (1995). There is a huge gap in quality between the (rather trivial) songs and the (astutely experimental) instrumentals, and between the shorter pieces (mostly redundant) and the three longer pieces (three peaks of Batoh's career).

Batoh's Brain Pulse Music (2012) used brain waves as sound sources (next to traditional Japanese acoustic instruments and percussion, chanting and theremin) and was intended as a requiem for the victims of the 2011 earthquake and tsunami.

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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