Summary.
In Britain, saxophonist Kevin Martin launched a number of projects that explored the unlikely marriage of jazz, industrial, dub and punk-rock.
The three lengthy jams of Possession (1992) and especially the chaotic
nightmares of The Anatomy Of Addiction (1994), both credited to God, were relatively old-fashioned excursions in mood reconnaissance and neurotic stream of consciousness;
but Techno Animal, a collaboration with Godflesh's guitarist Justin Broadrick, unleashed the destructive force of Ghosts (1990), a meeting of Foetus, Karlheinz Stockhausen and Anthony Braxton and one of the most powerful works of its time;
a vision that was matched by the brutal and visceral sound of Under The Skin (1993) and, to a lesser extent, Bad Blood (1998), both credited to Ice.
Techno Animal's Re-Entry (1995), instead, delved into the claustrophobic darkness of ambient dub, summoning the likes of Jon Hassell, Bill Laswell and Brian Eno.
Tapping The Conversation (1997), a collaboration between Kevin Martin and Dave Cochrane credited to Bug, crafted an obsessive sense of fear through a psychophysical torture of extreme hip-hop and dub deconstruction.
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Kevin Martin e` uno dei massimi intellettuali della musica rock degli anni '90.
Quasi tutti i suoi progetti hanno costituito pietre miliari nell'evoluzione
del genere.
Martin e` uno dei personaggi piu` dotati fra quelli che stanno cercando
accanitamente una nuova via alla musica-trance, facendo leva su generi
apparentemente irriconciliabili come jazz, industriale, dub e punk-rock.
Martin (cantante e sassofonista tenore di Brixton) si affaccio` alle scene
con un
programma gia` ambizioso, anche se limitato alla fusione fra jazz e rock che
fu dei gruppi di Canterbury.
Passati i tempi del jazz-rock, l'ambizione di Martin era
radicale: non si trattava di usare il jazz come una "spezie" per rendere
piu` raffinata e suggestiva la canzone rock, ma come un'infrastruttura
su cui depositare sonorita` della musica rock. Il tutto realizzato con la
foga dei punk.
I God sono un ensemble con due batterie, tre bassi, tre sassofoni e un
chitarrista. L'EP Breach Birth (Situation Two, 1989) e
l'album dal vivo Loco (Permis De Construire, 1991 - Pathological, 1991) avevano presentato una
formazione forse troppo
intellettuale, che in Surf Locomotive riusciva ad esprimere la propria
eccentricita` ma nella sterminata I'll See You In Hell (tredici minuti)
diventava troppo cervellotica.
Justin Broadrick (Godflesh, chitarra), Tim Hodginkson (ex Henry Cow, ex Work,
ex Momes, alto sassofonista e clarinettista basso),
Steve Blake (ex B-Shoops, sassofonista), John Edwards (B-Shoops, basso doppio),
Dave Cochrane (ex Head Of David, basso), Gary Jeff (basso),
Scott Kiehl (ex Slab, percussioni) e Lou Ciccotelli (ex Slab, batteria)
compongono comunque una squadra di virtuosi e genioidi con pochi eguali.
Possession (Virgin, 1992) e` piu` un manifesto programmatico
che una raccolta musicale. Vi figurano tre lunghe jam: Soul Fire (dieci
minuti) ha un incedere pesante sul quale si avvicendano le ruvide dissonanze
della chitarra, i sassofoni uno alla volta nella parte di strumento solista,
note casuali di pianoforte, e il canto, inizialmente riverberato come in "trip",
ma che presto diventa grido agonizzante;
Lord, I'm On My Way (altri dieci minuti) inizia con un conciliabolo di sax
petulanti, interrotti da uno stacco di chitarra heavymetal, interrotto a sua
volta da un ritorno a tutto volume del resto dell'"orchestra", con effetto
shock raddoppiato;
Love (sedici minuti) si trascina con un battito ipnotico e in un marasma di
rumori piu` diffusi alla ricerca della trance, toccando vertici drammatici
quando campiona in crescendo l'urlo di Martin nel baccano generale.
Il jamming del gruppo e` sempre concitato, convulso e caotico; ma raramente
i suoi eccessi sono giustificati dal fine.
Martin scopre la dote della sintesi in altre composizioni (composizioni, non
soltanto improvvisazioni): l'iniziale Pretty e` costituita da un mantra di
accordi dissonanti di chitarra, di urla sguaiate e di sassofoni striduli,
tutti che si ripetono meccanicamente; all'inizio il testo di Fucked e`
composto da una sola parola, ripetuta in uno bisbiglio come durante un
orgasmo, mentre il ritmo compie una metamorfosi da cadenza industriale
a frenesia tribale, da incubo psicanalitico a sarabanda infernale, con i
sassofoni che intonano girotondi eroici e il tripudio collettivo lascia
l'impressione di una moltitudine di clacson in un ingorgo stradale.
Martin, che canta usando soltanto grida inarticolate, rifa` il verso al primo
Mike Gira; l'ensemble esegue del free-jazz assordante e caotico,
a malapena guidato dal testo.
Return To Hell parte gia` in quel caos di elettronica, percussioni, frasi
staccate di flauto, rombi abrasivi di basso e acuti lancinanti di sax, che
fa pensare a un'officina con migliaia di macchinari pesanti al lavoro.
Il trascinante ritmo di pianoforte e grancassa di Hate Meditation e
il surreale campionamento di campane, ancora una volta fatte pullulare fino
a creare il caos totale e mescolate a un motivo semplice del pianoforte,
di Black Jesus
sono forse gli effetti piu` suggestivi raggiunti dal lavoro di composizione
(nel senso letterale, non musicale, del termine) di Martin.
Gli Ice sono un altro ardito progetto di Martin, impegnati in un'improbabile
fusione di dub, jazz, funk e rock all'insegna di una ferocia punk e industriale.
Gli Ice sono il terzo progetto di Martin, dopo i God e i Techno Animal. La
squadra e` piu` o meno la stessa, in particolare il fido chitarrista Justin
Broadrick (Godflesh) e il bassista Dave Cochrane, con l'aggiunta del
sassofonista svizzero Alex Buess.
La vera novita` di Under The Skin (Pathological, 1993) e` un sound brutale,
metallico, stordente, che si spinge ben oltre il dub convenzionale.
In Juggernaut Kiss Martin, Broadrick e Buess improvvisano cacofonie
"hendrixiane" su un magma sonoro di "dub" preparato elettronicamente tramite
campionamenti e programmazioni.
Ancor piu` devastante Survival Of The Fattest, con le urla assatanate di
un sosia di Mark Stewart, i sibili terrorizzati dei sassofoni, le distorsioni
di chitarra che sembrano versi di scimmia, il rullo africano dei tamburi.
In .357 Magnum la metronomia del dub e` affidata a un riff di heavy metal
trattenuto e ripetuto, e ancora una volta l'effetto e` di terrore e sfacelo.
La distorsione da sega elettrica e l'urlo bestiale di The Flood
Sono jam di una violenza spaventosa ed estenuante.
Quando gli strumenti si placano, subentra la tensione psicologica, che non e`
meno terrificante. Martin costruisce suspence insostenibile e oscure
premonizioni con i riverberi onirici della chitarra e i colpi allucinogeni
della batteria in Out Of Focus, con un caos orrendo di percussioni in
Skyscraper, con un accumulo metodico di suoni sgradevoli e con un ciclo
continuo di "industriali" in Swimmer (tredici minuti).
Se talvolta l'ensemble sproloquia a vanvera, evidenziando i
difetti delle esibizioni dal vivo di Martin e compagni,
Stick Insect trova quel raro momento di ispirazione "totale" e riesce a
catalizzare tutti gli elementi del sound in un grandioso cataclisma musicale,
al limite del concerto di musica d'avanguardia per dissonanze e poco piu`.
Da Under The Skin riparte il secondo vero disco dei God,
il monumentale The Anatomy Of Addiction (Big Cat, 1994), pieno di buone intenzioni,
ma, come molto rock progressivo degli anni '70, spesso pretenzioso, ridondante
e logorroico. Della partita sono quasi tutti quelli della volta precedente piu`
Russell Smith (chitarra) e Tom Prentice (viola). Il disco si apre con la
musica industriale di On All Fours e un piglio omicida alla Foetus,
ma presto i fiati prendono il controllo della situazione, sommergendo
le sincopi cadaveriche e le stecche metalliche di Tunnel con nuvole di
droni alieni e miagolando caoticamente sul rap-metal di White Pimp Cut Up.
Il disco conserva comunque sonorita` aspre e violente:
i dieci minuti di tribalismi d'oltre tomba di Bloodstream sono bombardati
a tappeto dalle dissonanze di tutti gli strumenti;
i nove di Driving The Demons Out (il sabba in cui culmina il cerimoniale)
rigurgitano di riff spaventosi della chitarra.
Sono comunque inezie al cospetto di Detox (diciotto minuti), un'immersione
totale nei deliri di improvvisazione dell'ensemble, con tutti gli strumenti
scatenati a dire (urlare) la loro.
Un paio di tributi indiretti all'anima nera di Jimi Hendrix (le distorsioni
catastrofiche di Lazarus e i fendenti apocalittici di Gold Teeth) e uno a
Captain Beefheart (il Voodoo Head Blues cantato in un registro licantropo,
scandito da tonfi tellurici e pullulante di uno sciame di fiati petulanti)
suggellano questo esercizio di eccessi volgari.
Il succo dell'operazione sta piu` nel jamming collettivo, sempre al massimo
della cacofonia.
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Techno Animal is the project of Kevin Martin (God) and Justin Broadrick
( Godflesh).
Their Ghosts (Pathological, 1990) is an experiment on sampling that
has little in common with the careers of the two.
The brief ouverture of Burn works as a sort of manifesto:
a loop of grindcore drumming and metallic noise.
A panzer riff and funereal beats leads the "danse macabre" in hell's kitchen
of Walk Then Crawl (eleven minutes). A shroud of sampled noises is laid
on the powerful polirhythmic ticking, leaving behind a strident comet of
dissonances.
The percussive pieces betray the industrial roots of the duo.
Pounding, syncopated beats propel White Dog.
Touch Cop (eleven minutes) adds something similar to Albert Ayler's
horns and Von Lmo's grotesque cacophony.
At times their music seems a cross between an accelerated and multi-layered
version of the Swans' scores and a deranged imitation of Stockhausen's
compositions.
Freak Fucker lets samples of Hitler's speeches float in clouds of
electronic dust.
A Braxton-ian saxophone solo multiplies and decomposes to produce the oniric
waves of The Dream Forger, at the mercy of minimalistic and ambient
techniques.
God Vs Flesh is an amoeba of liquid sounds that expands in ominous
washes of drones while skirting
Tibetan mantras and Brian Eno frescoes.
Spineless explores a third way, after the industrial-percussive one
and the ambient-noise one: a wild whirlwind of samples drifting in outer
space.
The range of experimentation is imposing. The results are no less devastating
than Godflesh's music.
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La sigla Techno Animal e` stata rispolverata nel 1995 per il doppio Re-Entry (Virgin).
La prima parte raccoglie sei lunghi dub a meta` strada fra la trance ambientale
e la claustrofobia industriale.
L'impronta di Jon Hassell e` fortissima sulla soffice ed esotica
Flight Of The Hermaphrodite, un estenuante cerimoniale percussivo
solcato dai richiami ebbri della tromba. Nello scenario primitivo di
Mastodon Americanus il ruolo della tromba viene preso da un nugolo di
rumori intermittenti che muta lentamente in un comico balletto di robot,
quello di City Heathen Dub. Il panorama cambia radicalmente con
Narco Agent, immerso nella alla violenta e nella nevrosi urbane e condotto
sul filo di minimalismi percussivi in lenta trasformazione e in lento crescendo
di complessita`. Il clou e tour de force dell'opera dovrebbero essere i
venti minuti di dissolvenze dub di Demodex Invasion, che accumulano disturbi
fino a regredire a una lancinante dissonanza.
Il progetto lascia il tempo che trova quando questi brani chilometrici si
riducono a semplici studi sulle ritmiche artificiali, come in
The Mighty Atom Smasher, e in generale non aggiunge molto ai numerosi
esperimenti di ballabile post-techno in circolazione.
La seconda parte comprende sei suite ambientali e cosmiche. L'atmosfera di
mistero di Evil spirits, per rintocchi periodici e sciame elettronico in
lento crescendo, il quarto d'ora di musica subliminale di Catatonia,
le allucinazioni funeree e marziali di Needle Park sono soltanto gli
assaggini prima della monumentale (venti minuti) Cape Canaveral, che,
affancatasi finalmente dal ritmo, recupera le suspence piu` inquietanti della
musica cosmica di Klaus Schulze e compone un solenne poema elettronico dei
vuoti siderali. Ancor piu` ardite sono le turbolenze pianistiche di Red Sea,
come un Ravel in versione minimalista e ambientale, a indicare una strada che
potrebbe essere davvero sperimentale. Poco a poco Techno Animal si e` liberato
dalle pastoie dei ritmi sintetici che prima di tutto stanno passando di moda
e poi non hanno portato a nulla di particolarmente creativo.
L'EP Babylon Seeker (Rising High, 1996) propone alcuni remix di questi brani
in chiave hip-hop, e un po' di materiale inedito, ma sostanzialmente
tenta di speculare senza molta fantasia sulla moda dub-ambientale.
L'altro EP
Unmanned (Chrome 1, 1996) continua in quella direzione, con appena un piglio
piu` dub, ma con un assortimento di oscillatori, delay, reverb, feedback e
rumore bianco da far impallidire gli sperimentatori piu` audaci.
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(Clicka qua per la versione Italiana)
The EP Radio Hades (Position Chrome, 1998), that collects previously
released limited-edition material,
signals Martin's continuing
interest in Techno Animal's experiments
Equally threatening, majestic and innovative, the EP adopts a format of shorter,
chaotic tracks: not symphonies, but sonatas.
The Myth is a psychedelic extra-galactic dub of distorted vocals.
Similar, dub-tinged ideas are explored in
Return Of The Venom and Bass Concussion.
Intercranial is a parade of Chrome-sounding androids with synth
fireworks and busy drumming.
Toxicity enhances the doses of chirping synthesizers and pounding drums.
Interplanetary War Chant is a typical Techno Animal study on
(sampled) vocals and (looped) percussion.
The extreme saturation of sound peaks with Phantom Tribe, a
nightmare of beats and distortion.
This new version of Techno Animal has learned from Brian Eno: its music is
structured in electronic vignettes a` la Before And After Science for the
post-industrial age.
Martin is also active
in Experimental Audio Research,
a collaboration with Sonic Boom ( Spectrum) and
Kevin Shields (My Bloody Valentine).
Martin is also a graphic designer, who hides under the moniker
Pathological Puppy.
Kevin Martin (under the moniker K Mart) and Justin Broadrick (JK Flesh)
are also active as Sidewinder: their
Colonized (Virgin, 1996) is the most frantic of their works.
Kevin Martin and Dave Cochrane are Bug, a side project (originally a test for
Ice's sound system) that turned deadly serious when DJ Vadim helped assemble
Tapping The Conversation (WordSound, 1997). The album
is meant as an homage to Francis Ford Coppola's masterpiece, and it does
recreate its paranoid atmosphere with a psychophysical torture of extreme
hip hop and dub sounds.
The title-track of the EP Low Rider (Fat Cat, 1998) and
Bass Pressure are also dominated by the bass.
Pressure (Rephlex, 2003), the second full-length by Kevin Martin
under the moniker of Bug, offers frantic, surreal dancehall with an assorted
cast of toasters. As usual, Martin turns a genre upside down by injecting
doses of visceral violence into its original formula.
Ice's second album,
Bad Blood (Morpheus, 1998), features Blixa Bargeld and several rappers,
and slaughters
hip-hop's structural scaffolding, leaving behind a skeleton that smolders
like psychedelic music at its most transcendental. Despite sharing the same
moniker, this (more conventional) album is hardly related to Ice's first album
Under The Skin.
Techno Animal (Martin and Broadrick) are also involved in a couple of
prestigious collaborations:
The Curse of the Golden Vampire (DHR, 1998)
with Alec Empire
and
Symbiotics (Mille Plateaux, 1999)
with Porter Ricks.
Techno Animal's Versus Reality (City Slang, 1998) amplifies the concept by elaborating
on themes provided by Porter Ricks (Demonoid),
Alex Empire, UI, Tortoise and Spectre.
Techno Animal's single
Dead Man's Curse (Matador, 2001) is a sinister experiment with hip hop,
and a preview for the album
The Brotherhood Of The Bomb (Matador, 2001),
half of which is enhanced with a fistful of professional rappers (but
the half that is only instrumental fares much better), i.e. hardly related
to the ghostly ambient dub of its predecessor.
No matter how loud and noisy it gets,
opener Cruise Mode 101 cannot hide its
fundamental nature of uninspired rap, a problem that occurs over and over
throughout the album.
The noisy wasteland and psychedelic distortion of DC-10 creates perhaps
the best essay of the apocalyptic hip-hop they have in mind.
The instrumental tracks are far more interesting:
Hypertension provides a harrowing blend of jazz, dub and industrial
music;
Robosapien paints a futuristic vignette scarred by heavy metal riffing;
Freefall and Sub Species are more or less abstract noise with
a steady beat;
Monoscopic dilutes and dilates dub music;
Blood Money is a dark and chaotic nightmare.
The ensemble did not spend enough time refining the ideas for this album
and probably relied a bit too much on the leaders' talent in composing
frightening collages of sounds. It also takes the music.
Razor X Production is yet another Kevin Martin project, a collaboration
with Rootsman devoted to revisiting
ragga and dancehall classics in a punk-industrial context.
Their singles were collection on the double-disc Killing Sound (Rephlex, 2006).
As usual, the Bug's London Zoo (Ninja Tune, 2008) employed a cast of
singers.
The massive, grinding, claustrophobic digital arrangements of this album were
perceived by the crowd of 2008 as an extreme form of dubstep (a genre that he had basically invented with the first Bug album).
The Bug was, however, more appropriately the moral heir to
Mark Stewart's
edgy dance-punk combo
Pop Group.
The pounding hyper-dancehall Angry
and the industrial dub Jah War (originally recorded in 2006)
bet heavily on a primal propulsive
element, but most tracks take a tangent view of rhythm, starting with
the bass-heavy post-Tamla party rap Murder We
to the swinging Too Much Pain, which is more of a ballad.
The cryptic exorcism Skeng is a highlight for the way it complements a
post-dub step with a machine-gun pattern.
The tragic six-minute Poison Dart (a 2007 single) wraps Warrior Queen's
hypnotic rigmarole in a shroud of trippy reverbs and panzer bass lines.
Martin's creative rhythms transfigure African, Brazilian and Jamaican
traditions. Faced with beatscapes
that they had never encountered before, the rappers are forced to reinvent
themselves
in a (musical) language that is foreign to all pre-existing languages.
There is another album inside the album.
The political manifesto Fuckaz,
that relies more on electronic dissonance than on the beats,
the sparse, noir bossanova You And Me
and the eerie instrumental Freak Freak
abandon the "in your face" attitude for a subtler approach.
Martin conceives an album as a war zone. However, this
not as abrasive and hostile as his greatest projects.
By Martin's standards, this album is lyrical and romantic.
Martin the producer and Trinidad-born poet Roger Robinson launched
King Midas Sound, whose Waiting For You (2009) featured the
lethargic dubstep of Cool Out.
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