Kevin Martin, Techno Animal, God, Ice, Bug


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God: Loco, 5/10
God: Possession, 6.5/10
Ice: Under The Skin, 7/10
God: The Anatomy Of Addiction, 7/10
Techno Animal: Ghosts, 8/10
Techno Animal: Re-Entry, 7/10
Techno Animal: Radio Hades, 6/10
Ice: Bad Blood, 5/10
Techno Animal: The Curse of the Golden Vampire , 6/10
Techno Animal: Symbiotics , 6/10
Techno Animal: Versus Reality , 5/10
Techno Animal: The Brotherhood Of The Bomb , 6/10
Bug: Tapping The Conversation , 7/10
Bug: Pressure , 6/10
Sidewinder: Colonized (1996), 6/10
Bug: London Zoo (2008) , 7/10
King Midas Sound: Waiting For You (2009), 6.5/10
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Summary.
In Britain, saxophonist Kevin Martin launched a number of projects that explored the unlikely marriage of jazz, industrial, dub and punk-rock. The three lengthy jams of Possession (1992) and especially the chaotic nightmares of The Anatomy Of Addiction (1994), both credited to God, were relatively old-fashioned excursions in mood reconnaissance and neurotic stream of consciousness; but Techno Animal, a collaboration with Godflesh's guitarist Justin Broadrick, unleashed the destructive force of Ghosts (1990), a meeting of Foetus, Karlheinz Stockhausen and Anthony Braxton and one of the most powerful works of its time; a vision that was matched by the brutal and visceral sound of Under The Skin (1993) and, to a lesser extent, Bad Blood (1998), both credited to Ice. Techno Animal's Re-Entry (1995), instead, delved into the claustrophobic darkness of ambient dub, summoning the likes of Jon Hassell, Bill Laswell and Brian Eno. Tapping The Conversation (1997), a collaboration between Kevin Martin and Dave Cochrane credited to Bug, crafted an obsessive sense of fear through a psychophysical torture of extreme hip-hop and dub deconstruction.
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Kevin Martin e` uno dei massimi intellettuali della musica rock degli anni '90. Quasi tutti i suoi progetti hanno costituito pietre miliari nell'evoluzione del genere. Martin e` uno dei personaggi piu` dotati fra quelli che stanno cercando accanitamente una nuova via alla musica-trance, facendo leva su generi apparentemente irriconciliabili come jazz, industriale, dub e punk-rock.

Martin (cantante e sassofonista tenore di Brixton) si affaccio` alle scene con un programma gia` ambizioso, anche se limitato alla fusione fra jazz e rock che fu dei gruppi di Canterbury. Passati i tempi del jazz-rock, l'ambizione di Martin era radicale: non si trattava di usare il jazz come una "spezie" per rendere piu` raffinata e suggestiva la canzone rock, ma come un'infrastruttura su cui depositare sonorita` della musica rock. Il tutto realizzato con la foga dei punk.

I God sono un ensemble con due batterie, tre bassi, tre sassofoni e un chitarrista. L'EP Breach Birth (Situation Two, 1989) e l'album dal vivo Loco (Permis De Construire, 1991 - Pathological, 1991) avevano presentato una formazione forse troppo intellettuale, che in Surf Locomotive riusciva ad esprimere la propria eccentricita` ma nella sterminata I'll See You In Hell (tredici minuti) diventava troppo cervellotica. Justin Broadrick (Godflesh, chitarra), Tim Hodginkson (ex Henry Cow, ex Work, ex Momes, alto sassofonista e clarinettista basso), Steve Blake (ex B-Shoops, sassofonista), John Edwards (B-Shoops, basso doppio), Dave Cochrane (ex Head Of David, basso), Gary Jeff (basso), Scott Kiehl (ex Slab, percussioni) e Lou Ciccotelli (ex Slab, batteria) compongono comunque una squadra di virtuosi e genioidi con pochi eguali.

Possession (Virgin, 1992) e` piu` un manifesto programmatico che una raccolta musicale. Vi figurano tre lunghe jam: Soul Fire (dieci minuti) ha un incedere pesante sul quale si avvicendano le ruvide dissonanze della chitarra, i sassofoni uno alla volta nella parte di strumento solista, note casuali di pianoforte, e il canto, inizialmente riverberato come in "trip", ma che presto diventa grido agonizzante; Lord, I'm On My Way (altri dieci minuti) inizia con un conciliabolo di sax petulanti, interrotti da uno stacco di chitarra heavymetal, interrotto a sua volta da un ritorno a tutto volume del resto dell'"orchestra", con effetto shock raddoppiato; Love (sedici minuti) si trascina con un battito ipnotico e in un marasma di rumori piu` diffusi alla ricerca della trance, toccando vertici drammatici quando campiona in crescendo l'urlo di Martin nel baccano generale. Il jamming del gruppo e` sempre concitato, convulso e caotico; ma raramente i suoi eccessi sono giustificati dal fine.
Martin scopre la dote della sintesi in altre composizioni (composizioni, non soltanto improvvisazioni): l'iniziale Pretty e` costituita da un mantra di accordi dissonanti di chitarra, di urla sguaiate e di sassofoni striduli, tutti che si ripetono meccanicamente; all'inizio il testo di Fucked e` composto da una sola parola, ripetuta in uno bisbiglio come durante un orgasmo, mentre il ritmo compie una metamorfosi da cadenza industriale a frenesia tribale, da incubo psicanalitico a sarabanda infernale, con i sassofoni che intonano girotondi eroici e il tripudio collettivo lascia l'impressione di una moltitudine di clacson in un ingorgo stradale. Martin, che canta usando soltanto grida inarticolate, rifa` il verso al primo Mike Gira; l'ensemble esegue del free-jazz assordante e caotico, a malapena guidato dal testo.
Return To Hell parte gia` in quel caos di elettronica, percussioni, frasi staccate di flauto, rombi abrasivi di basso e acuti lancinanti di sax, che fa pensare a un'officina con migliaia di macchinari pesanti al lavoro. Il trascinante ritmo di pianoforte e grancassa di Hate Meditation e il surreale campionamento di campane, ancora una volta fatte pullulare fino a creare il caos totale e mescolate a un motivo semplice del pianoforte, di Black Jesus sono forse gli effetti piu` suggestivi raggiunti dal lavoro di composizione (nel senso letterale, non musicale, del termine) di Martin.

Gli Ice sono un altro ardito progetto di Martin, impegnati in un'improbabile fusione di dub, jazz, funk e rock all'insegna di una ferocia punk e industriale. Gli Ice sono il terzo progetto di Martin, dopo i God e i Techno Animal. La squadra e` piu` o meno la stessa, in particolare il fido chitarrista Justin Broadrick (Godflesh) e il bassista Dave Cochrane, con l'aggiunta del sassofonista svizzero Alex Buess. La vera novita` di Under The Skin (Pathological, 1993) e` un sound brutale, metallico, stordente, che si spinge ben oltre il dub convenzionale.
In Juggernaut Kiss Martin, Broadrick e Buess improvvisano cacofonie "hendrixiane" su un magma sonoro di "dub" preparato elettronicamente tramite campionamenti e programmazioni. Ancor piu` devastante Survival Of The Fattest, con le urla assatanate di un sosia di Mark Stewart, i sibili terrorizzati dei sassofoni, le distorsioni di chitarra che sembrano versi di scimmia, il rullo africano dei tamburi. In .357 Magnum la metronomia del dub e` affidata a un riff di heavy metal trattenuto e ripetuto, e ancora una volta l'effetto e` di terrore e sfacelo. La distorsione da sega elettrica e l'urlo bestiale di The Flood Sono jam di una violenza spaventosa ed estenuante.
Quando gli strumenti si placano, subentra la tensione psicologica, che non e` meno terrificante. Martin costruisce suspence insostenibile e oscure premonizioni con i riverberi onirici della chitarra e i colpi allucinogeni della batteria in Out Of Focus, con un caos orrendo di percussioni in Skyscraper, con un accumulo metodico di suoni sgradevoli e con un ciclo continuo di "industriali" in Swimmer (tredici minuti).
Se talvolta l'ensemble sproloquia a vanvera, evidenziando i difetti delle esibizioni dal vivo di Martin e compagni, Stick Insect trova quel raro momento di ispirazione "totale" e riesce a catalizzare tutti gli elementi del sound in un grandioso cataclisma musicale, al limite del concerto di musica d'avanguardia per dissonanze e poco piu`.

Da Under The Skin riparte il secondo vero disco dei God, il monumentale The Anatomy Of Addiction (Big Cat, 1994), pieno di buone intenzioni, ma, come molto rock progressivo degli anni '70, spesso pretenzioso, ridondante e logorroico. Della partita sono quasi tutti quelli della volta precedente piu` Russell Smith (chitarra) e Tom Prentice (viola). Il disco si apre con la musica industriale di On All Fours e un piglio omicida alla Foetus, ma presto i fiati prendono il controllo della situazione, sommergendo le sincopi cadaveriche e le stecche metalliche di Tunnel con nuvole di droni alieni e miagolando caoticamente sul rap-metal di White Pimp Cut Up. Il disco conserva comunque sonorita` aspre e violente: i dieci minuti di tribalismi d'oltre tomba di Bloodstream sono bombardati a tappeto dalle dissonanze di tutti gli strumenti; i nove di Driving The Demons Out (il sabba in cui culmina il cerimoniale) rigurgitano di riff spaventosi della chitarra. Sono comunque inezie al cospetto di Detox (diciotto minuti), un'immersione totale nei deliri di improvvisazione dell'ensemble, con tutti gli strumenti scatenati a dire (urlare) la loro. Un paio di tributi indiretti all'anima nera di Jimi Hendrix (le distorsioni catastrofiche di Lazarus e i fendenti apocalittici di Gold Teeth) e uno a Captain Beefheart (il Voodoo Head Blues cantato in un registro licantropo, scandito da tonfi tellurici e pullulante di uno sciame di fiati petulanti) suggellano questo esercizio di eccessi volgari. Il succo dell'operazione sta piu` nel jamming collettivo, sempre al massimo della cacofonia.

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Techno Animal is the project of Kevin Martin (God) and Justin Broadrick ( Godflesh). Their Ghosts (Pathological, 1990) is an experiment on sampling that has little in common with the careers of the two. The brief ouverture of Burn works as a sort of manifesto: a loop of grindcore drumming and metallic noise. A panzer riff and funereal beats leads the "danse macabre" in hell's kitchen of Walk Then Crawl (eleven minutes). A shroud of sampled noises is laid on the powerful polirhythmic ticking, leaving behind a strident comet of dissonances.
The percussive pieces betray the industrial roots of the duo. Pounding, syncopated beats propel White Dog. Touch Cop (eleven minutes) adds something similar to Albert Ayler's horns and Von Lmo's grotesque cacophony.
At times their music seems a cross between an accelerated and multi-layered version of the Swans' scores and a deranged imitation of Stockhausen's compositions. Freak Fucker lets samples of Hitler's speeches float in clouds of electronic dust. A Braxton-ian saxophone solo multiplies and decomposes to produce the oniric waves of The Dream Forger, at the mercy of minimalistic and ambient techniques. God Vs Flesh is an amoeba of liquid sounds that expands in ominous washes of drones while skirting Tibetan mantras and Brian Eno frescoes.
Spineless explores a third way, after the industrial-percussive one and the ambient-noise one: a wild whirlwind of samples drifting in outer space.
The range of experimentation is imposing. The results are no less devastating than Godflesh's music.

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La sigla Techno Animal e` stata rispolverata nel 1995 per il doppio Re-Entry (Virgin). La prima parte raccoglie sei lunghi dub a meta` strada fra la trance ambientale e la claustrofobia industriale. L'impronta di Jon Hassell e` fortissima sulla soffice ed esotica Flight Of The Hermaphrodite, un estenuante cerimoniale percussivo solcato dai richiami ebbri della tromba. Nello scenario primitivo di Mastodon Americanus il ruolo della tromba viene preso da un nugolo di rumori intermittenti che muta lentamente in un comico balletto di robot, quello di City Heathen Dub. Il panorama cambia radicalmente con Narco Agent, immerso nella alla violenta e nella nevrosi urbane e condotto sul filo di minimalismi percussivi in lenta trasformazione e in lento crescendo di complessita`. Il clou e tour de force dell'opera dovrebbero essere i venti minuti di dissolvenze dub di Demodex Invasion, che accumulano disturbi fino a regredire a una lancinante dissonanza. Il progetto lascia il tempo che trova quando questi brani chilometrici si riducono a semplici studi sulle ritmiche artificiali, come in The Mighty Atom Smasher, e in generale non aggiunge molto ai numerosi esperimenti di ballabile post-techno in circolazione.
La seconda parte comprende sei suite ambientali e cosmiche. L'atmosfera di mistero di Evil spirits, per rintocchi periodici e sciame elettronico in lento crescendo, il quarto d'ora di musica subliminale di Catatonia, le allucinazioni funeree e marziali di Needle Park sono soltanto gli assaggini prima della monumentale (venti minuti) Cape Canaveral, che, affancatasi finalmente dal ritmo, recupera le suspence piu` inquietanti della musica cosmica di Klaus Schulze e compone un solenne poema elettronico dei vuoti siderali. Ancor piu` ardite sono le turbolenze pianistiche di Red Sea, come un Ravel in versione minimalista e ambientale, a indicare una strada che potrebbe essere davvero sperimentale. Poco a poco Techno Animal si e` liberato dalle pastoie dei ritmi sintetici che prima di tutto stanno passando di moda e poi non hanno portato a nulla di particolarmente creativo.

L'EP Babylon Seeker (Rising High, 1996) propone alcuni remix di questi brani in chiave hip-hop, e un po' di materiale inedito, ma sostanzialmente tenta di speculare senza molta fantasia sulla moda dub-ambientale. L'altro EP Unmanned (Chrome 1, 1996) continua in quella direzione, con appena un piglio piu` dub, ma con un assortimento di oscillatori, delay, reverb, feedback e rumore bianco da far impallidire gli sperimentatori piu` audaci.

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The EP Radio Hades (Position Chrome, 1998), that collects previously released limited-edition material, signals Martin's continuing interest in Techno Animal's experiments Equally threatening, majestic and innovative, the EP adopts a format of shorter, chaotic tracks: not symphonies, but sonatas. The Myth is a psychedelic extra-galactic dub of distorted vocals. Similar, dub-tinged ideas are explored in Return Of The Venom and Bass Concussion. Intercranial is a parade of Chrome-sounding androids with synth fireworks and busy drumming. Toxicity enhances the doses of chirping synthesizers and pounding drums. Interplanetary War Chant is a typical Techno Animal study on (sampled) vocals and (looped) percussion. The extreme saturation of sound peaks with Phantom Tribe, a nightmare of beats and distortion. This new version of Techno Animal has learned from Brian Eno: its music is structured in electronic vignettes a` la Before And After Science for the post-industrial age.

Martin is also active in Experimental Audio Research, a collaboration with Sonic Boom ( Spectrum) and Kevin Shields (My Bloody Valentine).

Martin is also a graphic designer, who hides under the moniker Pathological Puppy.

Kevin Martin (under the moniker K Mart) and Justin Broadrick (JK Flesh) are also active as Sidewinder: their Colonized (Virgin, 1996) is the most frantic of their works.

Kevin Martin and Dave Cochrane are Bug, a side project (originally a test for Ice's sound system) that turned deadly serious when DJ Vadim helped assemble Tapping The Conversation (WordSound, 1997). The album is meant as an homage to Francis Ford Coppola's masterpiece, and it does recreate its paranoid atmosphere with a psychophysical torture of extreme hip hop and dub sounds. The title-track of the EP Low Rider (Fat Cat, 1998) and Bass Pressure are also dominated by the bass. Pressure (Rephlex, 2003), the second full-length by Kevin Martin under the moniker of Bug, offers frantic, surreal dancehall with an assorted cast of toasters. As usual, Martin turns a genre upside down by injecting doses of visceral violence into its original formula.

Ice's second album, Bad Blood (Morpheus, 1998), features Blixa Bargeld and several rappers, and slaughters hip-hop's structural scaffolding, leaving behind a skeleton that smolders like psychedelic music at its most transcendental. Despite sharing the same moniker, this (more conventional) album is hardly related to Ice's first album Under The Skin.

Techno Animal (Martin and Broadrick) are also involved in a couple of prestigious collaborations: The Curse of the Golden Vampire (DHR, 1998) with Alec Empire and Symbiotics (Mille Plateaux, 1999) with Porter Ricks.

Techno Animal's Versus Reality (City Slang, 1998) amplifies the concept by elaborating on themes provided by Porter Ricks (Demonoid), Alex Empire, UI, Tortoise and Spectre.

Techno Animal's single Dead Man's Curse (Matador, 2001) is a sinister experiment with hip hop, and a preview for the album The Brotherhood Of The Bomb (Matador, 2001), half of which is enhanced with a fistful of professional rappers (but the half that is only instrumental fares much better), i.e. hardly related to the ghostly ambient dub of its predecessor.
No matter how loud and noisy it gets, opener Cruise Mode 101 cannot hide its fundamental nature of uninspired rap, a problem that occurs over and over throughout the album. The noisy wasteland and psychedelic distortion of DC-10 creates perhaps the best essay of the apocalyptic hip-hop they have in mind.
The instrumental tracks are far more interesting: Hypertension provides a harrowing blend of jazz, dub and industrial music; Robosapien paints a futuristic vignette scarred by heavy metal riffing; Freefall and Sub Species are more or less abstract noise with a steady beat; Monoscopic dilutes and dilates dub music; Blood Money is a dark and chaotic nightmare.
The ensemble did not spend enough time refining the ideas for this album and probably relied a bit too much on the leaders' talent in composing frightening collages of sounds. It also takes the music.

Razor X Production is yet another Kevin Martin project, a collaboration with Rootsman devoted to revisiting ragga and dancehall classics in a punk-industrial context. Their singles were collection on the double-disc Killing Sound (Rephlex, 2006).

As usual, the Bug's London Zoo (Ninja Tune, 2008) employed a cast of singers. The massive, grinding, claustrophobic digital arrangements of this album were perceived by the crowd of 2008 as an extreme form of dubstep (a genre that he had basically invented with the first Bug album). The Bug was, however, more appropriately the moral heir to Mark Stewart's edgy dance-punk combo Pop Group. The pounding hyper-dancehall Angry and the industrial dub Jah War (originally recorded in 2006) bet heavily on a primal propulsive element, but most tracks take a tangent view of rhythm, starting with the bass-heavy post-Tamla party rap Murder We to the swinging Too Much Pain, which is more of a ballad. The cryptic exorcism Skeng is a highlight for the way it complements a post-dub step with a machine-gun pattern. The tragic six-minute Poison Dart (a 2007 single) wraps Warrior Queen's hypnotic rigmarole in a shroud of trippy reverbs and panzer bass lines.
Martin's creative rhythms transfigure African, Brazilian and Jamaican traditions. Faced with beatscapes that they had never encountered before, the rappers are forced to reinvent themselves in a (musical) language that is foreign to all pre-existing languages.
There is another album inside the album. The political manifesto Fuckaz, that relies more on electronic dissonance than on the beats, the sparse, noir bossanova You And Me and the eerie instrumental Freak Freak abandon the "in your face" attitude for a subtler approach.
Martin conceives an album as a war zone. However, this not as abrasive and hostile as his greatest projects. By Martin's standards, this album is lyrical and romantic.

Martin the producer and Trinidad-born poet Roger Robinson launched King Midas Sound, whose Waiting For You (2009) featured the lethargic dubstep of Cool Out.

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