- Dalla pagina su Inade di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Gli Inade, ovvero il duo tedesco formato da Rene Lehmann e Knut Enderlein, hanno debuttato nello stile della musica dark ambient in voga all'inizio degli anni '90 con le cassette Schwerttau (1992) e Burning Flesh (1993 – Loki, 2000).
La loro fase matura è iniziata con il concept "cosmico" di Aldebaran (Cold Spring, 1996), le cui poesie elettroniche (ognuna seguita da una sorta di pezzo complementare senza titolo) in realtà tendono alla musica industriale. I giganteschi venti mutevoli di Signals From 68 Dimensions diventano uno sciame di organismi alieni ostili. Il loop costante di Signals From 68 Dimensions II raffigura la fabbrica dell'inferno, un aggiornamento della fabbrica della morte dei Throbbing Gristle. Il ribollente The Conquest Of Being Separated è già abbastanza straziante, ma l'apocalisse ronzante e travolgente di The Conquest Of Being Separated II spinge l'orrore a un livello superiore (forse il picco del pathos). Il pulsante The Crushing Of Earthly Foundations si trasforma in un satanico incontro in cui un coro operistico viene sbranato senza pietà, e The Crushing Of Earthly Foundations II rivisita la fabbrica dell'inferno in un'orgia di macchine sibilanti e anime gementi. Il respiro pesante di The End Of The Beginning diventa una marea gigante. The End Of The Beginning II sovrappone un drone mostruoso e una recitazione distorta, e i due si ingoiano a vicenda. I pezzi "alter ego" tendono a essere più duri e cupi dei pezzi intitolati. Se i titoli si riferiscono al presente, i loro alter ego potrebbero proiettare quel presente nel futuro.
I pezzi di media lunghezza di The Crackling Of The Anonymous (2001) erano così instabili che sembravano dipingere con il suono i diversi stadi della nevrosi. Il vocabolario confuso di Eternity's Crevice sembra la colonna sonora di un'esperienza traumatica. In Chapel Perilious i rumori in forma libera confinano con la musique concrete e con la musica industriale. The Engine Of Space crea metafore gotiche con tonfi e sibili macabri. I momenti migliori sembrano una terapia d'urto audio, ma troppe sezioni sono inutili e banali.
Colliding Dimensions (2005) raccoglie registrazioni dal 1995 al 2002. Samadhi State (2006) contiene remix di registrazioni dal 2001 al 2002.
Il più maturo The Incarnation of the Solar Architects (Loki, 2009) ha esplorato una vasta gamma di ambientazioni, dalla turbolenta cacofonia di From The Angle of Aleph ai lontani messaggi radio di Aion Teleos. The Engine Of The Mind riprende i droni vorticosi e minacciosi, la gravità sinfonica e i clangori sparsi di Irrlicht di Klaus Schulze; ma il sofisticato Abandoned Inferno gioca con l'elettronica frusciante e le percussioni "in corsa"; mentre la forma libera A Lefthanded Sign evoca fischi siderali, polvere di stelle gocciolante e dolori alla nascita di supernova nel vuoto cosmico. Le tre dimensioni (evocativa, tonale e psicologica) si perpetuano attraverso (rispettivamente) il morbido Altar to The Unknown, il duro The World Behind The World, il frenetico Canon Of Proportion.
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