Katell Keineg
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O Seasons O Castles , 5/10
Jet, 6/10
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L'intensa affabulazione di Katell Keineg, cantautrice di origine brettone, fonde le pose intellettuali di Joan Armatrading e Kate Bush. Rivelata nel 1992 dal singolo Hestia, ha raccolto su O Seasons O Castles (Elektra, 1994) una serie di ballad da consumata diva di soul-jazz (Partisan) o di blues notturno (Burden), talvolta confessioni intellettuali come in Joni Mitchell (Cut) talaltra solenni odi celtiche (Paris). Raramente Keineg esce da quelle strutture altamente drammatiche, giusto una swingante Destiny's Darling e il country-rock di Franklin.

Su Jet (Elektra, 1997), forte della sua piccola orchestra di accompagnamento, Keineg puo` esplorare i meandri del suo animo femminile in composizioni che trascendono dal mero ritornello. Keineg canta Battle Of The Trees con una compostezza che e` al tempo stesso fiabesca e tragica. L'apice e` rappresentato da One Hell Of A Life, un misto di gospel e folk-rock, di organo Hammond e di chitarre squillanti. Keineg e` migliorata sia sul fronte canoro sia su quello orchestrale. La duttilita` vocale le consente di impersonare tanto il bardo celtico, quando intona Enzo in una stasi quasi trascendente, quanto la collega O'Connor, quando s'inerpica lungo le note alte di Smile. La sofisticazione delle messe in scena e` ancor piu` impressionante, a partire dalla sgangherata fanfara tropicale di Ole` Conquistador all'epica frase d'organo che accompagna il rap e lo scat di Marietta. Alcune canzoni sono tour de force drammatici, che protraggono anche per sette minuti (Mother's Map e There You Go su tutte) l'angosciata tortura delle sue rimuginazioni.

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