Summary.
The Ozric Tentacles,
"the" progressive band of the 1990s (although it began releasing cassettes
in the mid 1980s), took Gong's legacy (fusing jazz-rock, hard-rock and acid-rock
into an energetic, slick, variegated sound) and copied Mike Oldfield's invention (collating melodic and stylistic events into elegant fantasies) to produce a synthesis that sounded both ambitous and natural.
Unrelenting rhythms, gurgling synthesizers, stratospheric guitars and exotic atmospheres permeated Pungent Effulgent (1989), and the effect was both vibrant and hypnotic.
The "band" was an open ensemble, anchored to the pillars of guitarist Ed Wynne, keyboardist Joie Hinton, drummer Merv Pepler, flutist John Egan, percussionist Paul Hankin.
The quantity of ideas and experiments, each realized with slick magisterial precision, was overwhelming on Erpland (1990), an instrumental tour de force recorded by a ten-unit ensemble (including two electronic keyboards, a sampler, four percussionists, flute, bass and guitar) and displaying an almost baroque elegance.
The Ozric Tentacles had mastered, at the same time, the melodic ingenuity of classical music, the fluidity of jazz-rock and the drive of hard-rock.
The sound was so cohesive and shimmering to evoke Colosseum's total jams.
Strangeitude (1991) blended as many sources but also added dance beats
to its gallopping symphonic poems and colorful festivals of sounds.
Far from being improvised, its intricate collages were clockwork mechanisms.
Jurassic Shift (1993) continued to move towards the taste of the time
via increasing nods to ambient, cosmic, new-age and ethnic music.
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Gli Ozric Tentacles sono eredi della grande tradizione del progressive-rock
e dell'acid-rock, aggiornati all'era del techno e della world-music.
Si ispirano ai grandi complessi progressivi per le loro improvvisazioni
libere, le loro fantasie melodici e i loro contrappunti strumentali,
unendo un senso dello humour degno dei Gong, una fluidita` presa dal jazz-rock
e un piglio aggressivo degno dell'hard-rock.
Sintetizzatori borboglianti, ritmi travolgenti e spesso ballabili, chitarre
stratosferiche e atmosfere esotiche compongono un elegante mosaico sonoro.
Nella piu` pura tradizione del vecchio movimento psichedelico,
gli Ozric Tentacles uniscono a questa visione della musica
uno spirito cosmico-comunitario che ricorda i Magma e i Gong.
Il loro merito storico e` di aver trovato il sottile filo che tiene
uniti Gong, Hawkwind, Pink Fairies, Jethro Tull, Jimi Hendrix, Mike Oldfield,
Todd Rundgren e i Chrome.
Gli Ozric Tentacles vennero formati allo Stonehenge Solstice Festival del 1982
dal chitarrista Ed Wynne e da allora sono diventati un gruppo da culto della psichedelia britannica.
Attorno al leader si alternarono diversi musicisti
(fino a un massimo di dodici), fra cui John Egan al flauto,
Nick Van Gelder alla batteria, Tom Brooks ai sintetizzatori,
Roly Wynne al basso, Paul Hankin alle percussioni,
e Joie Hinton alle tastiere (anche leader di Ullulators, Oroonies e Eat Static). Questo ensemble
variabile e` pero` costante nell'eseguire uno "spacerock" etnico e tribale,
esclusivamente strumentale.
Tutte le loro registrazioni sono pubblicate in proprio dalla loro Dovetail.
I loro show sono degli "eventi" di cui la musica e` soltanto una componente:
"Fruit Salad" e` composto da una batteria di proiettori di slide e di schermi
di ogni foggia, da fuochi artificiali e da luci psichedeliche.
L'insieme si presta alla perfezione per i rave degli anni '90.
Le loro prime registrazioni vedono la luce soltanto su cassetta e verranno
prima antologizzate su Afterswish (Dovetail, 1991) e poi
ristampate su CD nel boxed set Vitamen Enhanced (Dovetail, 1994):
Erpsongs e Tantric Obstacles nel 1985,
il Live Ethereal Cereal e There Is Nothing nel 1986,
e Sliding Gliding Worlds nel 1988;
a cui vanno aggiunti gli inediti raccolti su
The Bits Between the Bits (Dovetail, 1994).
Questo repertorio
era per lo piu` composto da brani relativamente brevi e raffazzonati, ma
la progressione stilistica fu impressionante, dall'acidrock amatoriale degli
inizi a un progressive-rock elettronico e ballabile.
Ed Wynne aveva anche fatto parte di un'oscura formazione underground, i Nodens Ictus, la cui produzione verra` raccolta su Spacelines (Stretchy, 2000).
Il primo album su vinile e` Pungent Effulgent (Demi Monde, 1989), che
presenta l'importante aggiunta di Merv Pepler alla batteria e che
in embrione era gia` il futuro. Dissolution si apre
con tutti gli strumenti che battono il ritmo fino a lanciarsi in un trotto all'impazzata su cui si lancia un
assolo stratosferico di chitarra.
A parte il jazzrock corposo e ribollente della lunga Ayurvedic, il resto
del disco colloca quel sound compatto e scintillante in contesti meno vigorosi e piu` atmosferici. Anzi,
quasi new age nella trance di accordi celestiali di Phalarn Dawn, e degno di Jon Hassell in
Shaping The Pelm, con il suo tribalismo esotico e i suoi versi malati. Il minimo emotivo viene
toccato nel pow-wow per alieni ubriachi di Agog In The Ether. I brani hanno la struttura aperta,
sempre pronti ad assimilare qualsiasi spunto; ma quando coagulano attorno a un nucleo ferreo acquistano
una forza spaventosa. E` il caso di The Domes Of G'bal, che da un crepitio di sequencer secerne
un pesante passo dub immerso in stelle filanti elettroniche, e di Wreljch, detonato dalla cadenza
travolgente degli incubi cibernetici dei Chrome.
A regime i brani sfrecciano a velocita` supersonica, le armonie sono pallottole
ben affilate, le chitarre fornaci di sibili assordanti. La coesione del sound riprende un discorso iniziato nel
rock britannico dalle jam "totali" dei Colosseum. Il rock strumentale di fine secolo riparte da qua.
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Erpland (Demi Monde, 1990), recorded by what had become a ten-unit
ensemble (including two electronic keyboards, a sampler, four percussionists,
flute, bass, guitar), is another instrumental tour de force and stands as
a virtual compendium of rock music.
The eight-minute overture Eternal Wheel serves well as an introduction,
Pepler's fluid drumming joining a series of virtuoso displays, from
Wynne's metal guitar solos and hard-rock riffs to
Hinton's mock keyboard noises and Indian melodies,
from Egan's middle-eastern flute to
Pepler's own accelerations, which are simply breathtaking.
Rhythm is the glue that keeps together acrobatic jams like
Tidal Convergence, its cosmic fluctuations, melodic progressions, tempo
shifts and harsh counterpoint.
Hankin's percussions and Egan's flute highlight brief ethnic sketches such as
Toltec Spring and Sunscape, overflowing with rhythmic, timbric
and harmonic references to Indian and South American folklore.
Mysticum Arabicola adds a cornucopia of instruments and expands on that
concept, unleashing a swirling, seductive belly dance.
Valley Of A Thousand Thoughts is a fantastic journey through
a haunting, suspenseful jungle, laden with sounds that recreate not only the
wildlife but also the human rites, almost an audio documentary of primitive
emotions and Ozric Tentacles' personal take on "fourth world" music.
The Throbbe, perhaps the best piece in this "ethnic" vein, careens
at a martial dub pace, with muezzin-style wailing and
rocket-like guitar (reminiscent of Helios Creed).
Erpland is the "rock and roll" number on the album,
a spirited boogie that the guitar uses as a springboard
to indulge in country twang and reggae-ified staccato.
Iscence is the most radio-friendly track, a melodic reggae vaudeville
that sounds like a light diversion compared with the other complex scores
of the album (but no less harmonically rich).
The orchestration of Cracker Blocks is a model of unity in discontinuity,
as cascading electronic tones and tinkling percussions create a thick, hypnotic
texture.
The closing composition, A Gift of Wings, summarizes the mood of the
album with ten minutes of
musical nirvana: languid drones, bubbling electronics, wailing synthesizers,
didjeridoo-like buzzing, thick percussions, sampled voices and Turkish strings,
a colorful festival of sounds, a galloping symphonic poem.
The quantity of cues, ideas and experiments is overwhelming. Each is realized
with slick magisterial precision.
Each piece boast an almost baroque elegance. Progressive-rock has seldom been
so pleasant to listen to. Ozric Tentacles' ancestors are not the King Crimsons
and the Soft Machines, but the humbler Colosseum of the gorgeous
Valentine Suite.
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(Translation by/ Tradotto da Alessandro Isopo)
Erpland (Demi Monde, 1990), registrato da
quello che è diventato
un ensemble di 10 elementi (due tastiere elettroniche,
un campionatore,
quattro percussionisti, flauto, basso e chitarra),
è un altro tour de
force strumentale e si pone come virtuale compendio di
musica rock.
L'overture di otto minuti Eternal Wheel
è un ottimo biglietto da
visita, il drumming fluido di Pepler si accoppia ad
una serie di
virtuosismi, dai riff di hard-rock e assoli metal di
Wynne alle melodie indiane
e ai rumori simulati della tastiera di Hinton, dal
flauto medio-orientale di Egan
alle accelerazioni mozzafiato dello stesso Pepler. Il
ritmo è il collante
che tiene insieme jam acrobatiche come Tidal
Convergence, con le sue
fluttuazioni cosmiche, le progressioni melodiche, i
cambi di tempo e i ruvidi
contrappunti.
Le percussioni di Hankin ed il flauto di Egan
impreziosiscono bozzetti etnici
come Toltec Spring e Sunscape,
traboccanti di citazioni ritmiche,
timbriche ed armoniche al folklore indiano e
sudamericano. Mysticum Arabicola
si espande su quello stesso concetto con l'aggiunta di
una cornucopia di strumenti,
scatenando una vorticosa e seducente danza del ventre.
Valley Of A Thousand Thoughts è un
fantastico viaggio attraverso una
giungla spettrale, carica di suoni che ricreano non
solo la vita selvaggia ma
anche i riti umani, quasi un documentario sonoro di
emozioni primitive e la
personale versione ozric-iana della 'forth world'
music.
The Throbbe, forse il brano migliore di questo
solco etnico, procede ad
un passo marziale di dub, con lamento da meuzzin e
chitarre al fulmicotone (un
po' nello stile di Helios
Creed).
Erpland è il rock&roll dell'album, un
boogie spiritato che la
chitarra sospinge verso twang country e staccato
reggae.
Iscence è il brano più
radiofonico (sebbene ugualmente
ricco dal punto di vista armonico), un vaudeville
melodico e sincopato che
devia leggermente dalle complesse linee dell'album.
Le orchestrazioni di Cracker Blocks sono un
modello di unità nella
discontinuità, le cascate di elettronica e le
percussioni titinnanti creano
una tessitura spessa ed ipnotica.
La composizione finale, A Gift of Wings,
riassume l'essenza dell'album
attraverso un nirvana musicale di dieci minuti:
languidi droni, elettroniche
gorgoglianti, sintetizzatori lamentosi, ronzii in
stile didjeridoo, percussioni
fitte, voci campionate e archi turchi, un
caleidoscopico festival di suoni, un
galoppante poema sinfonico.
La quantità di spunti, idee ed esperimenti
è travolgente. Ciascun
brano è realizzato con una precisione maniacale
e un'eleganza quasi
barocca. Il rock progressivo raramente è stato
tanto piacevole da ascoltare.
I veri antenati degli Ozric Tentacles non sono i King
Crimson o i Soft Machine, ma
i più umili Colosseum della splendida
Valentine Suite.
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Stabilizzatosi finalmente il sestetto
(Ed Wynne, Roly Wynne, John Egan, Joie Hinton, Merv Pepler, Paul Hankin),
Strangeitude (Demi Monde, 1991).
e` l'album che li fa conoscere da un pubblico piu` ampio.
White Rhino Tea e` esemplare del loro "Seventies revival", in quanto fa sfilare il sequencer dei
Tangerine Dream, il jazzrock piu` frenetico, il bluesrock di Hendrix, gli stacchi degli Utopia (Todd
Rundgren), e un modo di rimescolare tutte queste fonti sonore che ricorda le suite di Mike Oldfield. Passi
medievali della chitarra e sibili arabo-cosmici dei sintetizzatori nel saltarello pan-etnico di
Saucers, assoli jazzati di chitarra e flauto nelle mosse esotiche (un pizzico di rai) di Bizarre
Bazaar, arricchiscono progressivamente il campionario di stili.
Sploosh ci butta dentro anche effetti elettronici e un crescendo melodico
delle tastiere su una ritmica ossessiva; il risultato e` uno dei classici per rave dell'anno. Altrettanto
ballabile risulta la title-track, una serie di variazioni e campionamenti su un altro tema orientale. In tutte
le sue trasformazioni questa e` pur sempre la jam improvvisata per chitarra solista che andava di moda
negli anni '70. Live Throbbe dimostra come queste variazioni su tema siano in effetti imparentate
con i deliri chitarristici di Helios Creed. L'atmosfera piu` sui generis e` forse quella di Space Between
Your Ears, propulsa da forti scosse dub e poi affidata a un flauto incantatore. A trionfare in queste
logorroiche esibizioni di fantasia esecutiva e` soprattutto l'amore di Wynne per la musica araba.
D'altronde, debitamente prodotto, il loro sound e` una fusione di stili che vanno per la maggiore,
A parte i documenti dal vivo, gli scarti e le antologie, la discografia degli Ozrics
e` gia` consistente nel 1993, quando diventano famosi: Jurassic Shift debutta nelle classifiche
britanniche al primo posto, e non era mai successo prima a una casa discografica indipendente.
Jurassic Shift (Dovetail, 1993)
non fa in effetti che arrangiare e produrre "a` la mode" i loro esperimenti di
sempre, e la loro fusione di stili degli anni '70 risulta un ideale complemento alle varie musiche new age,
ambientale e cosmica che vanno per la maggiore: Sunhair compenetra i sequencer dei Tangerine
Dream e la jam chitarristica, quella di Half Light In Thillai e` semplicemente world-music, il
tema demenziale di Stretchy vivacizza il vetusto jazzrock. Il tutto in un tripudio di echi di Frank
Zappa, Jethro Tull e Gong.
La fusione raggiunge un livello spettacolare nei due brani piu` lunghi, Feng
Shui e Jurassic Shift, che rinnovano l'arte delle suite-idra di Colosseum e Iron Butterfly.
Sono fantasie lucide ed eleganti, vellutate e sensuali che impacchettano una gran quantita` di eventi sonori
d'alta classe. Il repertorio della prima spazia dalle bollicine cosmiche del sintetizzatore a un'impennata
heavymetal. La pasta della seconda e` ancor meglio amalgamata, al punto che e` difficile riconoscere i
singoli elementi. Il sound perde la sua rudimentale freschezza, diventa spesso monotono e prevedibile, fa
quasi sempre cilecca sul fronte dello humour. Ma gli Ozrics hanno trovato il giusto compromesso fra
relax e energia, che puo` accontentare fasce diverse, persino opposte, di pubblico.
I rapporti di forza all'interno del gruppo
(ridotto in cinque per la dipartita di Roly Wynne e Paul Hankin, con l'ingresso
di Zia Geelani al basso) sembrano quasi invertirsi sul successivo
Arborescence (Dovetail, 1994), in quanto la parte nobile del sound e`
quella infetta di techno (Dance Of The
Loomi e There's A Planet Here) e di esotismi (Al Salloq e Shima Koto). Il
brano piu` tipico, Yog-Bar-Og (di dieci minuti),
non va molto lontano; quello di apertura, Astro Cortex,
sembra piu` che altro un omaggio al jazzrock spaziale dei Gong.
Forse due album in un anno sono troppi per Wynne.
Become The Other (Dovetail, 1995) e` il primo disco a rinunciare del
tutto all'apporto di Pepler e Hinton.
La formazione di Wynne fa adesso leva sul tastierista
Christoper Lenox-Smith, oltre al fido John Egan e a una sezione ritmica
che accanto a Zia Geelani annovera due nuovi percussionisti.
Sono comunque le tastiere a dominare da cima a fondo.
Cat, Ghedengi, Wob Glass, Neurochasm,
Become the Other propongono un progressive-rock da salotto per il
pubblico new age.
Vibuthi e` il brano epico del disco, ma sfigura di fronte ai suoi
predecessori.
Il sound e` irriconoscibile, come se fosse stato mixato da qualcun altro.
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Curious Corn (Mad Fish, 1997) is another disappointment. The quintet
plays like mature sessionmen who merely reenact their routine.
Afroclonk, a percussive feast,
and Curious Corn add more "ethnic" sounds to their stew.
Spyroid and Meander relax the sound to the point of neutralizing
the efferevescence that used to be Ozric's main weapon.
Their parable is ever more similar to late-period Gong: excellent musicianship,
but hardly anything to remember.
Spice Doubt (Streaming, 1998) is the soundtrack to a live Internet event.
Waterfall Cities (Stretchy, 1999) is equally well-executed but
fundamentally predictable progressive-rock (Coily), with an increasing
tendency towards ethereal new-age
music (Waterfall City, Aura Borealis) and enchanted world fusion
(Ch'ai, Sultana Detrii) and, in general, towards simplicity
(the melody of Spiralmind).
The seven tracks on
The Hidden Step (Stretchy, 2000), first studio album in three years,
featuring the usual virtuoso displays (Holohedron)
and intricate fantasies (Tight Spin, The Hidden Step),
continue Wynne's quest for a land at the border between
world-music, electronica and psychedelia, but with no new insight in the
territory that he has been roaming for so long.
Pixel Dream,
Aramanu and Ta Khut weave icy tapestries that comprise threads of
Tangerine Dream, Third Ear Band and Harold Budd.
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(Translation by/ Tradotto da Gianluca Mantovan)
Curious Corn (Mad Fish, 1997) e' una nuova delusione. Il quintetto suona
come maturi sessionmen che rilanciano meramente la loro routine. Afroclonk,
una
festa percussiva, e Curious Corn aggiungono suoni piu' "etnici". Spyroid
e Meander rilassano fino a neutralizzare l'effervescenza, un tempo arma
principalee degli Ozric. La loro parabola e' simile a quella dei tardi Gong:
eccellente valore musicale ma quasi nulla di memorabile.
Spice Doubt (Streaming, 1998) e' la colonna sonora di un live su Internet.
Waterfall Cities (Stretchy, 1999) e' altrettanto ben eseguito ma si tratta
fondamentalmente di progressive-rock (Coily), con crescente tendenza verso
l'eterea new-age (Waterfall City, Aura Borealis), l'incantata world fusion
(Ch'ai, Sultana Detrii) e, in generale, verso la semplicita' (la melodia
di Spiralmind).
Le sette tracce di The Hidden Step (Stretchy, 2000), primo album in studio
in tre anni, contengono gli abituali virtuosisimi (Holohedron) e intricate
fantasies (Tight Spin, The Hidden Step), con la continuazione della ricerca
di Wynne
di una terra al confine fra musica world, elettronica e psichedelia, ma
senza novita' in quel territorio a lungo perlustrato. Pixel Dream, Aramanu
e Ta Khut intessono tapezzerie di ghiaccio comprendenti elementi di Tangerine
Dream, Third Ear Band e Harold Budd.
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The band basically ceased to exist after
Swirly Termination (2000), that sounds like a collection of leftovers.
Spirals in Hyperspace (2004) was de facto an Ed Wynne solo album,
and so were the albums that followed, each increasingly more electronic
and frigid:
The Floor's Too Far Away (2006), with incursionsin techno music,
The Yumyum Tree (2009),
Wasps & Moths (2010), with the twelve-minute Spaced Jam,
until the horrible Paper Monkeys (2011).
Eternal Wheel (2004) is probably the best anthology.
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(Translation by/ Tradotto da xxx)
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