Robin Storey dei
Zoviet France
ha dato vita con il progetto Rapoon a
un'esperienza intensamente elettronica e ambientale.
Il suo limite maggiore e` la prolificita`: se avesse fatto un solo disco,
sarebbe un capolavoro universale.
Storey comincia cesellando una raccolta di mantra per campionamenti, tabla e melodie
elettroniche come Dream Circle (DOVEntertainment, 1992).
Tracks:
Najam Jikkah ,
In Light ,
Govindahal ,
Dream Circle ,
Lotus ,
Wind Chime ,
Radio Ganga ,
Imdeepah ,
Na Jam-fal .
Storey
abbandona poi le percussioni su Raising Earthly Spirits (Staalplaat, 1993),
peraltro propulso da pulsazioni elettroniche.
Tracks:
Alchiva ,
Ochre ,
Djang ,
Awi ,
Snake Belly ,
Akkurra ,
Sky Heroes .
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Rapoon, the brainchild of Zoviet France's Robin Storey, gave new meaning to the fusion of Indian and western music on albums such as Vernal Crossing (1993) and The Kirghiz Light (1995), exalted orgies of samples, loops and mixing that "used" drones and rhythms rather than "playing" drones and rhythms. He then converted to the mystical/contemplative style of Darker By Light (1996), Easterly 6 Or 7 (1997) and The Fires Of The Borderlands (1998), that basically reconciled his experiments with new-age music.
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With
Vernal Crossing (Staalplaat, 1993) Storey found a magic balance between
percussions and electronics.
The Same River Once mixes exuberant Indian dance music and languid
galactic drones and Bol Baya propels a distant chant with
frantic tabla beats and the crescendo of a majestic ultrasonic wave.
Sure, Storey is fascinated by percussions like a child with a new toy
(a brief ethnic interlude such as Yi focuses on the hypnotic power of
tribal drumming), but what transpires is also a genuine interest in
sculpting sound: Rains builds a claustrophobic atmosphere out of the
buzzing of a million crickets;
the title-track is pure tragedy, enveloped in a shell of jarring noises,
like one thousand sitars playing together and Tibetan monks releasing
a solemn "om";
and Dahina Ta distorts ritual music to
attain not only a transcendent state, but also a schizophrenic, neurotic
alteration of mind.
Occasionally, Storey's sophisticated experiments with electronic world-music
match the intensity (if not the subtlety) of
Steve Roach's futuristic/primitive landscapes.
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Il doppio (18 tracce)
Fallen Gods (Staalplaat, 1994) prosegue
in quella direzione estendendo tutt'al piu' il ventaglio di ispirazioni tecniche
al sufi (Dusk Red Walls), all'Australia, al Mediterraneo. I ritmi sono
protagonisti.
Tracks:
Sanctum ,
Iron Path ,
Fallen Gods ,
Breathing Gold ,
Sataranum ,
Sacrement ,
Khomat,
Dusk Red Walls ,
Valley .
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Il suo minimalismo etnico sfocia nel doppio album The Kirghiz Light
(Staalplaat, 1995), un'orgia di campionamenti, loop e miscelamenti vari
nei quali si esalta la sua passione per le culture etniche.
In pratica, Storey porta semplicemente all'estremo cio` che Peter Gabriel fece
per la Passion.
I ritmi passano in secondo piano, sommersi dalle manipolazioni in studio
delle sorgenti etniche.
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Storey's endeavour climaxed with the monumental double-disc album
The Kirghiz Light (Staalplaat, 1995), an exalted orgy of samples, loops
and mixing. Storey takes the intuition that Peter Gabriel had with the
Passion and pushes it to another dimension.
Storey's main focus returns to sound manipulation, leaving
rhythm in the background.
Compared with Storey's previous works, Jerewat comes as a shock:
sinking in a bed of found noises,
a mellower, fatalistic Diamanda Galas
wails to a louder and louder heartbeat.
After the African tom-tom and the gregorian choir of The Temple Shakes
dissolve in a cloud of electronics, We Fell Like Rain returns to the
human voice, which is now multiplexed and refracted, heavenly suspended
to the repeated fragments of many similar voices, each resonating inside the
others.
The sequencing of the tracks seems to highlight the compositional process.
Later on,
Jacobs Drum reintroduces the element of the dilated, multiplexed voice,
but this time accompanied by percussions.
Frostling Merge gives new meaning to "percussions" by fusing them
with electronics and chanting in one organic flow.
Expanding on that concept,
A Far Cry is one of the disc's emotional black holes, a fine-grained
dust of pulses, drones and voices that concludes and summarizes this research
program.
A parallel thread leads in the opposite direction, towards a smaller and smaller
scale.
The crackling sounds in the void of Rubinox and the eerie, phantom drones
of Evacuate (a flute howling in the distance), the industrial vibrations
and apocapyltic organ of Dala , the cosmic vortex of
Meridia Closes,
concede little of entertainment value and indulge
instead in a feverish microscopic analysis of parcels of psyche.
The second disc opens, surprisingly, with a bacchanal of percussions,
Omnizdum, and then rips through a harsh, industrial romp,
We Danced Like Sticks, with distorted vocals, metallic noises and
pounding rhythm.
Into Light closes the album with a galloping rhythm and little or no
melodic action, just a bleak rumble ignited by those stubborn beats, a
settings reminiscent of a meeting between Tangerine Dream and Neu.
The ten minutes of electronic snowflakes that compose
The Kirghiz Light restore order and peace, halfway between
Constance Demby's sacred symphonies and Klaus Schulze's magniloquent
impressionism. Compared with the monstruous cacophony of the rest, its
calm sounds irrelevant.
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Recurring (Staalplaat, 1996) vira verso un sound piu` "topologico", verso
una musica che renda il suono del vuoto.
Brani come Circle e Terran sono
ardue ricerche sulle proprieta` acustiche. (Tre sono semplicemente
riedizioni di brani del primo album).
Darker By Light (Soleilmoon, 1996) abbandona il sottofondo di tabla a favore
di una rhythm-machine. La musica si aggira ormai nei paraggi dell'elettronica new age,
ispirandosi ai momenti piu` mistici e contemplativi della musica cosmica.
La partitura quasi cinematografica di Night That Thunders
(nove minuti), con la sua cadenza minacciosa e le folate galattiche
di elettronica, costituisce una svolta melodrammatica per l'arte di Storey.
I soffici droni di Winter's Edge (otto minuti) si spingono
all'eccesso della musica ambientale.
Svanito l'afflato etnico, Storey dipinge affreschi di scenari naturali
con il piglio del primo Klaus Schulze.
From Sleep Awake (otto minuti) e Prayer (dieci minuti) ottengono effetti
piu` subliminali e angoscianti grazie a un uso accorto dei rumori di sottofondo.
Il sound e` elegante e lucido.
Dopo l'album dal vivo Errant Angels (Soleilmoon, 1997), che ritorna
invece ai cerimoniali primitivi, Storey ha dato con Easterly 6 Or 7
(Soleilmoon, 1997) una sorta di summa della sua arte di manipolazione delle
sorgenti etniche (Falling More Slowly, che estrae poco a poco da un
flusso armonioso di suoni indistringuibili una danza indiana), o
Rattling Sabers, in cui i cerimoniali aborigeni sono miniaturizzati
e vivisezionati);
accanto ai soliti affreschi astratti
(la nebulosa metafisica di Sign,
l'"om" minaccioso di Blow,
i droni sibilanti di Variable 2,
la stasi angosciosa di Waters Reaching).
Alla fin fine pero`, si tratta sempre di variazioni sul vetusto concetto
della musica cosmica, se non che' i "corrieri" tedeschi portavano anche
emozioni, non soltanto esperimenti (piu` di retroguardia che d'avanguardia).
L'enfasi di Storey e` tutta sul fatto tecnologico, un po' come negli anni
'70 ci si divertiva a comporre musica elettronica per il gusto di far rumore
con le macchine. Storey abusa dei loop, stiracchiando le sue musiche al
limite della noia. Questo disco, come i precedenti, sarebbe dovuto durare
pochi minuti.
The Fires Of The Borderlands (Release, 1998)
comprende undici nuove composizioni di medio/lungo respiro.
La tecnica di Storey e` purtroppo sempre la stessa: un magma di suoni viene
fatto evolvere lentamente, ma senza mai perdere la propria identita`. Cosi`
Hollow Flight consta di un fruscio di sibili e cori galattici che cambia
lentamente, ma rimane tale per sei minuti.
Questa tecnica funziona certamente nei brani piu` concisi, nel
nuvolone di droni minacciosi di Groundswell, nel lugubre esperimento
etnico di Cires Divam (la sua specialita`), nella vibrazione stordente di
Snake Of Earth, nella rarefazione dei cori di monaci di
Looking Not Finding (un'altra sua specialita`), le percussivita`
legnose di Talking To A Stick,
che sono poi fondamentalmente soltanto prosecuzioni di un discorso iniziato
da Brian Eno con gli acquerelli di Before And After Science.
Alla lunga il progetto e` pero` un po' irritante: i droni di alcuni pezzi non
vanno da nessuna parte, e chiunque abbia a disposizione le apparecchiature di
Storey puo` comporre brani come questo. Storey dilata semplicemente a
dismisura il vostro minuto preferito delle suite di Klaus Schulze o dei
primi Tangerine Dream.
Omaneska ha dalla sua una premessa affascinante, quella di mettere in orbita
una folla di voci cosmiche che perdono progressivamente forza, e alla fine
rimane soltanto a oscillare nel vuoto un sinistro mantra di mormorii di
fantasmi. Lo svolgimento e` quasi metafisico.
Storey inflaziona il mercato di dischi mediocri e ripetitivi. E` gia` pronto
infatti Just Say The Faith (Soleilmoon, 1998), che potrebbe essere
condensato in un brano minore su uno qualsiasi dei dischi precedenti.
Nail Of Pious Bride (Soleilmoon, 1999), in collaborazione
con il compositore elettronico Randy Greif, e
Perfidious Albion (Soleilmoon, 1999), in collaborazione con
Nigel Ayers dei Nocturnal Emissions,
sono opere auto-indulgenti che fanno leva sulle qualita` del collaboratore
(molto ambientale la prima, molto industriale la seconda).
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D-Lem (Gracia Territori Sonor, 2000) is a live performance.
Oedipus Brain Foil (Soleilmoon, 1999) is a collaboration with
Nocturnal Emissions' Nigel Ayers and
Randy Greif.
The trivial electronic manipulation of
Navigating By Colour (Staalplaat, 1999),
mainly a pretext to publicize his second life as a painter,
and the sci-fi concept album
What Do You Suppose (Staalplaat, 2000)
show a tired composer who may have exhausted his tricks.
Cold War (Caciocavallo, 2001) is his experiment with drum'n'bass,
although, after his processing and remixing of breakbeats, very little is
left of the genre.
Monomyth (Manifold, 2005) is a collaboration with Birds of Tin.
From Shadows Sleep (Essence Music, 2006) was a remix of Zoviet France's
Just An Illusion (1990)
Time Frost (2007)
Waiting By The River (Klanggalerie, 2016), the first Rapoon album in
12 years,
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