Spacemen 3's guitarist Jason Pierce formed Spiritualized as the natural sequel to his old band,
with the same rhythm section, Mark Refoy on guitar and newcomer Kate Radley on keyboards. Lazer Guided Melodies (1992) was notable for the wildly schizophrenic dynamics that flung most songs between acoustic and quasi-symphonic passages. Pierce's abuse of drones and tremolos to create hypnotic lullabies and wavering ragas reached an almost baroque peak on Pure Phase (1995), recorded by the trio of Pierce, Radley and bassist Sean Cook. By then, Pierce had developed a process of scientific layering of sounds that was, basically, an exaggeration of Phil Spector's and Brian Wilson's production styles of yore.
The lush trance-pop of Ladies And Gentlemen We Are Floating In Space (1997) was almost the antithesis of his old "shoegazing" style.
Overflowing with quotations from multiple genres, traditions and styles
(and a penchant for gospel music), it exuded grace and majesty, even when
it indulged in instrumental orgies.
Pierce's cynical reappropriation of other people's music induced a Babylonian merry-go-round that outdid everybody at their own game while not playing their games at all.
Abandoned by both Cook and Radley, Pierce recorded Let It Come Down (2001) with help from dozens of external musicians, but the result was a concept album on the subject of "getting high" that did not break any new ground.
In general, the point with Spiritualized was whether theirs was art or technology.
If English is your first language and you could translate the Italian text, please contact me.
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Usciti dalla mischia del revival psichedelico degli anni '80, gli Spiritualized
sono presto diventati uno dei gruppi piu` influenti degli anni '90, coniando
un sound che si riallaccia alle loro radici ma che interpreta la psichedelia
in termini di arrangiamento sofisticato invece che di eccentricita` o di
emozione.
Jason Pierce, chitarrista degli Spacemen 3, era
stato uno degli inventori dello stile melodico-psichedelico "shoegaze".
Pierce formo` gli Spiritualized con Mark Refoy alla chitarra, Kate Radley alle
tastiere e l'ultima sezione ritmica degli Spacemen 3 (Willie Carruthers e
Jon Mattock).
Il gruppo debutto` con la rituale sequenza di singoli
(Anyway That You Want Me nel giugno 1990, Feel So Sad,
Run/ I Want You e Sway), che, per quanto
monotoni e raffazzonati, misero a fuoco la sensibilita` psichedelica di Pierce,
dolce e trascendente, appena piu` melodica e cadenzata degli Spacemen 3.
La prassi di Lazer Guided Melodies (Dedicated, 1992) e` la stessa
gia` esplorata nel complesso precedente e in questi singoli: un crescendo
stentoreo, che porta da un inizio quasi acustico a un finale quasi sinfonico.
Soltanto l'imperizia cronica dei musicisti impedisce agli Spiritualized di
esplorare davvero gli estremi di questa prassi e li costringe a concentrarsi
su un compromesso. Molti brani affondano nelle sonorita` piu` stereotipiche
del genere, sotto coltri di tremolo e brezze di bisbigli,
ma accentuano l'effetto con un uso sapiente della tecnologia di studio.
Le canzoni dalle armonie piu` "manipolate", come
Shine A Light e 200 Bars, sembrano stravaganze barocche dei
tardi Beach Boys (ma con effetti piu` soporiferi che allucinogeni).
You Know It's True e` una cantilena folk-rock tenuissima, deturpata dal
tremolo di turno.
If I Were With Her Now vivacizza il disco con una
marcetta cadenzata di fuzztone, scandita da un tripudio di campanelli e
da staccato di sassofoni.
E` quasi inevitabile che questo artigianato pervenga anche alla piece
strumentale, Symphony Space, una nebulosa di disordinati rumori
siderali che andrebbe benissimo per l'"house ambientale".
Il disco comprende anche alcuni dei singoli:
Run e` un brano intensamente spirituale, che fonde
un boogie "cosmico" della chitarra campionata, un mantra ipnotico del
cantante e un requiem minimalista dell'organo;
I Want You,
una soffice ninnananna degna del primo album dei Velvet Underground,
e` un'anteprima di You Know It's True;
Sway accoppia un frenetico tremolio raga a un possente battito quasi
techno.
L'arte di studio collage di Pierce culmina nel
secondo album (trascurando truffe a tiratura limitata),
Pure Phase (Dedicated, 1995), un lavoro di stratificazione scientifica
dei suoni. La musica suonata da
Pierce, Sean Cook (basso) e Kate Radley (tastiere) e` un fatto tutto sommato
trascurabile: cio` che conta e` l'alchimia digitale di Pierce.
Per effetto di questo "arrangiamento" eccentrico e lussureggiante,
il disco finisce per annacquare i loro caratteristici
droni ipnotici. La musica e` tronfia di
spiritualita` hippie, ma in ultima istanza e` semplicemente un riciclaggio
astutissimo (e, al massimo, postmoderno) di generi e stereotipi.
Alcuni riferimenti sono espliciti, come nel blues-rock di Good Times e
nel gospel di Medication (una delle poche vere "canzoni" del disco).
Le maschere che Pierce mette loro addosso sono lambiccate e deformanti.
Il tono e` sempre quello pigro e lezioso del drogato ad oltranza,
ma l'ingegno e` quello del nozionista di studio. Dalla fusione fra queste
due personalita` e` nata un'intera generazione di sperimentatori britannici,
e Pierce la rappresenta magistralmente.
La giostra psichedelica di These Blues e il raga dilatato di
Take Good Care Of It sono state suonate mille volte negli annali del
rock, ma nessuno le aveva suonate come lui.
A forza di rielaborare il canone, Pierce perviene a risultati originali e
suggestivi, anche se soltanto per pochi minuti. Per esempio, nella
Slide Song per vocalizzi eterei e flauto bucolico, o nella
ninnananna spettrale di Let It Flow.
Senza cedere un millimetro della sua postazione trance-psichedelica,
in diversi momenti il metodo di Pierce sfiora la musica avanguardia: nel
micro-concerto per feedback e violino di All Of My Tears, nella
mini-sinfonia di Spread Your Wings, che, nel suo procedere camaleontico,
libra una melodia davvero struggente.
Il girotondo minimalista di Electric Mainline guarda invece
al Terry Riley di Rainbow In Curved Air. Infine
una puntatina in campo ambientale con i riverberi iterati di Pure Phase.
Pierce lascia che i brani si ripetano all'infinito, minute variazioni di una
grande variazione principale. In tal modo puo` giostrare con i macchinari
di registrazione e centellinare con calma olimpica i suoi trucchi da maestro
psichedelico.
L'album e` il piu` autoindulgente della sua carriera, ma
a Pierce va riconosciuto di aver compiuto miracoli di arrangiamento,
affastellando suoni "carini" in maniera certosina
Le nenie da addormentare un insonne degli
Spiritualized vanno a caccia di ipnosi e trance con la passione di un
collezionista ma con il talento di un bibliotecario. Se avessero un minimo di
sense of humour, sarebbero delle splendide parodie del genere.
Come spesso e` accaduto con gli psichedelici britannici, gli Spiritualized
dicono in dieci minuti cio` che si potrebbe dire in tre minuti, e talvolta
non dicono proprio nulla.
Refoy formo` poi gli Slipstream.
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Texturally even richer, lushier, overflowing, the third album,
Ladies And Gentlemen We Are Floating In Space (Arista, 1997),
crowns Pierce's ambition as a post-modernist arranger.
Pierce has even enrolled a string quartet, a mixed voice choir and a
horn section (the loud, dense, stratified, Spector-ian waltz-tempo
choral gospel Come Together).
The title-track is de facto a classical sonata, solemn and elegant.
Composition is only a marginal detail, compared with the effort and care
to arrange and produce the songs.
Pierce's greatest accomplishment is the graceful and majestic manner in
which he shuns the banality of rock genres.
We are thus served driving bubblegum (Electricity),
chamber easy listening (Broken Heart),
a mellow spiritual (Stay With Me) and a
large-choir hymn (Cool Waves) with the detachment of a magician.
Ideally, the 8-minute crescendo of I Think I'm In Love fuses everything
in one format: cosmic keyboard drone, sleepy bass riff, languid guitar wah-wah,
minimalistic piano notes, sentimental harmonica, Beach Boys vocal harmonies.
The deafening instrumental orgies of No God Only Religion
(an energetic blues-rock jam) and The Individual
(that virtually grafts trip-hop on new age music and coins an
"ambient jazz" style)
emphasize the experimental nature of this album, whose
triumphant moment is the epic 16-minute jam Cop Shoot Cop,
featuring Dr John on (swinging) piano and a series of free-form pandemoniums.
Pierce's studied reappropriation of gospel, soul, blues, pop generates a
Babylonian merry-go-round that outdoes Spector at Spector-ian productions.
What rests to be established is whether this is art or technology.
Live At The Royal Albert Hall (Deconstruction, 1998) crowns the
1997 world tour.
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Ladies And Gentlemen We Are Floating In Space (Arista, 1997)
e` armonicamente ricco, lussureggiante, straripante. Pierce ha
persino impiegato un quartetto d'archi, un coro di voci miste e una sezione di
fiati, oltre al solito arsenale rock ed elettronico.
Pierce si fa lodare soprattutto per la grazia e la solennita` con cui sottrae
i suoi brani alla banalita` dei generi rock. La composizione vera e propria e`
pertanto un dettaglio al cospetto dello sforzo di arrangiamento e produzione.
La composizione e` in effetti ben poca cosa, un semplice e umile omaggio al
kitsch e al gospel, le due ispirazioni fondamentali del suo sound.
Il tutto viene fuso da I Think I'm In Love: drone di tastiere, riff di basso,
wah-wah di chitarra, armonica, vocalizzi alla Beach Boys.
L'orgia strumentale di No God Only Religion e
le onde di distorsione di The Individual
accentuano il carattere sperimentale del lavoro, che
va in gloria con l'epica jam di sedici minuti Cop Shoot Cop.
La prassi postmoderna di Pierce trionfa finalmente in questo programmatico
riciclaggio di gospel, soul, pop, tutti deformati da un'arte certosina di
studio. Resta da stabilire se si tratti di arte o tecnologia.
Live At The Royal Albert Hall (Deconstruction, 1998) corona il
tour mondiale del 1997.
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Recorded with the help of over 100 musicians (including a
choir and an orchestra), but none of the cohorts who went to form
Lupine Howl and without Radley
(fresh bride of Verve's Richard Ashcroft),
Let It Come Down (BMG, 2001) the logical consequence of
the Live At The Royal Albert Hall.
It is also Spiritualized's most overtly psychedelic album: beginning with
On Fire (whose lyrics "let's see how high
we can fly" sounds like a manifesto for the rest of the album),
the songs
virtually compose a concept album on the subject of "getting high".
As usual, the "sound" takes front stage over the "music", but there is still
an emotional core: the triptych of
Out Of Sight, Won't Get To Heaven (ten minutes) and
I Didn't Mean To Hurt You,
three solemn melodramas that greatly increase the album's artistic level.
Otherwise, the gospel elements that were prominent on the previous album
(and that still enhance the single Stop Your Crying)
are obscured by the more trivial soul-pop of
Do It All Over Again and The Straight And The Narrow.
And, in general, Pierce does not seem to have enough ideas to fill an album,
no matter how many musicians he employs to layer "sounds" on his "music".
The Complete Works (BMG, 2003) collects rarities.
Amazing Grace (Spaceman, 2003) removes all the tricks from
Spiritualized's act and leaves the core: psychedelic blues-rock a` la
Who (the minor, bombastic ones, here imitated in
This Little Life of Mine, She Kissed Me,
Never Goin' Back),
or Rolling Stones (the minor, pathetic ones, here aped in
the morose power-ballad Hold On and
in Cheapster).
Very few of Jason Pierce's songs fare well after a few years, and none of
the songs on this album join that scant company.
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(Translation by/ Tradotto da Sara)
Registrato con l'aiuto di pi— di 100 musicisti (inclusi un coro ed un'orchestra), ma non delle schiere che sono venute a formare Lupine Howl, Let It Come Down (BMG. 2001) Š la logica conseguenza del Live At The Royal Albert Hall. E anche l'album pi— chiaramente psichedelico degli Spiritualized: iniziando con On Fire (di cui i versi "Vediamo quanto riusciamo volare in alto" suonano come un manifesto per il resto dell'album), le canzoni compongono effettivamente un album concetto sul soggetto del "salire in alto". Come al solito, il "sound" prende parte primaria sulla musica, ma c'Š anche un nucleo emotivo: il trio di Out Of Sight, Won't Get To Heaven (10 minuti) e I Didn't Mean To Hurt You, tre solenni melodrammi che aumentano di molto il livello artistico dell'album. D'altro canto, gli elementi gospel che sono stati rilevanti nell'album precedente (e che ancora valorizzano il singolo Stop Your Crying) sono offuscati dal soul-pop pi— comune di Do It All Over Again e The Straight And The Narrow. E, in generale, Pierce non sembra avere abbastanza idee per riempire un album, non importa quanti musicisti impieghi per aggiungere "sound" alla sua musica.
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Pierce almost died, and that experience makes
Songs in A&E (Fontana, 2008) his most honest album, with deeply felt
elegies such as Death Take Your Fiddle (trotting country rhythm,
atmospheric harmonica, campfire humming) and
The Waves Crash In (spiraling singalong, circus-like flute and organ,
marching-band rhythm).
The best moments, though, are
to be found in the lively I Gotta Fire
(dissonant pub-rock with Rolling Stones-ian overtones)
and Yeah Yeah
(crackling blues-rock with Bob Dylan-ian overtones),
which are also the expections to the rule.
The seven-minute melancholy shuffle Baby I'm Just A Fool has its charm too, being drenched in both exotic glockenspiel and neoclassical strings and
being blessed with (finally) a noisy bacchanal.
The rest, no matter how solidly constructed,
lacks the imagination and the verve
of Spiritualized's classics.
And too many songs are trivial, relying on simple melodies and on the most
abused of rhythms (lullabies, waltzes and so forth):
Sweet Talk could be a Christmas song for Louis Armstrong,
Soul on Fire could be a soul hymn for Marvin Gaye,
Sitting On Fire could be an orchestral lament for Neil Young,
Borrowed Your Gun could be an anthem for an aging Willie Nelson,
etc.
Unfortunately, Pierce does not have the vocal skills of any of them.
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(Translation by/ Tradotto da Tobia D'Onofrio)
Spiritualized Tradotto da Tobia D’Onofrio (fenicetobia@libero.it)
The Complete Works (BMG, 2003) raccoglie rarità.
Amazing Grace Sanctuary (Spaceman, 2003) elimina i fronzoli dai numeri Spiritualized per lasciarne il nocciolo: rock blues psichedelico alla Who (quelli minori e ampollosi, imitati in This Little Life Of Mine, She Kissed Me, Never Goin’ Back), o alla Rolling Stones (quelli minori e patetici, qui scimmiottati nella scontrosa power-ballad Hold On ed in Cheapster). Una manciata di canzoni di Jason Pierce riesce a sopravvivere al passare degli anni, ma nessun pezzo di quest’album va ad aggiungersi al breve elenco.
Avendo rischiato la morte, Songs in A&E (Fontana, 2008) sembra essere l’album più sincero di Pierce, con elegie profonde e toccanti come Death Take Your Fidale. Comunque i momenti migliori sono le due vivaci eccezioni alla regola: I Gotta Fire e Yeah Yeah. Gli altri pezzi, per quanto solidamente costruiti, non possiedono l’energia e la fantasia dei classici Spiritualized. Troppe canzoni sono banali e si affidano a melodie semplici e ritmiche inflazionate (ninna-nanne, valzer, ecc).
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Sweet Heart Sweet Light (2012) is a wildly incoherent mixed bag.
It boasts one of Pierce's best songs: the nine-minute Hey Jane, that sounds like Bob Dylan fronting the Velvet Underground.
But the solemn, organ and piano driven prayer So Long You Pretty Thing decays into Hey Jude-style guitar jamming with a Pink Floyd-ian orchestral and choral surge: more awful than clever.
And that is emblematic of most of the album: great ideas that are smothered
in somewhat ridiculous parodies of classic rock.
Halfway between the (one) success and the (many) failures stand the
gospel-jazz chant I Am What I Am, that indulges in gothic guitar noise
over a martial, swampy rhythm, and, by comparison, feels like a philosophical
manifesto.
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(Translation by/ Tradotto da xxx)
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