Swervedriver turned guitar distortions into an art of quasi-zen vespers, best on Mezcal Head (1993), while bridging the gap between the shoegazing acid-rock of My Bloody Valentine and the hard-edged garage-rock of the Stooges.
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I vespri post-psichedelici degli Swervedriver
costituiscono forse il primo significativo passo
avanti del rock britannico sulla strada pop-psichedelica tracciata da
Jesus And Mary Chain e My Bloody Valentine.
Accoppiando le loro detonazioni controllate super-lisergiche a testi in cui si
idolatrizza un senso di liberta` alla "Easy Rider", gli Swervedriver
esaltarono la qualita` "zen" della distorsione piu` sulfurica.
Rimasero quasi sempre al di fuori delle mode Britanniche, troppo strutturati
per aggregarsi agli shoegazer e troppo irregolari per far parte della scuola
Brit-pop.
Gli Swervedriver vennero formati a Oxford da
Adam Franklin (canto) e Jimmy Hartridge (chitarra) durante gli anni caldi
del revival psichedelico. Il primo EP,
Son Of Mustang Ford (Creation, 1990), non fa loro giustizia, perche'
era piu` che altro un noise-pop nella tradizione
della grande triade americana degli anni '80
(Sonic Youth,
Dinosaur Jr,
Husker Du):
l'esplosiva title-track, ma anche
Volcano Sun, Kill The Superheroes e Juggernaut Rides,
tutti i brani in qualche modo propongono dell'hardrock psichedelico che sembra
filtrato attraverso quelle esperienze.
I veri Swervedriver vennero fuori con
l'EP Rave Down, uscito alla fine di quell'anno.
La title-track e` un brano personale e originale, e
She's Beside Herself e` abbastanza eccentrica da sembrare
dream-pop suonato da un complesso grunge.
L'EP Sandblasted (1991) oscilla fra quei due estremi, fra
un palese omaggio a Mascis, Laze It Up, e una
title-track quasi folk-rock.
I risultati non sono comunque ancora all'altezza della profusione di suono,
le canzoni di Raise (A&M, 1991) lasciano comunque intendere che
il gruppo ha tanto potenza di fuoco (Son Of A Mustang Ford) quanto
fantasia allucinogena (Rave Down).
Il loro repertorio si accresce di spavalde incursioni nel rock
chitarristico, memori di Stooges e degli Hawkwind, dalla (relativamente)
soffice Sunset a quel getto di riff arroventati che e` Sci-Flyer.
Una combustione piu` faticosa accende Deep Seat, mentre
Feel So Real recupera stile e atmosfere dei mod.
I Swervedriver si crogiolano in un mondo di segni rock molto ambiziosi, senza
pero` trovare ancora la combinazione che apra loro le porte della grande arte.
Nonostante la formazione sia in continuo tumulto, la progressione verso la
maturita` continua con
la jam sperimentale Never Loose That Feeling,
prima selvaggiamente percussiva e poi vagamente orientale e jazzrock (forse il
loro capolavoro), e
Duel, un altro
concentrato di lancinanti cariche hardrock e ritornelli eterei.
Mezcal Head (A&M, 1993) completa quella parabola verso uno shoegazing
sposato alla nevrastenia degli Stooges, pervenendo finalmente
a un sound originale. Il disco fa leva su atmosfere
torrenziali e infuocate (For Seeking Heat su tutte), di un'altra
lunga improvvisazione "astratta" (Duress) e di lubriche ballate come
You'll Find It Everywhere e Blowin` Cool.
Uno dei vertici della loro carriera e` Last Train To Satansville,
condotta a un ritmo "ferroviario" che diventa quasi "house"
mentre Franklin rivaleggia Dylan in tragicita` e Hartridge ricama
accordi atmosferici come in un western di Morricone. Anche i (troppi) brani
che si affidano a trucchi da psichedelici imberbi mettono comunque in risalto
un raggiunto equilibrio fra le loro ispirazioni grunge, noise, psichedelica
e melodica.
La discografia del gruppo e` dispersiva. Se concentrassero tutti i migliori
brani in un album, ne verrebbe fuori un capolavoro. Invece molta polvere
d'oro rimane sparsa sull'EP Last Day On Earth (Creation, 1995) e nel
singolo My Zephyr (Flower Shop, 1994), mentre l'album
Ejector Seat Reservation (Creation, 1995) si adagia in un sound
molto piu` dimesso, spesso al limite della canzone melodica del Brit-pop.
Gli Swervedriver sembrano imitare gli Who
nell'ourverture strumentale di Single Finger Salute, nella briosa
Birds e nella solenne I'm Superman.
Brani come The Other Jesus,
Bring Me The Head Of The Fortune Teller,
How Does It Feel To Look LIke A Candy,
Ejector Seat Reservation
accantonano la mania psicotica dei primi tempi a favore di un piu`
meditato stile ricreativo.
Nessuno di questi brani puo` competere con Last Day On Earth, la canzone
che li afferma nel firmamento del Brit-pop come forse mai hanno saputo fare
i sopravvalutati Oasis.
Con un anno di ritardo esce 99th Dream (Zero Hour, 1998), album che si
ispira esplicitamente ai Love e che continua la parabola verso un ordinato
sound da classifica. Le cantilene di 99th Dream, These Times e
Wrong Treats
hanno piu` che altro perfezionato il loro "jingle jangle" psichedelico, in
maniera tale che non urti i timpani dei fans degli Stone Roses. Le melodia
si sviluppa innocua su un maelstrom sempre piu` tenue di riff e ritmi.
E lo strumentale Stellar Caprice lambisce la musica leggera orchestrale.
I tour de force del disco sono semmai Electric 77, che rifiuta di
esplodere e rimane in un limbo trascendente, e il lungo pezzo di chiusura,
Behind The Scenes Of The Sounds & The Times, una sorta di versione
ruspante e chiassosa della I Am The Resurrection degli Stone Roses.
Qualche ballad triviale di troppo retrocede pero` il disco ai ranghi delle
opere di transizione, delle opere che uno fa soltanto come referenze, per
prepararsi il terreno.
Purtroppo il gruppo si perse in dischi pieni di inutili riempitivi. Alcuni
brani su Mezcal Head e sui primi EP sono davvero validi, ma gli ultimi
dischi sono stanchi e scontati.
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