- Dalla pagina sugli Uzeda di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Francesco Catanese e Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Gli Uzeda di Catania (Giovanna Cacciola alla voce, Raffaele Gulisano al basso, Davide Oliveri alla Batteria, Giovanni Nicosia alla chitarra, Agostino Tilotta alla chitarra), come formazione, sono nati nel 1987. Dopo diversi concerti fatti in Italia nel 1989 firmano il loro primo contratto discografico con l’etichetta Romana A.V. Arts, per la quale incideranno due dischi: Out of Colours (A.V. Arts, 1991) e Waters (A.V.Arts, 1993) .
Out of Colours, prodotto dagli stessi Uzeda con l’apporto, al missaggio, di Kenny Mc Donald è un disco più che accettabile. Con un sound di facile impatto, gli Uzeda riescono a distillare i suoni e rumori assimilati negli anni '80 in un loro sound.
Infatti fin dalla prima traccia, Hallucinated Games, che è pure video trailer del disco, si possono avvertire le influenze post punk e new wave che fanno da mainstream per tutto il disco, armonizzate da buone perizie chitarristiche. Tra le tracce del disco sono da segnalare: Goddam Thoughts e Little Bird dove la voce di Giovanna Cacciola ricorda Siouxsie Sioux, in special modo nell’inciso di questi 2 brani. Invece nel brano Happy Birthday si ha una sorta menage a tre: Bjork, Bauhaus e Sonic Youth.
Tra il primo e il secondo disco la loro creatività sarà segnata dall’ incontro con il chitarrista degli Shellac, nonché già chitarrista dei leggendari Big Black e Rapeman, Steve Albini, che andrà a produrre il loro secondo lavoro Waters: è un disco contemporaneo al periodo, dove la musica stava avendo un mutazione genetica con le sperimentazioni sonore tipo Sonic Youth. La creatività di Giovanna Cacciola e compagni riesce a materializzarsi in maniera più chiara, riuscendo a focalizzare il fine delle loro composizioni, le ricche pennellate sonore riescono a immergere l’ascoltatore in un sound itinerante spezzato, ogni tanto, da un jazz-core minimale, di stampo Albiniano, che non guasta il tutto. La seconda traccia dell'album, Needle House, è una ninna nanna psichedellica completata nel finale da una pioggia di suoni chitarristici. My Getting Older, It Happened There e Roaming Words sono i brani che sublimano la raccolta, dove la voce della cantante offre un'ammaliante cantilena onirica circondata dai riff delle sferzanti chitarre viaggianti dei due chitarristi del gruppo, vicine alla scuola di Moore e Lee Ranaldo.
Nell’autunno del 1994 viene pubblicato l'album The Peel Session (Strange Fruit, 1994) degli Uzeda, registrato negli studi londinesi della BBC, nel programma di Jhon Peel, vera e propria icona vivente del giornalismo musicale. Giovanna e compagni erano stati, fino ad allora, gli unici artisti Italiani, assieme alla PFM, a partecipare al programma "The John Peel Session"; gli unici Italiani in assoluto a essere invitati due volte al programma e a incidere un disco (che racchiude 3 brani tratti da Waters più 3 inediti) sulla performance eseguita alla corte di John Peel.
Nel Febbraio del 1995, per incompatibilità creative, Giovanni Nicosia lascia la band. Da questo momento la loro musica sarà più ruvida e maggiormente vicina al sound di Chicago. Nello stesso anno, dopo vari "problemi economici", esce il 12 pollici 4 (Touch and Go, 1995), bandiera del nuovo sound targato Uzeda, interamente registrato a Parigi dallo stesso Steve Albini.
Il nuovo sound si sprigiona in maniera prorompente sin dalla prima traccia, Surrended: brano caratterizzato da pause intermittenti con un sincronismo esasperato in un caos sonoro travolgente. Nel secondo brano, Sleep deeper, un basso che pulsa è la prima cosa che salta alle orecchie, questa pulsazione è l’anima del brano che si assimila alle dissonanze vocali, chitarristiche e ritmiche. La terza traccia, Right Seeds, è un loop ossessivo di orgie sonore in continuo mutamento. Higher than Me chiude l'album, dove si sente un basso che ricorda la 4 corde di Les Claypool dei Primus.
Nel 1998 viene licenziato l’album epilogo del gruppo, Different Section of Wires (Touch and Go, 1998). La mutazione artistica è completata, il post punk, la new wave degli anni ''80 sono solamente un remoto ricordo. L'opera è costituita da otto tracce completamnete impregnate del sound rumoristico di Chicago, che gli uzeda hanno saputo reinterpretare a regola d’arte: la seconda traccia, Stomp, inizia con un loop ritmico elementare, ma si evolve con alternanze di note distorte di una chitarra predominante su tutto fino ad arrivare a un duetto voce e chitarra che sublima la traccia. Il terzo brano, Steel Man, probabilmente il più rappresentativo del disco, inizia con un sound a nervi scoperti, martellato da una batteria strepitosa, da un riff continuo e mutante di chitarra che avviluppa il tutto. Rilevante anche il brano Suaviter, una sorta jam session jazz-core con chitarre convulse e con intro ritmico fantastico. Female, invece, inizia con uno strappo sonoro provocato da una chitarra cacofonica, per concludersi con perizie tecniche e con quell’estro che hanno distinto la band catanese.
Dopo il livetour di Different Section of Wires il gruppo si scioglierà. Giovanna Cacciola e Agostino Tilotta nel 2001 si uniscono a Damon Che Fitzgerald, batterista dei Don Caballero, per formare il supergruppo dei Bellini (da non confondersi con l'omonimo girl-group tedesco, formatosi pochi anni prima), che avrebbe esordito con il disco Snowing Sun (Monitor, 2002).
Dopo una pausa di otto anni, gli Uzeda si riformano e registrano Stella (Touch and Go, 2006), un altro saggio chirurgico in stridula dissonanza. Wailing apre le danze con bombe a grappolo di chitarra stonata che si sposano con una batteria jazz e un'atmosfera generale di demenza, che diventa sempre più forte, mentre la voce muta, passanto da lamento infantile a urla disperate. Tipico dell'elastico scambio di grancassa è What I Meant When I Called Your Name, la migliore interpretazione di Cacciola di Lydia Lunch e Dagmar Krause. Le allucinate dinamiche pseudo-blues di This Heat sono quanto di più musicale la band riesca a raggiungere, in un modo che renderebbe orgoglioso persino Captain Beefheart.
Il veicolo ideale per le deliranti escursioni vocali di Cacciola è probabilmente qualcosa come Time Below Zero, un paesaggio scarno che diventa minaccioso, intenso e alla fine esplosivo. I migliori workout per chitarra sono, invece, Gold, un concentrato di tensione psicologica attraverso l'indulgenza al rumore, e Steam, Rain & Other Stuff, uno strato di distorsione propulsivo e a cascata su un debole flusso di coscienza. Il miglior equilibrio tra sporche acrobazie chitarristiche e insensata "ginnastica" vocale è forse Camillo, la cosa più vicina a una canzone "orecchiabile" su questo album.
Nonostante le premesse cacofoniche, c'è una sorta di maestria classica nel modo in cui la band riesce a creare armonie perfettamente impossibili. Il limite di questa musica è il formato della canzone: sembra contraddittorio che si disintegri il formato della canzone solo per sostituirlo con un formato della stessa durata e della stessa portata.
I Bellini hanno pubblicato anche Small Stones (Temporary Residence, 2005) e The Precious Prize Of Gravity (Temporary Residence, 2009), entrambi prodotti da Steve Albini.
Passeranno ben nove anni prima della pubblicazione successiva dei Bellini, Before The Day Has Gone (Temporary, 2018).
- Torna alla pagina sugli Uzeda di Piero Scaruffi -