Will
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Pearl Of Great Price , 7.5/10
Word Flesh Stone , 7/10 (EP)
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Will e` la formazione originale (Chris Peterson alle percussioni e John McRae al canto) di Rhys Fulber, il co-protagonista dei Front Line Assembly e dei loro svariati progetti collaterali.

I Will realizzano una suggestiva fusione di techno con armonie classiche nell'album Pearl Of Great Price (Third Mind, 1991), una sorta di messa pagana composta fra il 1987 e il 1990 che anticipava gli Enigma.
I cerimoniali comprendono vespri austeri per coro di monaci e organo a canne (come Summoning) o per coro di morti e percussioni marziali (Sacrament Of Penance). Il brano piu` riuscito e` anzi forse quella fuga barocca per campane e organo dell'Epilogue.
L'espediente compositivo piu` usato e` quello della ripetizione di una figura ritmico-melodica elementare, talvolta in crescendo ma piu` spesso soltanto iterata meccanicamente; su di essa si stagliano poi le urla agonizzanti di McRae e motivi dimessi di elettronica. Ne scaturiscono tanto incubi terrificanti come Exhaust Inhibits, quanto esuberanti fanfare minimaliste come Crowning Glory. Non a caso Fulber azzecca persino un bolero per campane e tamburi, Crusade, sempre avvolto in sinistre sonorita` medievali.
La sensazione di tragedia universale trascende in visione apocalittica quando l'elettronica e la ritmica prendono il sopravvento sulle scansioni, come in Visible Second Coming; ma il brano di maggior effetto e` forse Furnace Of Souls, proprio quello in cui la prassi viene abbandonata a favore di un lento popolarsi di rumori e voci subliminali. Nell'insieme il disco riesce a comprimere in un'ora una tensione spasmodica, di gran lunga superiore a quella accumulata in dieci anni di Front Line Assembly.

Il minialbum Word Flesh Stone del 1992 ne costituisce l'epilogo fra apoteosi epiche e suspence agghiaccianti. Tutta la loro raffinata arte paleo-gotica e` riassunta ed esaltata dalla polifonia spettacolare di Furnace Rekindled: su una cadenza stentorea si corica un filo di elettronica tenebrosa, un coro di monaci intavola melodie sempre piu` ardite sovrastato da uno scampanio in crescendo minimalista. Le musiche da processione di Triumph lasciano intuire cerimoniali orripilanti, con quelle variazioni "bachiane" alle tastiere, il passo da marcia funebre scandito da tamburi militari e da rintocchi di campane e le urla sempre piu` invasate del coro.
L'apice drammatico viene toccato dal coro titanico di Kingdom Come, che sembra uscito dal requiem di Verdi. Anche i balletti con meno pretese, come Father Forgive, sono orchestrati in maniera barocca, tripudi di fughe clavicembalistiche, di dizioni alla Laibach, di turbinose sezioni d'archi.
Il loro metodo compositivo si regge su una variante del minimalismo, ma un minimalismo utilizzato per dar luogo alla sua antitesi, per generare atmosfere magniloquenti, opprimenti, tesissime. Alla fine rimane la sensazione di aver visto un documentario i cui protagonisti sono corpi morti rianimati.
Al tempo stesso e` ulteriormente aumentata l'enfasi bellica/teutonica, fino ai vertici spasmodici di All Victorious.

I loro sono i rituali pagani di un evo futuribile, avvolti nella nebbia in rapido movimento degli incubi.

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