Dalla pagina sui Darkspace di Piero Scaruffi
(Translation by/ Tradotto da: a /mu/ anon)

Il gruppo formato da un trio di chitarre svizzere (senza batteria) Darkspace è stato un maestro del genere "ambient black metal". I (Avantgarde, 2003) ho giustapposto il rumore di chitarre maniacali e drum-machine (i blastbeat sono irrilevanti per il tempo e contribuiscono semplicemente al caos) con l'estasi ambientale per dipingere un paesaggio sonoro alieno. I tre colossi di II (Haunter Of The Dark, 2005) si sono alternati tra gli estremi, da una fitta nebbia ronzante a improvvisi acquazzoni di distorsioni di chitarra e colpi caotici. III (Avantgarde, 2008) ha raggiunto galassie lontane grazie a un'orda di sintetizzatori brutali che hanno annunciato la nascita del black metal "cosmico".

Uno dei due chitarristi, Tobias Moeckl, aveva portato avanti il ​​suo progetto individuale Paysage D'Hiver sin dal demo Steineiche (1998 - Kunsthall, 2010), rivolto alla musica dark ambient. Die Festung (1999), dedicato alla musica gotica strumentale basata sulla tastiera, ricordava persino l'ambiente spirituale di Popol Vuh. Il massiccio drone ipnotico glaciale e super pesante di Die Zeit des Torremond di 21 minuti, tratto da Schattengang (1999), ha costituito un viaggio schizofrenico tra registrazioni sul campo e ritmi industriali, che si è concluso nel cuore di un uragano. I tre lunghi pezzi di Paysage D'Hiver (2000), devastati da esplosioni e chitarre isteriche, hanno sostanzialmente riscoperto il black metal. Uno di loro ha aggiunto il violino alle tastiere (Welt Aus Eis, forse il suo apice artistico). Kerker (2000) e Kristall & Isa (2001) erano molto lo-fi e non suonavano così accuratamente progettati come i loro predecessori. Paysage D'Hiver ha rilasciato un totale di nove demo, tra cui Winterkate (2001), Nacht (2004) e Einsamkeit (2007), contenenti tre suite estese e cinematografiche. Ha resuscitato il progetto per Das Tor (2013), il cui brano Offenbarung è glaciale e inquietante come tutto ciò che è venuto prima.

Sun Of The Blind, il progetto solista di Zhaaral, dedicato a canzoni molto più pop e regolari contenute in Skullreader (Avantgarde, 2010).


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