- Dalla pagina sugli Elbow di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Il quintetto di Manchester degli Elbow appartiene a quella generazione delle band nate all'inizio del millennio che miravano a rinnovare il formato stantio del Brit-pop.
Rispetto ai Doves e ai Coldplay, gli Elbow mostrano un talento per il prog-rock melodico e romantico, sulla scia dei primi Genesis. L'approccio no-nonsense dei cinque diligenti musicisti (il cantante Guy Garvey, il batterista Richard Jupp, l'organista Craig Potter, il chitarrista Mark Potter, il bassista Pete Turner) è stato messo in mostra sugli EP Newborn (Uglyman, 2001) e Any Day Now (Uglyman, 2001), che già manifestava le fondamentali tendenze estetiche della band.
Asleep in the Back (EMI, 2001) ricicla Newborn e Any Day Now (le migliori tracce dell'album), aggiungendo una manciata di tristi melodie ben realizzate, dall'elegia pianistica Powder Blue all'intensa Bitten by the Tail Fly.
Cast of Thousands (EMI, 2004) è ancora più emozionante del primo album. Ribcage, Fallen Angel, Switching Off e soprattutto Grace Under Pressure provano diverse combinazioni di contrappunto e melodia per colpire al cuore. Se nella maggior parte dei casi ci riescono, il merito va dato all'atteggiamento umile dei musicisti, che non invocano mai i fantasmi dei virtuosi del passato, evitando i cliché del pop contemporaneo.
Leaders of the Free World (V2, 2005) sembra sparare tutti i suoi colpi migliori nella prima metà. La gentile Station Approach e la maestosa Picky Bugger seguono il progetto degli ammaliatori precedenti, mentre la (insolitamente) vivace Forget Myself offre una prospettiva più positiva. I sei minuti di Leaders of the Free World consolidano la loro reputazione di autori di complesso "songwriting".
The Seldom Seen Kid (Fiction, 2008) contiene diverse aggiunte al canone, e sono tutte diverse: la virulenta Grounds for Divorce (un blues con ritmo prominente e canti di call-and-response, sebbene interrotto da un ritornello poppy e chitarra hard-rock), la maestosa The Lonelies Of A Tower Crane Driver (un inno quasi religioso su una sinistra poliritmia di chitarra, pianoforte e batteria), la magniloquente One Day Like This (archi e persino un coro, e infine una forte batteria).
In tutto l'album c'è un'enfasi maniacale sul suono fine a se stesso, che in gran parte fornisce il significato stesso di canzoni d'atmosfera come Starlings (una delicata melodia sussurrata dal cantante in un semplice paesaggio sonoro di morbida batteria e radi toni elettronici) e Weather toccante Fly.
Sfortunatamente, troppe canzoni sono semplicemente senza identità e svogliate. The Bones of You (che campiona Summertime di George Gershwin) suona come gli U2 con una voce più semplice e una chitarra meno squillante. Mirrorball è una litania calma e sussurrata in un paesaggio sonoro atmosferico, sopra un ritmo costante. La melodia toccante di Some Riot si evolve dal monotono canticchiare del cantante. A volte gli arrangiamenti eccentrici evocano un Tom Waits sobrio e slanciato, come in The Fix. La verità è che gli Elbow sono principalmente la band di un cantante.
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