- Dalla pagina sui Velvet Teen di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
I Velvet Teen di Santa Rosa (a nord di San Francisco), guidati dal cantautore Judah Nagler, iniziarono come un power-trio (Logan Whitehurst alla batteria e Josh Staples al basso) che suonava pop mentre hanno suonato emocore non banale nelle tre canzoni dell'EP The Great Beast February (2001) e nell'album Out Of The Fierce Parade (2002), contenente Radiapathy e The Prize Fighter.
Aprendo con un'ouverture strumentale per strumenti dissonanti che si trasformano in sonata per pianoforte (Sartre Ringo), Elysium (Slowdance, 2004) ha alzato enormemente la posta e ha presentato ambiziosi costrutti pop come la musica easy listening basata sugli archi con grandi arie melodiche di Penicillin e A Captive Audience, o come il canto melodrammatico di Forlorn (con sintetizzatori svolazzanti).
Il metodo ha raggiunto l'apice con il tour de force lirico di 13 minuti di Chimera Obscurant, spinto da accordi di pianoforte jazz in un'orgia impetuosa di archi che quasi cancella la voce trafitta. Per sottolineare la sommessa riflessione di Nagler, gli otto minuti di We Were Bound architettano una prolungata agonia di violoncelli che porta a un'eruzione di scintillanti sintetizzatori.
Logan Whitehurst (morto di cancro pochi mesi dopo) fu sostituito dal batterista jazz Casey Deitz per la musica più cerebrale di Cum Laude (Slowdance, 2006), che accrebbe il ruolo dei suoni elettronici (333, Tokyoto) e suonò per lo più enfatica e nevrotica anche nel caso della ritmata Rhodekill (che vanta anche una vibrante pausa strumentale in stile anni '60) e dell'inno Gyzmkid (il pezzo forte melodico). L'angoscia dell'album raggiunge l'apice con la frenesia febbrile di Building a While attraverso la tensione psicologica di Spin the Wink. All'altra estremità (più gentile) dello spettro, il loro stato d'animo introverso ha prodotto la solenne elegia in stile R.E.M. False Profits e la ballata radicale Around the Roller Rink.
Dopo che Josh Staples se ne andò, Nagler passò al basso mentre Matthew Izen si mise alla chitarra.
Dopo una lunga pausa, All Is Illusory (2015) ha reintrodotto una band energica attraverso l'effervescente grunge-pop di Eclipses e l'orecchiabile singalong You Were The First. Ma la maggior parte delle restanti canzoni sono riempitivi mal progettati, in particolare la ballata di 11 minuti Taken Over.
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