- Dalla pagina sui Wolf Parade di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
I Wolf Parade di Montreal sono la band dei cantautori Dan Boeckner e Spencer Krug. Sfoggiando due tastiere, hanno ripassato le intuizioni elettro-pop degli Arcade Fire e l'approccio post-pop dei Modest Mouse verso un sound più enciclopedico. Il loro primo EP si abbandonava a canzoncine pimpanti e croccanti come You Are A Runner (ritmo zoppicante, cantato psicotico) e Dear Sons And Daughters of Hungry Ghosts, anch’esse incluse nel loro primo album Apologies To The Queen Mary (Sub Pop, 2005). Sia i pezzi vecchi che i nuovi siedono a cavallo dei confini stilistici, senza mai collocarsi chiaramente in alcuna categoria. Modern World, spinta da un liquido pianoforte, è un’atipica power ballad. Grounds for Divorce è abbastanza orecchiabile da risultare un successo pop ma è anche troppo buffonesca per poterlo essere. It’s A Curse è un’originale canzone dance. Shine A Light prende in prestito il ritmo dai Velvet Underground ma la linea di synth e la melodia potrebbero appartenere ad una canzoncina synth-pop. Le ballate melodrammatiche Same Ghost Every Night e Dinner Bells sembrano prendersi gioco dei clichè del rock emozionale (David Bowie senza il trucco). Fancy Claps è il momento più futuristico, una sorta di Devo per la generazione emo. La musica è elettrica e passionale, e nega la dicotomia tra struttura cerebrale e impatto emozionale.
Gli Handsome Furs, formati da Dan Boeckner dei Wolf Parade e dalla moglie tastierista Alexei Perry, hanno debuttato con Plague Park (2007), un album scarsamente arrangiato che utilizzava la drum-machine al posto della batteria e riusciva a creare un'atmosfera quasi gotica, usandola poi per cantare elegie da "colletti blu" (operaie).
Face Control (2009) degli Handsome Furs, contenente I'm Confused e All We Want Baby Is Everything, suona spesso come New Order o Human League: synth-pop filosofico.
Spencer Krug ha lanciato un side project, i Sunset Rubdown, con Snake’s Got A Leg (2005), di fatto un album solista; cui fanno seguito Shut Up I’m Dreaming (2006), nella vena del synth-pop anni '80, e infine Random Spirit Lover (2007).
Lavora anche al progetto Swan Lake, con Dan Bejar dei Destroyer e Carey Mercer dei Frog Eyes, che hanno debuttato con Beast Moans (2006), un lavoro pretenzioso che evoca il noise-pop dei rockers low-fi dei Polvo.
I Sunset Rubdown di Spencer Krug hanno poi pubblicato un album più maturo, Shut Up I Am Dreaming (2006), contenente The Hollow Threats of Little Lord, la lunga The Men Are Called Horsemen There e soprattutto 'm Sorry I Sang on Your Hands that Have Been in the Grave. Anche se ancora ostacolato dall'autoindulgenza del rock da camera da letto, l'album offre momenti di vera eccentrica grandezza.
I Wolf Parade sarebbero stati i beniamini della new wave con album come At Mount Zoomer (Subpop, 2008). La chitarra di Dan Boeckner (leggermente atonale, poi ripetitiva, poi ronzante e solenne e infine distorta in stile Neil Young nella zoppicante Soldier's Gun, contro un muro sonoro folk creato da tastiere e dal flauto) e le tastiere di Spencer Krug (che estraevano cliché gospel e minimalisti per alimentare la propulsiva California Dreamer contro il sognante suono della chitarra, o tessendo arazzi post-twist per il pezzo più febbrile, The Grey Estates, alla Elvis Costello) può fare miracoli anche con materiale melodico mediocre.
Il sobrio e surreale An Animal In Your Care e il cabaret di Call It Ritual trovano una via di mezzo tra il radio-friendly e l'intellectual-friendly; mentre gli arrangiamenti elettronici e il ritmo ballabile di Language City (una versione radicale dei Cars) e il lento ska di Fine Young Cannibals flirtano con la ballata mainstream.
Il melodramma di undici minuti Kissing the Beehive (inclusa una coda strumentale di tre minuti di musica dance) mette un po' troppo a dura prova i talenti del duo, ma rimangono due dei più grandi maghi del pop del decennio.
Nel frattempo, Sunset Rubdown era diventato più di un semplice progetto parallelo.
Random Spirit Lover (2007) eccelle sia nelle canzoni acid pop come The Mending of the Gown e For the Pier, sia nelle costruzioni surreali a` la Syd Barrett, come Magic Vs Midas. Tipica delle contraddizioni del suo metodo è la tiritera abrasiva e zoppicante di The Courtesan Has Sung. Il momento più eccentrico potrebbe essere Up on Your Leopard Upon the End of Your Feral Days, un canto psicotico su uno sfondo di melodie squilibrate da parco divertimenti e ritmi di marcia, seguito dall'altrettanto sciatto e vaudevilliano Stallion. Su entrambi si può rilevare l'influenza indiretta di Syd Barrett. Trumpet Trumpet Toot Toot è pura follia: ritmo, voce, arrangiamento ed elettronica, tutto fuori controllo. In un certo senso, The Taming of the Hands that Came Back to Life è troppo serioso per questo album e suona un po' fuori contesto. Questo album ha fatto di più per affermare Spencer Krug come un compositore importante rispetto a qualsiasi altro album dei Wolf Parade.
Dragonslayer (Jagjaguwar, 2009) dei Sunset Rubdown presentava un nuovo membro, Marc Nicol (basso, batteria, kalimba). Il suono è aerodinamico e solennemente melodico per Silver Moons (che ricorda Warren Zevon) e per la folkish Nightingale, e robusto ovunque, in particolare la forte chitarra e il ritmo balbettante di Idiot Heart (con alcune sfumature in stile David Bowie) . You Go on Ahead è addirittura troppo "normale" per i suoi standard, sembra che Krug stia cercando un po' troppo di trovare il ritornello/ponte che lo catapulterà fuori dall'underground. Tuttavia, ci sono ancora molti tocchi eccentrici, a cominciare dai sette minuti nevrotici, tribali e distorti di Black Swan. E, indipendentemente da quanto contorta e sfigurata sia la struttura della canzone, ritornelli orecchiabili emergono da ogni angolo del panorama sonoro di Krug. La delusione più grande arriva con i dieci minuti del pezzo di chiusura, Dragon's Lair, una canzone piuttosto scarsa, data la sua durata, che fa ben poco per farsi apprezzare, a parte parlare troppo.
Inoltre, gli Swan Lake sono tornati con Enemy Mine (2009), che contiene Spanish Gold 2044, di Mercer, e Paper Lace, di Krug.
Gli Handsome Furs si sono completamente convertiti al banale synth-pop su Sound Kapital (2011), dominato dalle tastiere elettroniche di Alexei Perry (What About Us).
Abbandonando le pretese progressiste di At Mount Zoomer, Expo 86 (Sub Pop, 2010), dei Wolf Parade, era una semplice raccolta di brani, per lo più energici e occasionalmente pop, ma avrebbe dovuto essere solo un EP, o forse solo un singolo, con What Did My Lover Say.
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