- Dalla pagina sugli Alvvays di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

Il quintetto di Toronto degli Alvvays, con la cantante Molly Rankin e il chitarrista Alec O'Hanley, si rifà alle canzoni semplici degli anni '60 su Alvvays (2014), che raggiunge dei picchi in Archie Marry Me (inno power-pop) e Atop a Cake (una miscela dello stridente folk-rock dei Byrds e dei gruppi femminili dell'epoca). E Françoise Hardy avrebbe adorato Dives. Il canto di Rankin varia efficacemente dal tenero all'esuberante, come richiesto dal genere. Sfortunatamente, per il resto dell'album canticchia ballate pop nostalgiche.

Antisocialites (2017) raccoglie qualche altra gemma in quello stile senza pretese: In Undertow, a metà strada tra shoegazing-rock e il primo album dei Velvet Underground, il febbrile jangle-pop di Plimsoll Punks, il punk Your Type e Saved By a Waif, due brani che evocano Dance Hall Crashers o almeno i Go-Go's, e soprattutto l'inno psichedelico Hey. Il singolo Dreams Tonite, tuttavia, è una banale ballata dance-pop.

Blue Rev (2022), prodotto da Shawn Everett e registrato in un solo giorno, ha aumentato il rumore della chitarra e ha spinto in alto la voce in quello denso mix. Il forte fuzz di Easy on Your Own? ricorda inevitabilmente i My Bloody Valentine ma Rankin sta semplicemente intonando un'ode che potrebbe piacere anche alla gente di paese. In tutto l'album il fervore è spesso solo un'enfasi pensata per nascondere la scarsità di buone idee. Un tributo trance a Tom Verlaine se la cava meglio. Ben presto l'album cambia rotta, iniziando con le spesse linee di synth e il martellante ritmo dance di Very Online Guy. La band vira verso il canto funebre Tile by Tile, l'elegia romantica Bored in Bristol e così via. Per fortuna c'è ancora spazio per il rock'n'roll senza fiato di Pomeranian Spinster, il terzo brano che si può salvare.


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