Charles-Louis Philippe (France, 1874)
"Bubu de Montparnasse" (1901)
Nel milieu delle prostitute si svolge la triste storia di Berthe
Methenier, che lascia la numerosa famiglia per il rude Maurice Belu (detto
Bubu) e la miseria più nera. Presto Maurice comincia a picchiarla
e mandarla sul marciapiede; così Berthe s’abitua alla vita delle
prostitute, ma un giorno conosce Pierre Hardy, giovane povero ma sentimentale,
che se ne innamora. Berthe contrae, però, la sifilide, e le reazioni dei
due uomini sono opposte: fedele al codice d’onore che gli ha instillato l’amico
Grand Jules, Maurice le sta vicino e non teme neppure di farsi contagiare;
Pierre ne è terrorizzato e le scrive una lettera ipocrita. Maurice viene
arrestato mentre Berthe è in ospedale, così, quando esce, lei
può andare da Pierre, che ha scoperto, nel frattempo, d’aver preso la
malattia. Berthe sogna di farsi una vita onesta, dimenticare lo schifo, la
sporcizia, la miseria, la promiscuità. Ma, uscito di prigione, Maurice
scopre dove vive e va a riprenderla con la forza, senza che Pierre il vigliacco
abbia il coraggio di dire una parola.
"Croquignole" (1906)
Croquignole è il soprannome di uno degli impiegati di un ufficio
come tanti, dove si svolge un lavoro come tanti. Paulat è l’impiegato
impeccabile ed impenetrabile; Felicien è il saggio e mite padre di
famiglia; Claude è il timido ed onesto. Madame Fernande Delphine
è, invece, una procace sarta, che si vanta apertamente delle sue
avventure e del suo passato di prostituta; la più timida Angéle,
invece, è tutta presa dal lavoro di camiciaia.
Un giorno Croquignole eredita la fortuna d’una zia ed inizia a darsi alla bella
vita, scegliendosi come amante Mme Fernande; Claude, invece, s’innamora
d’Angéle, l’aiuta nel lavoro e le tiene compagnia. Commette anche
l’errore di farle conoscere il divertimento, e Croquignole ne trae i frutti la
prima volta che tenta di metterle le mani addosso, perché la ragazza non
aspetta altro ed è quasi annoiata dell’onesto e rispettoso; poi
Croquignole va a confessarsi dall’amico. Claude scrive ad Angéle che non
vuole più vederla e lei, terrorizzata dall’idea di restare zitella, muore
suicida.
Croquignole lascia l’impiego e si gode la vita per due anni. Un giorno torna a
salutare i vecchi colleghi; poi lascia a Felicien una lettera in cui confessa
d’aver finito i soldi e d’avere intenzione di suicidarsi, ma sempre con lo
stesso tono distaccato, quasi bonario e molto cinico con cui è vissuto.
Nello squallore di vita popolare, Philippe trova motivi alti sul
fatalismo della condizione umana. I suoi protagonisti, vittime o carnefici, sono
condannati a morte; a dominare la vita del popolo è il barbaro cinismo
del maschio, mentre la femmina rappresenta, invece, tutto ciò che appare
a portata di mano e viene sciupato.
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