- Dalla pagina sui Led Zeppelin di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
In breve:
I Led Zeppelin, formati dall'ex chitarrista degli Yardbirds Jimmy Page e dal protetto di Alexis Korner, Robert Plant, erano, prima di tutto, figli del blues. Se non fosse che le jam di Led Zeppelin I (1969) introdussero un approccio isterico alla musica nera che nemmeno i neri si erano mai sognati (culminando con l'apice epilettico di Communication Breakdown). Il melodramma di canzoni come Whole Lotta Love (1969) era continuamente interrotto da riff di chitarra e voci deliranti. I Cream avevano suonato il blues-rock come musica cerebrale: i Led Zeppelin suonavano il blues-rock come musica corporea. Da Immigrant Song (1970) a In The Evening (1979), i Led Zeppelin rappresentarono principalmente un'idea di rock'n'roll per un nuovo tipo di pubblico. Gli elementi secondari che avevano permeato i primi album emersero con vigore su Led Zeppelin IV (1971): When The Levee Breaks fu il loro brano più originale (quasi psichedelico) ispirato alla tradizione folk, e Stairway To Heaven fu il culmine della personalità mistica di Page.
I Led Zeppelin divennero un esempio lampante di come un prodotto possa trovare/creare un mercato senza bisogno di marketing. La generazione hippy aveva creato una domanda di radio libere (in contrapposizione a radio orientate alle hit) e di concerti di dimensioni tali da poter essere ascoltati in arene. La loro musica era completamente diversa da quella trasmessa da quelle radio e da quelle arene, ma si rivelò la musica perfetta per massimizzare i benefici commerciali delle radio libere e dei concerti nelle arene.
Il successo dei Led Zeppelin ebbe un impatto potente sull'industria discografica: definì l'album di lunga durata come il mezzo d'elezione del rock. I Led Zeppelin non ottennero mai una "hit" di successo nelle classifiche di Billboard, ma dominarono le frequenze radiofoniche e le arene. L'industria discografica seguì il "suggerimento" e iniziò a commercializzare gli album piuttosto che i singoli.
Bio:
I Led Zeppelin furono il complesso che trasformò l'hard-rock in un
fenomeno di massa, ma sarebbe limitativo considerare quello il loro unico
traguardo raggiunto.
I Led Zeppelin cambiarono la storia della musica diventando il primo
successo di massa che non dipendeva dalla programmazione
radiofonica. Prima dei Led Zeppelin la radio e la televisione erano
state dominate dai "Top 40", dalle hit parade, e quindi dal 45 giri.
I Led Zeppelin divennero rock star senza mai entrare in quelle classifiche.
I Led Zeppelin furono i primi a capire che il potere stava passando dalle
radio AM a quelle FM e in particolare a quelle "free form", che trasmettevano
cioè brani più lunghi dei classici tre minuti, brani con assoli di chitarra
e persino senza ritornello. Senza usare il formato tradizionale della
canzone e della radio (quello che aveva creato tutti i fenomeni precedenti
e, in Gran Bretagna, in particolare i Beatles, il fenomeno commerciale
per eccellenza),
i Led Zeppelin divennero un fenomeno mondiale. Non solo i loro dischi vendettero
milioni di copie, ma soprattutto i loro concerti dal vivo attrassero migliaia
di persone. Anche in questo i Led Zeppelin furono l'emblema dei tempi che
mutavano. Monterey e Woodstock avevano ampiamente dimostrato quale musica
fosse capace di attirare grandi masse. I Led Zeppelin esordirono nell'anno
di Woodstock e beneficiarono di questa innovazione.
La loro musica, completamente diversa da quella delle radio "free form" e
di Woodstock, si rivelò però perfetta per sfruttare il successo delle radio
"free form" e di Woodstock. Nel quarto di secolo successivo la radio "free form"
e i concerti di massa sarebbero in gran parte rimasti legati al rock "duro",
a quello che i Led Zeppelin avevano reso celebre.
Persino la laconicità con cui i Led Zeppelin intitolarono i loro primi quattro
album rappresentava un punto di rottura nei confronti di una tradizione che
voleva i titoli degli album funzionali al marketing del gruppo.
Un po' di merito va anche al loro manager, Peter Grant, un vecchio marpione del music business, che indovinò una delle campagne pubblicitarie più efficaci dai tempi della "beatlemania".
Jimmy Page, reduce dagli Yardbirds e da un lungo apprendistato presso i complessi alterantivi del beat (Who, Them, Kinks), conobbe nel 1968 il cantante Robert Plant, un promettente allievo di Alexis Korner dotato di una voce peculiare, un falsetto isterico e versatile, che del blues conservava la passionale intensità ma sposandola a un'isteria moderna. Assunti il bassista-tastierista John Paul Jones e il batterista John Bonham, Page impostò il repertorio della nuova band sul più classico stile blues britannico.
Ciò che rese subito leggendarie le loro esibizioni dal vivo fu l'energia: mai un gruppo aveva suonato il blues con tale ferocia. I Cream avevano divelto il concetto di canzone ed esasperato la tecnica del blues, ma tutto sommato la loro era rimasta una musica del cervello. I Led Zeppelin la trasformarono in una musica soltanto del corpo, una musica in cui si scaricava un'adrenalina infuocata. I Cream avevano inventato il concetto moderno di concerto rock, i Led Zeppelin lo stravolsero, lo trasformarono in un'orgia di suoni assordanti, di ritmo scatenato, di urla psicotiche. I Cream avevano inventato l'hard-rock, ma era un genere tanto pesante quanto lento. I Led Zeppelin buttarono alle ortiche ogni velleità intellettuale e gli diedero anche la velocità del primo rock and roll.
Il primo disco dei Led Zeppelin, Led Zeppelin I (Atlantic, 1969),
suscitò grandi entusiasmi soprattutto per il virtuosismo pirotecnico
del chitarrista (velocissimo e al tempo stesso rivoluzionario,
sempre alla ricerca di effetti devastanti, anche se talvolta ridondante),
per il canto potente, esplosivo, e al tempo
stesso comunicativo, di Plant, e per il battito Afro-americano di Bonham.
Il loro stile rappresentava l'ideale fusione di blues-rock, il genere lanciato
dai
Cream, e di rock psichedelico, il genere lanciato
dai
Pink Floyd.
I brani
erano surreali come quelli dei Pink Floyd, ma dinamitadi da vibrazioni
epidermiche come quelli dei Cream.
A far epoca fu inizialmente soprattutto
la fantasia strumentale e il grado di disfacimento a cui portavano il blues,
per esempio in
Dazed And Confused (di fatto una cover della canzone omonima
del cantautore Jake Holmes sul suo album The Above Ground Sound del
1967, una cover già usata nei gig degli Yardbirds), deflagrato da un alternarsi di vuoti
lisergici e di attacchi maciullanti a velocità supersonica,
e How Many More Times (ispirata a un tema di Howling Wolf e con
parti rubate a The Hunter di Albert King e a Becks Bolero
del suo amico Jeff Beck),
un forsennato bolero fucilato da scosse elettriche
e propulso da uno dei riff più epidermici della storia del rock, vivacizzato
da fantasiosi voli chitarristici e da sconnessi sproloqui sgolati di Plant
in tumultuosi saliscendi armonici, in terrificanti galoppi sincopati.
Non molto sincero invece il
misticismo orientale dello strumentale Black Mountain Side
(una versione strumentale con tabla del traditional Blackwaterside che
Bert Jansch aveva registrato nel 1965).
Questi stessi principi infondevano vigore a ballate di compromesso come
Good Times Bad Times e Your Time Is Gonna Come (con agonizzante
organo soul), le uniche canzoni originali dell'album (le altre sono tutte
covers, dichiarate o meno)
Fra le righe si poteva già scorgere qualche graffio di violenza allo stato
brado, come nella accelerazione supersonica di Communication Breakdown
(una variazione sul tema chitarristico di Nervous Breakdown registrata da Eddie Cochran nel 1957).
In pratica quel loro primo album coniugava la sofferta drammaturgia blues
con una sensibilità più morbida, ereditata dalla generazione hippie,
e a tratti con l'acuta nevrosi degli adolescenti post-68, fondendo
meditazione e spavalderia in una musica del disagio e dell'inquietudine
che, senza rinnegare gli ideali anti-conformisti, riportava a galla quegli
istinti primari, volgari e bestiali, che erano stati a lungo repressi
dal razionalismo dei movimenti progressivi.
Il primo album era ancora un lavoro di transizione: l'influenza dei Cream
è fortissima nei due lunghi brani blues che lo dominano. L'indole violenta
delle loro esibizioni del vivo si avverte soltanto in Communication
Breakdown.
Il secondo disco, Led Zeppelin II, ruppe i ponti, puntando decisamente sulla velocità e
sulla violenza. Il loro rock suonava volgare e violento paragonato alla
musica che imperava nelle classifiche.
L'assolo alla batteria di Moby Dick (forse il più famoso della storia
del rock) e la sequenza di brevi canzoni della seconda facciata
(Heartbreaker) fecero epoca, anche se in realtà non inventavano
nulla che non fosse già sul primo album: comprimevano semplicemente quelle
intuizioni in un formato più commerciale.
(Molti brani erano copie di classici del blues, come Bring It On Home,
rubata a Willie Dixon, e The Lemon Song, che è la classica
Killing Floor di Howling Wolf).
Whole Lotta Love (con le liriche tratte da You Need Love di Willie Dixon) è l'archetipo del cliche'
emergente: sciabolate di chitarra e cannonate di basso a non finire mentre la
voce bestemmia e si contorce senza ritegno,
con un intermezzo di armonie psichedeliche e di urla affannate da orgasmo.
Ma l'ululato stentoreo che deflagra in un nevrastenico impeto di note non fa
altro che tuonare con l'eloquenza della frustrazione l'arcaico spasimo blues
ansioso e affannato.
Plant aveva coniato un linguaggio "aperto" al canto e Page aveva scoperto
una dinamica altrettanto "aperta" per la chitarra. Entrambi erano figli del
blues, ma dopo averlo dilatato nel magma psichedelico.
III (1970) addolcì quel suono feroce e veemente, che pure mieteva già successi inenarrabili, annacquandolo con melodie folk e armonie psichedeliche, conservando soltanto Immigrant Song del cesto hard; e allineando invece la ballata tradizionale Gallows Pole e la tenerezza orientale di Tangerine, rivelatrici delle due ispirazioni secondarie di Page (la tradizione folk britannica e lo spiritualismo indiano).
Il riavvicinamento al folk è più evidente sul quarto album,
Led Zeppelin IV (Atlantic, 1971), chiaramente suggestionato dal
repertorio tradizionale nelle ballate acustiche
Going To California e
Battle Of Evermore (con Sandy Denny),
soffuse e rifratte in nervosi effetti psichedelici.
When The Levee Breaks, un crescendo sferzato dal chitarrismo titanico di
Page e propulso da cadenze sfigurate di batteria e basso, rimane uno dei loro
capolavori.
Nonostante l'ennesima epilessi di Rock And Roll (con l'introduzione di
batteria rubata a Keep A Knocking di Little Richard),
e il baccanale caotico di Black Dog,
il complesso è ormai avviato sulla strada di un soft-hard più meditato,
di cui è leggendario esempio la lunga, mistica Stairway To Heaven:
la melodia è preminente, il canto sofferto scodella tutto il repertorio
di intonazioni del canto nero, e Page ricama accordi solenni su accordi solenni
(per nulla simile a Taurus degli Spirit,
nonostante la causa intentata nel 2016).
Il misticismo gli aveva però preso la mano e la sua passione per il culto
esoterico di Aleiser Crowley non si sposava bene alle tendenze folk degli altri.
Lo spavaldo nervosismo di Page e il canto acuto e viscerale di
Plant, modulando l'enfasi blues al passo di una quieta sensibilità
mistica, mostrarono sempre un'abilità nell'estedere la loro musica capace
di conferirle dinamica, respiro ed emozione.
Il gruppo riusciva a vendere 4-5 milioni di copie a disco senza far fatica. I dischi successivi furono ancor più distratti. I Led Zeppelin spesso si limitavano a suonare un riff e una melodia per un po' di minuti, senza altro interesse che dargli un titolo.
Nel 1972 Page si trasferì in una nuova casa: l'ex casa di Crowley sulle rive del lago di Loch Ness, in Scozia.
Houses Of The Holy (Atlantic, 1973) è un album fin troppo eclettico e talvolta sembra ripudiare la loro carriera, ma annovera ancora alcuni numeri da manuale (No Quarter, Dancing Days e Over The Hills And Far Away).
Continuando nel delirio di ambizione, il doppio Physical Graffiti (Swan Song, 1975) è praticamente una raccolta di brani estesi alla Stairway to Heaven, ma soltanto Kashmir (un altro sfogo "mistico" di Page) , Boogie with Stu (una jam del 1971 con Ian Stewart al piano), e Houses Of The Holy valgono i classici del passato.
Presence (Swan Song, 1976) segnò finalmente un ritorno alla grinta dei primi tempi, con Candy Store Rock, For Your Life, Achilles' Last Stand e il solito furto (Nobody's Fault But Mine è in realtà di Blind Willie Johnson). Ma sono canzoni che sarebbero state molto minori sui primi quattro album.
I Led Zeppelin erano diventati il supergruppo modello dell'hard-rock. Protagonisti di show entusiasmanti (come testimonia il disco doppio dal vivo The Song Remains The Same), erano i sovrani degli stadi, ancor più dei Rolling Stones, pur continuando in studio a produrre musica di routine.
Plant si ritirò in isolamento dopo la morte improvvisa del figlio Karac.
Passarono 18 mesi
prima che il gruppo si ritrovasse per incidere un nuovo disco,
In Through The Out Door (Swans Song, 1979),
e l'umore non era naturalmente il migliore.
Ciò nonostante,
In The Evening è uno dei capolavori: dopo qualche accordo di raga,
Page sfodera un riff stentoreo, che continua imperterrito a contrassegnare il
blues lascivo di Plant.
Ad aver successo è però una power-ballad confusa come Fool In The Rain,
che dopo qualche minuto di insensataggini sfocia in un febbrile calypso,
seguita a ruota dalla pomposa ballad All My Love.
Hot Dog scimmiotta ragtime e rock and roll.
I dieci, chiassosi minuti di Carouselambra, affogati in maree di
tastiere elettroniche, ricordano i Rush meno ispirati.
Sono brani davvero imbarazzanti per un gruppo di questa statura (ma anche
per gruppi di statura minore).
Bonham morì il 25 settembre 1980 per overdose di alcoolici, all'età di 32 anni.
Negli anni precedenti sia Plant sia Page
erano stati vittime di tragedie personali.
Tragedie che causarono lo scioglimento di quella che era ormai diventata un'istituzione
Britannica (benchè trapiantata oltre-oceano).
Coda (Swan Song, 1982) è una raccolta di rarità e inediti.
La compilation Led Astray - The Folk & Blues Roots of Page and Plant (Connoisseur, 1999) documenta i "furti" dei Led Zeppelin.
Con quasi cento milioni di album venduti, i Led Zeppelin sono uno dei massimi successi commerciali della storia della musica.
Nel 2000 avevano venduto 82 milioni di album.
Dopo lo scioglimento della band fu Robert Plant, il cui intuito aveva creato
il sound originale dei Led Zeppelin, a ottenere il maggior successo.
Su Pictures at Eleven (Swan Song, 1982) ridusse anche i suoi eccessi vocali,
che erano divenuti imbarazzanti sugli ultimi album. Almeno Burning down
One Side e Worse than Detroit non sfigurerebbero su nessun album degli Zeppelin.
The Principle of Moment (Es Paranza, 1983) ebbe maggior successo grazie all'hit
Big Log ma la maggior parte delle canzoni erano di derivazione blues-rock
se non addirittura copie carbone degli stereotipi del genere.
L'introduzione
di hip-hop, elettronica e delle moderne tecniche di produzione su Shaken
and Stirred (Es Paranza, 1985) presentarono un nuovo artista. Hip to Hoo,
Kallalou e Too Loud hanno poco in comune con i Led Zeppelin, mentre il rock
and roll di Little by Little indica cosa sarebbe la band nell'era punk-rock.
Ma l'esperimento non proseguì e Now and Zen (Es Paranza, 1988), con il tastierista
Phil Johnstone come co-autore, è il più zeppeliniano fra gli album solisti
di Plant: Tall Cool One è di fatto una riflessione post-moderna dello stile
dei Led Zeppelin. Il connubio di Plant con il buon vecchio rock and roll
terminò con Manic Nirvana (Es Paranza, 1990) in cui Hurting Kind, Tie on
the Highway e Nirvana sono appena apprezzabili. In seguito Plant adottò
strumenti da camera e pastorali per Fate of Nations (Atlantic, 1993).
Nel 1984 Plant, Page e Jeff Beck formarono la cover band Honeydrippers.
Nel 1985 i Firm videro Page chitarrista e Paul Rodgers vocalist.
Senza contare le colonne sonore Lucifer Rising (1975) e Death Wish II (1984), il primo
album solista di Page, Outrider (Geffen, 1988) è in gran parte deludente, malgrado
Wanna Make Love e gli strumentali Liquid Mercury e Blues Anthem.
La collaborazione
con David Coverdale, su Coverdale Page (A&M, 1993), è imbarazzante (Shake My Tree e Whisper A Prayer For The Dying rievocano semplicemente i suoi fantasmi Zeppelin e gli album pubblicati dopo la sua "reunion" con Robert Plant, No Quarter/ Unledded (Atlantic, 1994), dove rivisitano i classici dei Led Zeppelin da una prospettiva medio orientale e indiana, e Walking Into Clarksdale (Atlantic, 1998) danno l'impressione che Plant abbia sprecato il proprio tempo.
Su quest'ultimo, la mediorientale Most High e l'esibizionismo chitarristico di
Burning Up e Heart In Your Hand sono al più mediocri.
John Paul Jones registrò un album con Diamanda Galas, The Sporting Life (Mute, 1994), e due album prog-rock, Zooma (DGM, 1999), uno strumentale ricco di fervore cerebrale (Zooma, Goose), e The Thunderthief (DGM, 2001), un tentativo di risultare "moderni" meno coinvolgente e spesso ridicolo (Leafy Meadows).
Robert Plant con Mighty Rearranger (Sanctuary, 2005) continua nella ricerca del suono dei Led Zeppelin per il nuovo secolo.
Finisce per sembrare un mucchio di cloni dei Led Zeppelin senza la chitarra di Page e (ancor più imbarazzante) senza il canto di Plant.
Raising Sand (2007) fu una (terribile) collaborazione tra Robert Plant e la violinista bluegrass Alison Krauss, dedicata perlo più alle cover, dai vecchi blues all'antica fino a ballate medievali con un coro cristallino nello stile degli anni 1930.
Dave Grohl dei Foo Fighters, Josh Homme dei Queens Of The Stone Age e John Paul Jones dei Led Zeppelin formarono un supergruppo per Them Crooked Vultures (2009), dove suonavano come una tribute band dei Led Zeppelin.
Jones oltre ad aver formato i Them Crooked Vultures, compose la colonna sonora di un balletto per Merce Cunningham e lavorò a un'opera.
Band of Joy (2010) di Robert Plant era principalmente una raccolta di cover.
Robert Plant si è riunito con la cantante folk Allison Krauss per realizzare Raise the Roof (2021).
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