- Dalla pagina sugli Stooges di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

Livin' On The Edge Of The Night (Virgin, 1990), di Iggy Pop, fu testimone di un'altra sorta di rinascita.
Brick By Brick (Virgin, 1990) è l'album più mirato e meglio prodotto della sua carriera da solista, caratterizzato da una serie di solidi boogie (Butt Town, Pussy Power, Home, I Won't Crap Out) e il vergognoso sold-out commerciale di Candy.
Davvero molto per delle vecchie icone della mistificazione.


(Tradotto da Mauro "Jimmy" Vecchio e Stefano Iardella)

Il successivo album fu ancora più confuso e accomodante.
Boogie Boy su American Caesar (Virgin, 1993) e I Wanna Live su Naughty Little Doogie (Virgin, 1996) equivalevano agli ultimi segni di vita di un attempato pervertito. Scavavano nella crisi d’identità di Iggy Pop, una crisi che era iniziata quando imbracciò per la prima volta una chitarra.

Rompendo con il suono hard-rock di quegli album, Avenue B (Virgin, 1999) è una raccolta di dolci ballate di mezza età che si legano (alquanto ossessivamente) con la fine del suo matrimonio (Nazi Girlfriend, Miss Argentina). Prova una volta sola a suonare come un rocker (Corruption) mentre, dall’altro lato, sostenuto dal trio jazz Medeski, Martin e Wood, la vecchia canaglia diventa un intrattenitore lounge per I Felt The Luxury e la title-track Avenue B.

Iggy Pop provò a connettersi con la generazione dei Korn su Beat ‘em Up (Virgin, 2001), un album dal suono forte ed eccitato che (malgrado sia lungo 72 minuti) manca di buoni accordi, ma li suona con rabbia e passione adolescenziali.
L’unica cosa degna di nota su Skull Ring (Virgin, 2003), di Iggy Pop, fu che gli Stooges si erano riuniti per quattro delle canzoni più inette.

Essendo uno dei più sopravvalutati artisti di tutti i tempi, Iggy Pop è stata un’icona, non un musicista.


(Tradotto da Stefano Iardella)

Heavy Liquid (2005) è un cofanetto di sei CD contenente rarità e avanzi.

Gli Stooges si riformarono per The Weirdness (Virgin, 2007), uno dei peggiori reunion album di tutti i tempi.

Préliminaires (Astralwerks, 2009) di Iggy Pop fu una mediocre incursione nel territorio del jazz.

Ron Asheton è morto d'infarto il primo gennaio 2009, all'età di 60 anni.

Apres (2012) di Iggy Pop era una raccolta di dieci cover di canzoni francesi.

Il batterista Scott Asheton, malato da tempo, è morto nel 2014, all'età di 64 anni.

Il sassofonista Steve McKay è morto per una setticemia nel 2015, all'età di 66 anni.

Post Pop Depression (Loma Vista, 2016) di Iggy Pop, prodotto da Josh Homme dei Queens of the Stone Age, è un altro motivo di imbarazzo.
C'è un ampolloso spaghetti-western che suona come una collaborazione tra Ennio Morricone e Nick Cave (Vulture), un pezzo stoner-rock con una linea di basso sintetizzato (Break Into Your Heart), un dramma pop (Gardenia) e uno psicodramma esotico (American Valhalla).

Nello stesso anno al Cannes Film Festival viene presentato Gimme Danger (Amazon, 2016), di Jim Jarmusch, un docu film di quasi due ore sulla storia della band.


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