Summary:
Seattle-born white pianist David Lanz (1950) specialized in domestic vignettes based on folkish melodies and tempos, such as Heartsounds (june 1983) and especially the longer ones of Nightfall (october 1984) and Cristofori's Dream (april 1988), While baroque pomp permeated the Skyline Firedance (may 1990), conceived as micro-symphonic poems. Lanz was emblemating of new-age music's strategy of ransacking the vocabulary of classical music, from the madrigal to the adagio.
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Il pianista David Lanz è una delle voci più "colte" della
new age. I suoi dischi, sia quelli solisti sia quelli orchestrali, hanno creato uno stile che è ormai
un classico con cui si dovranno confrontare le generazioni future.
Nato a Seattle nel 1950, negli anni '70 iniziò a battere la scena dei night club
e a lavorare per la pubblicità. Convertito alla meditazione orientale, cominciò a comporre
e registrare musica al pianoforte per soddisfare un bisogno molto personale e privato.
Le dieci composizioni di Heartsounds scorrono all'insegna della
gioia di vivere. Melodicamente contenute, dall'andamento ora vivace e ora pensieroso, ricordano da vicino
gli acquerelli chitarristici di Leo Kottke. L'affinità non è solo nell'umore gioviale e
nostalgico, ma anche nel ricorso a temi e cadenze della musica popolare. Ricchi di pathos (Embrace,
Star Gazer, Dream Field, Farewell Amparo, che rimarranno fra i capolavori del genere) o futilmente
tutti d'un fiato (Valencia, Homecoming, Day Star, Heartsounds, Rosario, Sun Song)
esplorano un tema, uno stato d'animo, una situazione, lasciando nell'ascoltatore una vivida impressione e
confermando la statura di Lanz come consumato "storyteller".
Nelle sue armonie piene di colori si riconoscono soprattutto i grandi del
secondo Ottocento (Debussy, Chopin, soprattutto Ravel), ma anche gli autori pop, da John Lennon a Elton
John.
Nightfall raffina il metodo allungando e impreziosendo le
composizioni. Il tenue impressionismo di Leaves On The Seine, che davvero dà
l'impressione delle foglie che cadono e si posano sulla superficie dell'acqua, e di Nightfall, che
racconta il lento scendere delle ombre sulle strade via via più deserte e silenziose, ricorda i murali
di Monet, che in ogni punto ripetono la stessa immagine in dissolvenza. E non a caso l'album si chiude
con una Song For Monet. Un andamento sbrigliato e un senso di fiabesco contrassegnano invece il
viaggio sonoro attraverso le Faces Of The Forest. Più introspettiva, Courage Of The
Wind con il suo delicato ritornello è forse l'apice melodico dell'opera, e al tempo stesso
l'elemento di raccordo con il disco precedente.
Il passaggio dal bozzettismo di Heartsounds al paesaggismo di
Nightfall è fondamentale per l'evoluzione del suo stile, neutro e classico quanto lo si
può essere, alieno tanto da corrivi effettismi quanto da astrusi astrattismi.
Lanz inizia poi una collaborazione con il chitarrista Paul Speer che si
protrarrà negli anni. In questi dischi la sua arte di fine compositore si sposa alle doti di
arrangiatore del partner, suo vecchio amico (oltre che autore in proprio).
Questa tecnica smaliziata sfocia nel grande successo di Natural
States e che avrà un seguito in Desert Vision (con le celebri Eagle's Path e
Desert Rain). Il disco è un po' dispersivo, con Lanz intento a procurarsi un minimo di
ascolto radiofonico con i trilli di sequencer del motivetto Behind The Waterfall e con la struggente
atmosfera "morriconiana" di First Light, e poi alla ricerca del giusto equilibrio fra orchestra e
batteria in Faces Of The Forest (Mountain aggiunge anche il coro) e poi raccolto nel ritornello
tintinnato da Rain Forest. I dischi con Speer sembrano più che altro prove generali per
tecniche che Lanz adotterà nei dischi solisti.
Cristofori's Dream, dedicato all'inventore del pianoforte e
destinato a rimanere uno dei più grandi hit della new age, mette a frutto la raggiunta
maturità espressiva in uno stile di arrangiamento più moderno e segna così l'apice
della sua fase più romantica. In esso Lanz si rivela commosso poeta nella tradizione delle
orchestre sentimentali e il suo pathos domestico trionfa in semplici melodie come Cristofori's
Dream e Summer's Child, nelle sognanti visioni fantascientifiche con stasi e progressioni di
natura zen (Wings To Altair) e nei lunghi viaggi sonori di Green Into Gold, reminescenti
delle suite jazzate dell'art-rock, sia Chopin sia Dollar Brand sia Klaus Schulze sono fra le sue muse
ispiratrici.
Le sue composizioni fluide e leggere si affidano a una tecnica molto
elementare, che evita le terze (l'intervallo che definisce se un accordo sia maggiore o minore) e lascia
pertanto l'ascoltatore in un limbo sfocato, ma che ricorre anche in misura massiccia alle progressioni in
tre accordi tipiche del pop (la forma musicale più immediata della civiltà
occidentale).
Skyline Firedance è la sua opera più ambiziosa,
realizzata sia in versione per solo pianoforte sia in versione orchestrale. influenzato dai suoi idoli di
trent'anni prima, Procol Harum e Moody Blues, Lanz studia partiture e arrangiamenti più intricati
per ottenere effetti magniloquenti.
Ma anche nei micro-poemi sinfonici di Vesuvius (il più
moderno, con batteria e chitarra elettrica), di Dancing On The Berlin Wall (un inno solenne ed
esuberante movimentato da motivetti cabarettistici), Escapades Of Pan (il più
propriamente sinfonico, e nell'accezione sentimentale di Cajkovsky), Dark Horse (la più
incalzante) la musica di quest'opera conferma la propensione di Lanz per armonie lineari e leggiadre, e
forse qui più che altrove, nella profusione di progressioni epiche e di passi marziali, di madrigali
evocativi e di sonate malinconiche, è evidente l'influenza delle orchestre di musica leggera e delle
colonne sonore di Morricone.
Il tutto al servizio di una visione positiva della condizione umana: la suite
eponima, ricolma di danze popolari arrangiate con i trucchi più banali del romanticismo da
supermarket, sprizza vitalità e ottimismo da ogni accordo.
La versione per solo pianoforte conserva i pregi (e forse evita qualche
difetto) di quella per orchestra.
Return To The Heart è davvero, come dice il titolo, un
ritorno al fondo romantico della poesia di Lanz. Nella tradizione di Chopin il pianista inalbera la
disadorna grandeur della title-track e si libra nel libero volo dell'immaginazione di Corre Rio
Corre. A parte i brani ripresi da dischi precedenti, l'album tocca vertici di pathos intimista nella
preghiera marziale di Madre De La Tierra e nel tenerissimo carillon di Dream Of The
Forgotten Child. I brani sono intervallati da sette improvvisazioni dedicate ad altrettanti luoghi
europei. Come pianista Lanz è pervenuto a uno stile più equilibrato e, tutto sommato,
efficace.
Il contrasto con il fragoroso sinfonismo di Bridge Of Dreams non
potrebbe essere più grande. Speer affonda gli artigli di arrangiatore nella tenera cartilagine delle
melodie di Lanz, sciupando un po' la poesia di Into The Dream e Ode To A Dark Star (le
due melodie più forti) e annacquando i languori programmatici di And The World Falls
Away e Bridge Of Dreams. Anche le sonate più sommesse, Veil Of Tears e
Reverie, non sono all'altezza dell'album precedente. Il canto, poi, imbarazza l'atmosfera idilliaca
di Song Of The East.
Maestro del sentimento della struggente nostalgia, Lanz è riuscito a
fondere folk e classica conservando la spontanea emotività del primo e la narcisistica eleganza
della seconda. I peccati di grandeur gli vengono perdonati da una inesauribile vena melodica.
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