- Dalla pagina sui Nirvana di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
In breve:
Seattle divenne una miniera d'oro con i Nirvana, formati a Washington nel 1987 dal cantante/chitarrista Kurt Cobain (1967) e dal bassista Krist “Chris” Novoselic (1965).
Anche loro suonavano hard rock, ma vi iniettavano dosi abnormi di emotività e possedevano un talento melodico che mancava alla concorrenza. Bleach (1989) era allo stesso tempo rudimentale, selvaggio e fragile. Nevermind (1991), con il nuovo batterista Dave Grohl (1969), ex Scream, aumentò il fattore melodico e trovò un equilibrio ancora più improbabile tra pathos e disgusto, tenerezza e rabbia, malinconia e ribellione. Se Nevermind era stato il manifesto di un'epoca, il brutale In Utero (1993) fu l'odissea personale di Cobain. Sembrando un timido alter ego di Neil Young, incarnavano lo stato d'animo della loro generazione (lo "spirito adolescenziale"). Il loro sound divenne la colonna sonora dell'esaurimento nervoso di una intera generazione. E lo fu ancor di più quando Cobain si tolse la vita nel 1994, all'età di 27 anni.
Bio:
I Nirvana sono stati il gruppo di maggior successo di quelli che emersero
dal boom del rock alternativo degli anni '90. In un certo senso, ebbero lo
stesso impatto, e la stessa funzione di bandiera generazionale, che avevano
avuto i REM negli anni '80.
Come i REM segnarono la riscossa della periferia nei confronti delle tradizionali capitali musicali (New York, Los Angeles), così i Nirvana, trasformando Seattle in una miniera d'oro (discograficamente parlando) segnarono l'avvento di nuovi poli culturali e un'ulteriore distribuzione geografica del potere discografico.
Cobain coronò l'ascesa nell'immaginario dei ragazzi della sua generazione auto-distruggendosi scientificamente, come avevano fatto prima di lui Hendrix e Morrison. La sua morte diede un significato molto più ampio alla sua musica.
Se l'impatto socio-economico dei Nirvana è indubitabile, i meriti artistici sono invece molto più limitati di quanto la loro fama lascerebbe pensare. Nell'ambito del movimento "grunge" non furono forse nè i migliori nè i più influenti.
Le origini del gruppo sono radicate nell'ambiente dei loro colleghi Melvins. Ispirandosi a loro, Kurt Cobain (canto e chitarra, ex compagno di scuola di Osborne) e Krist "Chris" Novoselic (basso) cominciarono a suonare ad Aberdeen, nei pressi di Seattle. Cobain compose alcune canzoni con Crover (un nastro inedito intitolato Fecal Matter) e insieme a Novoselic e Chad Channing (batteria) formò i Nirvana. Il gruppo tenne i primi concerti usando la strumentazione di seconda mano dei Melvins.
Il gruppo esordì con il singolo Love Buzz/ Big Cheese (SubPop) dell'ottobre 1988, stampato in sole mille copie. Nell'anno di Ultramega OK, il disco che rese celebri i Soundgarden, i Nirvana proponevano una naturale estensione della prassi grunge: recuperare le "radici" dell'hard-rock, ma in maniera meno oleografica e più "calligrafica", in particolare ponendo maggiore attenzione alla melodia. Cobain, in particolare, si rivelava un istrione degno dei grandi maestri del passato, e complementava il suo canto con un chitarrismo sufficientemente articolato.
L'album Bleach (Subpop, 1989)
del giugno successivo (con Crover alla batteria in
diversi brani ma non Jason Everman alla seconda chitarra come scritto in
copertina) definì meglio le
ambizioni del gruppo e il loro ruolo nell'affollata scacchiera del grunge.
Floyd The Barber e Scoff
sono composizioni assordanti, sgraziate, spigolose, che
eruttano riff arroventati e cadenze sincopate, prendendo a prestito sonorità
degli Stooges, dei Rolling Stones, degli Aerosmith,
ma sempre sorrette da una melodia paurosamente umana, con ritornelli così
veementi da far pensare a slogan rivoluzionari più che a canzoni rock,
fino a trasudare il sarcasmo più negativo nelle filastrocche urlate di
Negative Creep e Mr Moustache.
L'influenza dell'hardrock, e in particolare di Black Sabbath e Led Zeppelin,
è fortissima in brani selvaggi come Blew e School, detonati da
scosse che provengono sempre, sia pur per infinite indirettezze, dal blues.
Il capolavoro è però forse il brano più insolito: una About A Girl che
accenti da garage-rock e una dolce melodia da folkrock precipitano negli anni
'60.
L'album apriva la stagione d'oro del sound di Seattle, anche se in realtà
non rivoluzionava certo la musica rock, e anzi usava il vecchio trucco di
prendere una novità del rock e contaminarla con il pop per riuscire così
a "vendere" quella novità alla massa dei consumatori casuali. Insomma,
un'idea più marketing che artistica. Ciò che era indubbiamente autentica
era l'angoscia di Cobain, il primo autore dai tempi di Morrison a riuscire
nell'ardua impresa di impachettare il proprio dolore esistenziale in una
melodia orecchiabile.
Dotati di un talento melodico nettamente superiore al resto dei conterranei,
i Nirvana non impiegarono molto tempo a diventare i dominatori
incontrastati della scena.
Nevermind (Geffen, 1991), semplicemente continuando in questa
direzione, trovò la perfetta cesura fra musica e vita, la simbiosi
mitica fra artista e pubblico.
Cobain, Novoselic e il nuovo batterista Dave Grohl (ex Scream)
misero a punto una miscela formidabile di emozioni e melodie.
Ciò che cambia in questo disco è che
la componente hard-rock passa in secondo
piano rispetto alla ballata nevrotica in stile Neil Young. Cobain ha sempre
raccontato storie, e storie molto personali, con la passione di un cancro
interiore, e il suo modello diventa sempre più quello del cancro interiore
per eccellenza: Neil Young.
Il gruppo scovò il formato ideale per mettere insieme
pathos e schifo, tenerezza e malinconia, per coprire insomma l'umore
dei giovani americani, che non era soltanto il nichilismo dei punk e non era
soltanto l'intimismo del folk-pop ma un misto dei due.
A fungere da propellente è Smells Like Teen Spirit, l'epico e rabbioso
grido alla Replacements che apre l'opera e che rimarrà negli annali a
simboleggiare lo spirito (questa volta apatico e sarcastico) di una generazione.
Nella sua scia brani come Breed speculano su un "wall of noise" (strati di
chitarre, campionamenti improvvisi, vocalizzi stratificati), un lessico musicale
ridotto ai minimi termini e ai massimi mezzi, in cui la frustrazione giovanile
si sposa a un anelito metafisico.
Nel calderone di lava incandescente brillano però anche ballate intense (e
non meno sfinenti) come In Bloom (con uno dei suoi migliori assoli di chitarra), Lithium e On A Plain, che costituiscono
anzi il vero cuore del disco. Più banale è
l'autobiografica Come As You Are, che comunque conquista il pubblico
(anche se ruba il riff a Eighties dei Killing Joke).
I Nirvana si ricordano delle loro origini soltanto nel delirio tempestoso di
Territorial Pissings e nella ferocia brada di Stay Away.
Cobain è al culmine delle sue doti di cantante, capace di trasformare anche
il lamento acustico di Polly o il bisbiglio moribondo di
Something In The Way in un'atmosfera magica e sinistra. Il suo urlo
distaccato, un controsenso, vale forse più delle canzoni che canta.
La forte componente melodica emerge prepotentemente in Lounge Act.
Si tratta, in fondo, semplicemente del vecchio bubblegum, ma eseguito con la
grazia di un bulldozer. Il loro principale ascendente è in realtà il powerpop
di Los Angeles degli anni '70. Lo smaccato commercialismo dell'opera,
che catapulta il gruppo in prima pagina (cinque milioni di copie vendute,
contro le trentamila dell'esordio), non aliena però i fans più hardcore
dalla figura mitica e demoniaca di Cobain, che continua a proclamare la sua
fede nel credo punk.
I Nirvana erano fans degli
Husker Du e dei
Pixies (il cui Surfer Rosa,
in particolare, fu una delle principali "fonti" d'ispirazione per
Nevermind).
Nevermind
non faceva altro che divulgare quel sound alle folle oceaniche
dei fans del grunge.
I Nirvana composero un disco che era la colonna sonora del subconscio,
un po' come avevano fatto i Doors 24 anni prima. Come nel caso dei Doors,
era, in ultimo, l'espressione di un anelito all'autodistruzione.
La differenza è che nei Doors quel subconscio diventava mitologia, mentre
nei Nirvana rimane semplice impulso di autodistruzione.
L'album diventerà poco alla volta uno dei maggiori successi discografici
di tutti i tempi e il suo successo contribuirà all'esplosione dell'alternative
rock così come il successo strepitoso dei Beatles aveva contribuito al boom
del pop negli anni '60.
Il successo imponente del gruppo venne sfruttato con una serie di speculazioni discografiche (singoli, mini-CD, raccolte di inediti, un album di varie ed eventuali, e così via). L'EP Hormoaning (Geffen, 1992) contiene quattro cover e due inediti. Incesticide (Geffen, 1992) è una raccolta di rarità.
Il terzo vero album, In Utero (Geffen, 1993), venne annunciato
come brutale e ostico in un'altra delle trovate commerciali di Seattle
(nel senso che con questo lavoro i Nirvana ripudierebbero il loro status di
star del rock), ma
si tratta in realtà di un lavoro perfettamente in linea con la loro immagine
e il loro sound. L'unica differenza rispetto al precedente è che vengono
alla luce i limiti costituzionali del gruppo e del suo leader.
La loro è un'idea di come fare musica rock, che però non può essere
realizzata in più di una o due forme,
costringendoli a ripetere la sostanza di Teen Spirit in Rape Me e
la sostanza di Negative Creep in Radio Friendly Unit Shifter.
Lungo Pennyroyal Tea, Heart-Shaped Box e Serve The Servants (con un altro assolo da brivido) si assiste
invece a una sequenza interminabile di interventi chirurgici grunge sui tratti
somatici dei Beatles, tutto sommato rifacendo quanto avevano già fatto (ma con
molta più umiltà e almeno un senso di auto-parodia) i Cheap Trick.
Se Nevermind era stato un manifesto generazionale, In Utero è un'odissea
personale di Cobain (nel frattempo sposatosi con Courtney Love delle
Hole), che
deve confrontarsi con le sue turbe post-adolescenziali senza avere lo spessore
mentale e la maturità morale per farlo.
Il risultato è però lo stesso del disco precedente: un cupo e desolato senso
di impotenza, di rassegnazione, di fatalismo, che ben riassume la
qualità "ombelicale" della sua musica.
L'ultimo disco, registrato con Pat Smear dei Germs alla chitarra, fu un mediocre MTV Unplugged In New York (Geffen, 1994) che ripercorreva la loro carriera in versione acustica. Meglio il live From The Muddy Banks Of The Wishkah (Geffen, 1996).
Cobain si tolse la vita nell'Aprile 1994. Pochi come lui avevano saputo comprimere così tanto dolore in ritornelli così orecchiabili. Anche lui più che una vita aveva vissuto un'idea di cosa debba essere una vita. Soltanto che quell'idea, per un personaggio debole e confuso come lui, era irrealizzabile.
Per la cronaca, Channing aveva formato i Fire Ants, David Grohl formerà i Foo Fighters con Pat Smear e Krist Novoselic formerà gli Sweet 75.
With The Lights Out (Geffen, 2004) è un cofanetto di tre CD contenente registrazioni inedite.
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