- Dalla pagina sugli Scud Mountain Boys di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Gli Scud Mountain Boys, eredi della fertile tradizione folk di Boston, si inseriscono nel filone del rinascimento acustico pilotato dai Palace Brothers.
Formati nel 1993, nel 1995 diedero alle stampe due album,
Pine Box (Chunk) e Dance The Night Away,
in seguito raccolti su Early Year (SubPop, 1997).
Quei due dischi, entrambi registrati dal vivo nella cucina di Bruce Tull,
li avevano inizialmente fatti accostare ai Cowboy Junkies e ai Codeine.
Su Pine Box Joe Pernice bisbiglia con aria più trasognata che sofferta
delicate elegie come Silo, sprofonda in una trance quasi mistica con
Peter Graves' Anatomy, e si perde nella solitudine di Oklahoma,
brani che sembrano spegnersi prima ancora di cominciare.
Il sangue riprende a scorrere soltanto con Freight Of Fire, ariosa e
californiana.
Dance The Night Away riprende alcuni brani del primo disco, prova
composizioni più complesse come Television
(il gioiello del loro sound sonnolento),
e in generale sperimenta con generi diversi (sono quasi new wave
Letter To Bread e Picture).
Massachusetts (SubPop, 1996)
mette meglio a fuoco la loro dimensione di cantori dimessi e sperduti,
che a Nashville potrebbero soltanto fare gli usceri, con quella steel guitar
che si lamenta in punta di piedi.
Le composizioni, quasi tutte lentissime e spartane,
esalano il senso dei grandi spazi deserti (Scratch Ticket), assaporano
calde emozioni di solitudine (In A Ditch) e tenera malinconia
(Big Hole), si adagiano in un umore rilassato e domestico
(Penthouse In The Woods), romantico e cortese (Holy Ghost),
per spegnersi nel bisbiglio moribondo di A Ride.
Il loro suono intimista è anche e soprattutto psicologico, come dimostrano
vignette come Drunk e Liquor Store.
Testi di grande effetto e lirismo complementano le placide melodie.
Il sistema di Joe Pernice e Bruce Tull non fallisce praticamente mai. Le
canzoni si assomigliano tutte, ma si fanno anche ascoltare tutte con piacere.
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Le registrazioni degli Scud Mountain Boys saranno poi raccolte su Essential (Subpop, 2002).
Joe Pernice (Boston, 1967), già cantante degli Scud Mountain Boys (che si erano sciolti nel 1997), spalleggiato da un fratello e da numerosi amici, ha risuscitato il progetto cambiando nome in Pernice Brothers.
Overcome By Happiness (Subpop, 1998) ha destato interesse con la sua orchestrazione pesante e con le sue cristalline melodie pop. I Pernice Brothers si rivelano come una mix tra Burt Bacharach, Big Star e Ben Folds Five. Canzoni come Overcome By Happiness, Monkey Suit, Clear Spot, Crestfallen hanno messo in mostra arrangementi superbi e liriche tormentate riguardanti la solitudine e il fatto di lasciarsi andare alla deriva.
La stampa tradizionale aveva presentato Pernice come un cantautore proveniente dal Massachusetts, come se non avesse un passato musicale, ma la musica di questo album è semplicemente una versione più adulta e colta (e commerciale) degli Scud Mountain Boys.
Chappaquiddick Skuyline (Subpop, 1999) rappresentò un passo indietro per Joe Pernice, che ritornava allo stile semplice, acustico, domestico, tenue e indolente degli Scud Mountain Boys. Il musicista abbandona la sezione d'archi, ma conserva l'enfasi melodica dell'album precedente; così che le sue afflitte ballate risuonano ancora di una maestosità quasi classica. (The Two Of You Sleep, Nobody's Watching). Il suo tenero folk-rock aggiorna il libro scritto nei decenni da Everly Brothers, Gram Parsons, gli ultimi Byrds e i primi Eagles. La sua abilità nel comporre canzoni nel vecchio stile di Broadway frutta un'altra infornata di ritornelli lenti, dolcemente melodici (Everyone Else Is Evolving, Courage Up, Kidney Shaped Pool). Pernice si collega alla tradizione quando lascia che il suo animo lo conduca oltre la sua attitudine melodica, come nell'adagio country-rock di Hundred Dollar Pocket. La maggior parte delle composizioni esibisce ancora una malinconia fatalistica come proprio marchio di fabbrica, e il ritmo vivace della cover Leave Me Alone (dei New Order) sembra un po'
fuori posto.
Piccole dosi di pianoforte e batteria fanno virare la musica dal pop al country, da Broadway a Nashville, dai lamenti di Nick Drake ai valzer di Neil Young, dalle canzoncine di Brian Wilson alle sonate da camera. Pernice è certamente uno dei più abili songwriters della sua generazione, ma non uno dei più eclettici.
L'album solista di Joe Pernice, Big Tobacco (Glitterhouse, 2000), è un'opera confessionale e sommessa che rifugge gli esperimenti con le armonie folk dei Pernice Brothers e degli Scud Mountain Boys. Pernice è un cantautore modestamente divertente, ma dedica troppo poco tempo alla composizione.
World Won't End (Ashmont, 2001), sempre attribuito ai Pernice Brothers, è suonato a un ritmo più veloce e finisce per suonare come l'album di un cantante country-pop con una band di supporto diligente ma poco ispirata di veterani turnisti del country-rock. Eppure, Working Girls fa certamente magie nel mondo della scrittura di canzoni pop, e in misura minore Flaming Wreck e Our Time Has Passed dimostrano la sua abilità nei testi malinconici da matrimonio e nei ritornelli solari.
Joe Pernice ha anche pubblicato la raccolta di poesie e prose “Two Blind Pigeons” (Ashmont Books, 2002).
Yours Mine & Ours dei Pernice Brothers (Ashmont, 2003) sembrò essere il loro "tutto esaurito" (relativamente parlando): si tratta di country-pop che si rivolge a un pubblico più ampio (Water Ban, Baby in Two e Number Two) non a delle emozioni più profonde. D'altra parte, One Foot In The Grave (che ruba la linea di basso pulsante dei New Order) e il brano cantato in coro The Weakest Shade of Blue sono prodotti impeccabili che sfoggiano anche classe e magia. Una produzione grandiosa avvolge questi brani, così come l'atmosferica Blinded By The Stars, al punto che Sometimes I Remember sembra Brian Wilson che produce Nick Drake alla voce dei Byrds.
Nobody's Watching (2005) documenta le performance dal vivo.
La transizione dei Pernice Brothers dal folk al pop è stata completata da Discover A Lovelier You (Ashmont, 2005), un'altra raccolta di brani orecchiabili e sobri. In definitiva, queste canzoni dicono al mondo che Pernice non ha ancora trovato la sua vera voce. A volte sembra un aspirante Brian Wilson (Beach Boys). Altrove, mentre riflette sulle virtù della vita, si presenta come l'equivalente povero di Mark Everett degli Eels (There Goes the Sun, Saddest Quo, Amazing Glow).
Nobody's Watching Nobody's Listening (Ashmont, 2005) è un album dal vivo.
Con Live A Little (2006) Pernice si è rivolto a canzoncine pop più vivaci e ritmate, ma nessuna che spiccasse, e il tutto suonava semplicemente come musica di sottofondo, solo occasionalmente divertente (Zero Refills, Grudge F).
Il singolo Young Accuser e l'album It Feels So Good When I Stop (2009) di Joe Pernice, una raccolta di cover, avrebbero dovuto accompagnare il suo primo romanzo.
L'album Goodbye Killer (Ashmont, 2010) dei Pernice Brothers soffre ancora della tendenza a suonare un folk-rock generico e pacato.
Nel 2012, dopo una pausa di 15 anni, gli Scud Mountain Boys si sono riformati (con tutti i membri originali), per poi pubblicare Do You Love the Sun (2013).
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