- Dalla pagina sui Jody Grind di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Testo originale in italiano di Piero Scaruffi)

Il miglior gruppo di Atlanta agli inizi degli anni '90 erano forse i Jody Grind. Il gruppo era stato formato attorno al vibrante canto jazz di Kelly Hogan, erede delle grandi cantanti nere, capace di sublimi escursioni canore e di immedesimarsi nella parte che "recita".

One Man's Trash Is Another Man's Treasure (DB, 1990) è suonato da un trio senza basso (canto, chitarra e batteria). Il sound oscilla dalle atmosfere notturne e moribonde alla Cowboy Junkies a un forbito riciclaggio di stili e generi del passato. Il complesso cita Ellington, Bacharach e Gershwin, e in effetti da quelle "radici" (più che dal blues o dal folk) hanno origine le loro vignette sonore. Hogan domina con il suo vocalismo forte e drammatico nella marziale e solenne Eight Ball, mentre Bill Taft l'accompagna alternando "twang" alla Duan Eddy e accordi di flamenco. Struggente e passionale nel blues One Man's Trash, si scioglie nell'elegia disperata di Florida Maine, con un ritmo che dà il senso del viaggio. Il trio azzecca anche un delizioso quadretto d'epoca con Death Of Zorba, un ragtime anni '20 su cui si innestano passi di danza greca.

Abbandonate le velleità da night club e il flirt con il kitsch, e assunto finalmente un bassista in pianta stabile, Lefty's Deceiver (DB, 1992) mette in vetrina un sound pieno e grintoso. Il gruppo eccelle comunque nei brani più umili, come Third Of July, silenziosa ballata dagli accenti latini e hawaiani, o in quelli più ruspanti, come Funnel Of Love e Superhero, mentre risultano un po' forzati i tentativi di fare del jazz (Lounge Axis e Driving At Night). L'aver normalizzato e modernizzato il sound e il canto non giova alle qualità più personali del gruppo. Tanto il talento della cantante quanto quello del chitarrista vengono infatti messi un po' in disparte.

Purtroppo contemporaneamente all'uscita del disco (aprile 1992) il batterista e il bassista persero la vita in un incidente automobilistico.
Hogan e Taft sciolsero i Jody Grind e diedero vita al duo Kick Me.

Hogan inciderà poi con i Rock*A* Teens (formati da Chris Lopez degli Opal Foxx Quartet) e pubblicherà il suo primo album solista, The Whistle Only Dogs Can Hear (Long Play, 1996), che la avvia verso la carriera di cantante country-rock.


(Testo originale in italiano di Piero Scaruffi)

Gli Opal Foxx Quartet, un gruppo sperimentale dalle forti inflessioni jazz, erano vissuti una stazione brevissima.
Postumo era uscito l'album The Love That Won't Shut Up (Long Play, 1993), registrato nel 1990. Lì si trova la prima versione di Clean White Bed, un cavallo di battaglia del cantante Benjamin Foxx, cantante clone di Tom Waits ma ossessionato dall'omosessualità. Violino, dissonanze, cadenza incalzante e canto epico-fatalista Clean White Bed è una lunga ballata da camera che si apre con una suggestiva armonia di piano/cello/violino. Foxx racconta la sua horror story a passo marziale, sul cicaleccio onirico degli strumenti e verso la fine s'impenna a mo' di inno.
Il film noir continua con Blue Exception, con tanto di tastiere soul-jazz, lamento di chitarra alla Eric Clapton e and urlo epico alla Bruce Springsteen; la commossa Sleep, per banjo hawaiano, melodia tex-mex e violino triste; e culmina con Dirt, una confessione lo-fi con un pizzico di disperazione glam-rock.
Lungi dall'essere soltanto un lungo pianto, l'album sfodera anche qualche rock and roll, ma anche quelli non deviano dall'umore scuro e minaccioso del tutto. Il contrappunto dissonante, le figure di violino, il ritmo incalzante e il canto epico/fatale trasforma Frail Body in un boogie Euro-decadente alla Roxy Music o Ultravox. Il gruppo si riscalda per il rave-up distorto di Tub Of Love Rumble, scandito da figure sinistre di basso e droni d'organo spaziali.
Dal vivo il gruppo arrivava a comporre dieci elementi e Foxx si atteggiava palesemente a "drag queen".


(Tradotto da Stefano Iardella)

Gli Smoke erano una band della Georgia formatasi sulle ceneri dell'Opal Foxx Quartet e dei Jody Grind. Il cantante e tardo bohémien Benjamin Foxx si unì a Bill Taft (chitarra, banjo e cornetta) per formare appunto gli Smoke, un quintetto con violoncello (Brian Halloran).
Le canzoni di Heaven On A Popsickle Stick (Long Play, 1994) sono ritratti funebri del mondo sotterraneo, suonati con una stanchezza esistenziale che è un ibrido tra Sticky Fingers (Rolling Stones) e Tonight's The Night (Neil Young).
Cantate nel registro rauco di Tom Waits, marchio di fabbrica di Foxx, con testi volgari che si abbinano all'intensità della poesia beat di Charles Bukowski, ballate cupe come Hole, Beeper Will e Awake non lasciano margine all'intrattenimento e si arricchiscono di arrangiamenti scarni e intriganti. La tensione si allenta solo con Luke's Foot, uno scherzetto sconcio.

Another Reason To Fast (Long Play, 1995) è la naturale continuazione dell'album di debutto. Una raffinatezza ancora maggiore negli arrangiamenti e la maestria di Foxx nel gotico meridionale producono storie tormentate di pentimento e passione (Trust). Il quintetto composto da cornetta, banjo, violoncello, chitarra e batteria stabilisce un nuovo standard nella musica rock.

L'album solista di Kelly Hogan, Beneath The Country Underdog (Bloodshot, 2000), ha beneficiato dell'aiuto di Jon Langford dei Mekons.

Ci sono voluti dieci anni affinchè la Hogan realizzasse un altro album solista, I Like to Keep Myself in Pain (2011), che è una raccolta elegante ed eclettica di cover personalizzate composte per lei da Langford, Stephin Merritt dei Magnetic Fields, John Wesley Harding, Andrew Bird e Vic Chesnutt, Robyn Hitchcock, M. Ward.


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