Dalla pagina di Piero Scaruffi
Eminem (Marshall Mathers), rapper bianco di Detroit, fa parte della legione di Insane Clown Posse e Kid Rock: ostili ragazzini bianchi dei sobborghi che scatenano le loro rabbiose sfuriate nei confronti della società parodiando la musica di strada del ghetto.
Infinite (1996) rivelò un rapper sicuro di sé con un flusso prodigioso, specialmente in Infinite, anche se i ritmi ampollosi non si fondevano del tutto con il rap.
The Slim Shady LP (Universal, 1999) mette in risalto l'atteggiamento sarcastico e spensierato di Eminem (il singolo hit My Name Is..., con il suo seguito Just Don't Give A Fuck), la sua tormentata adolescenza (Brain Damage, Rock Bottom), il suo senso di colpa freudiano (Guilty Conscience) così come la discutibile predica antisociale delle sue fantasie perverse, che coinvolgono spesso sua figlia ('97 Bonnie & Clyde, dove la madre della bambina viene uccisa e la bambina stessa aiuta Mathers a buttare il cadavere nell'oceano, e Bad Meets Evil). Le canzoni di Mathers sono caratterizzate da una parsimoniosa scelta degli strumenti con ritmi sincopati ridotti al minimo. Nonostante il suo umorismo "macho", la musica di Mathers è permeata da un senso di desolazione o addirittura solitudine che finisce per riflettere il destino tragico e la weltanschaung dei disadattati urbani. Il pezzo di chiusura, Still Don't Give A, riassume questo tragico leitmotiv in un'epica quasi da musica classica. L'album è stato in cima alle classifiche per settimane nel 2000.
The Marshall Mathers LP (Columbia,
2000) raffina quellapproccio. Le fantasie lascive di Eminem su Britney Spears
e altre "bitches" (cagne), "sluts" (troie) e "faggots"
(checche) assortite sono destinate a deliziare le folle (se le folle sono
abbastanza morbose come tendono a essere), ma l'arte sta altrove: Stan
(nella quale il rude rap maschile si alterna con unangelica ninnananna
femminile sui suoni di un temporale ed un ritmo Neil Young-iano) e Kim (la
cui partitura tuonante, sinfonica accresce le urla di due amanti che litigano,
in contrasto con una melodia romantica alla Francoise Hardy) sono psicodrammi
(non solo canzoni), che fanno entrare di forza l'iperrealismo nel rap allo
stesso modo in cui i Doors forzarono
la droga nel pop. Non è casuale che lapice tragico di Mathers stia nellincubo
psicoanalitico postmorrisoniano Kill you, un rap (scandito da pause brutali)
che spazza via qualsiasi tabù rimasto su sesso e violenza, un pezzo conversato
in cui il linguaggio volgare diventa il linguaggio poetico. Per enfatizzare
il melodramma, The Way I Am si serve addirittura di campane a morto e
una figura di piano Beethoveniana, e il suo rap è tanto viscerale e disperato
quanto lo può essere la musica di Eminem. Quando funziona, la pantomima di
Eminem è una forza della natura. Dallaltro lato, The Real Slim Shady è
una tiritera farsesca con ritmo simil-vaudeville, I'm Back è
virtualmente un pezzo da cabaret trasformato in rap, Drug Ballad impiega
un ritmo pestato, un piano strimpellato e un coro di voci femminili, in Criminal Eminem
sembra prendere in giro la sua stessa hit My Name Is, e Marshall
Mathers è una parodia che prende in prestito dai musical di Broadway e
dalle colonne sonore dei western: Mathers non ha rispetto per la sua stessa
arte. È un fenomeno pop calcolatore (le canzoni si alternano con brevi
interludi parlati di persone che commentano il suo modo di fare, di quando due
ragazzi gli hanno praticato del sesso orale, e così via, la forma ultima di
autoglorificazione personale) che mette visceralmente alla berlina i fenomeni
pop calcolatori.
Lalbum venderà 15 milioni di copie in due anni.
Il singolo "without me" è la sola canzone "consumabile" del terzo album di Eminem, The Eminem Show (Columbia, 2002) nel quale lautore, fondamentalmente, si preoccupa più di promuovere se stesso che della sua produzione artistica.
Rispetto alle sue opere precedenti, questo è il lavoro "serio", "maturo", "adulto" di Eminem che, come David Bowie e altre pop star prima di lui, sta iniziando venerare la sua particolare relazione con la musica, con il recondito scopo di creare un culto della sua stessa personalità e impone allascoltatore una continua, insopportabile esaltazione del suo risentimento contro un mondo ostile e ipocrita (Without Me, Squaredance, Soldier, Cleaning Out My Closet, Say Goodbye Hollywood, When The Music Stops). Va bene langoscia esistenziale (White America) ma la continua auto-immolazione deve essere seguita da fatti, mentre lautore di questo lavoro sembra molto più interessato alla fama che al sacrificio. Gli omaggi agli Aerosmith (Sing for the Moment) e ai Pink Floyd ('Till I Collapse), nonché i contributi di Dr. Dre (Business, il miglior brano hip-hop,e il duetto Say What You Say) non bastano a cambiare limpressione di monolitica uniformità di questalbum che, se dal punto di vista musicale è impeccabile, risulta ripetitivo fino alla noia. Con leccezione di My Dad's Gone Crazy, Eminem sembra aver perso il senso dellumorismo (se mai ne aveva avuto uno) e di non aver sviluppato nessuna sensibilità sociopolitica, dal momento che non fa che occuparsi di se stesso..
La crisi artistica di Eminem continua con Encore (Shady, 2004). In questo lavoro, langoscia provocatoria dei primi album è stata rimpiazzata dalla sua parodia (Rain Man). A parte alcuni versi, (Crazy in Love), ritmi (Evil Deeds) e melodie (Yellow Brick Road), che appaiono davvero ispirati, bisogna fronteggiare la realtà, e capire che la sua autoanalisi è ridicola, il suo alter-ego Slim Shady oramai ha detto quello che doveva e le sue considerazioni sulla sua stessa celebrità iniziano ad essere noiose. Il suo tentativo d occuparsi di politica (Mosh) appare, ad essere buoni, appena infantile. Eminem sembra sguazzare nelle polemiche. Ma, a ben vedere, tutta la sua carriera è stata basata proprio su questo: trasformare polemiche in musica.
Presents (2007) è un mixtape, un altro segno di declino artistico.
Relapse (Interscope, 2009), il suo primo album dopo cinque anni, si avvale dei ritmi di Dr Dre in maniera cinica ma anche enigmatica. È difficile credere che questo sia lo stesso artista che compose The Slim Shady LP. Una coppia di tracce convince (We Made You, Déjà vu) ma è per lo più un persistente déjà vu.
Malgrado sia spinto dai singoli Love the Way You Lie e (specialmente) Not Afraid, il successivo Recovery (2010) non è poi molto meglio. Avendo finalmente realizzato che i suoi testi sono mediocri e banali, il mondo saspetta di trovare un po di buona musica nei suoi album; il problema è che Eminem non è nemmeno un buon compositore. Peggio: la sua scelta dei produttori porta ad ottenere alcune delle più banali melodie presenti sul mercato. Eminem si occupa di mantenere i suoi ascoltatori di vecchia data (quelli che nonostante tutto sinteressano ancora a lui) e solo casualmente inciampa in materiale interessante/disturbante come Wont Back Down e Going Through Changes.
Tutti i successivi album di Eminem erano così pieni di riempitivi che il bottone "salta/skip" era un accessorio necessario ai fini dell'ascolto. Dei 16 brani presenti su The Marshall Mathers LP 2 (2013) ce ne sono forse quattro di decenti. Rick Rubin, l'inventore del rap-rock, ha prodotto Rhyme or Reason, So Far, Berzerk e Love Game (con Kendrick Lamar), DJ Khalil ha prodotto Survival, Emile ha prodotto Legacy e Headlights, Aaron "Aalias" Kleinstub ha prodotto The Monster (con Rihanna).
Eminem suona come un alcolizzato che si arrabbia per tutto in Revival (2017), ma nulla sembra sincero e la produzione è così elementare che difficilmente può essere definita "musica". Beyoncé canta nel singolo Walk on Water, prodotto da Rick Rubin e Holly "Skylar Grey" Hafermann. River (con Ed Sheeran) è una collaborazione con Emile Haynie (produttore di Lana Del Rey e Bruno Mars). Remind Me campiona I Love Rock 'n' Roll di Joan Jett e In Your Head campiona Zombie dei Cranberries.
Kamikaze (2018) contiene Greatest (il miglior ritornello) e il singolo Lucky You, prodotto da Matthew "Boi-1da" Samuels.
Music to Be Murdered By (2020) contiene un gioiello lirico, Darkness (prodotto dai suoi vecchi amici Ryan "Royce Da 5'9"" Montgomery e Luis Resto), assieme a materiale decente come Godzilla, Lock it Up (con Anderson Paak) e No Regrets, ma anche tanti momenti terribili come Stepdad, nonostante il pezzo sia prodotto da The Alchemist.