Dalla pagina sui Love and Rockets di Piero Scaruffi (Editing di Stefano Iardella):


(Testo originale di Piero Scaruffi)
In breve:
Tre quarti dei Bauhaus diedero vita ai Love And Rockets, una band che disinnescò il cupo pop dei Bauhaus e lo collegò alla generazione di shoegazer e raver. Più suoni elettronici e ritmi dance, oltre a voci evanescenti e chitarre evocative, conferirono a Seventh Dream Of Teenage Heaven (1985) la qualità di un miraggio, realizzando di fatto la vecchia ambizione hippie di trasformare l'acid-rock in trance astratta.
Dopo i commerciali Express (1986) e Earth-Sun-Moon (1987), la band raggiunse una nuova sintesi per la generazione rave nell'iper-psichedelico Love And Rockets (1989). Ma lo stile era ancora in evoluzione.
Le lunghe litanie estatiche di Hot Trip To Heaven (1994) contribuirono a fondare il genere della musica acid ambient (come se gli Stone Roses coverizzassero A Saucerful Of Secrets dei Pink Floyd), mentre l'etereo Sweet F.A (1996) esagerava e diluiva l'idea (i primi Pink Floyd interpretati da Donovan e arrangiati da Brian Eno).
Anche se non all'altezza dei loro standard creativi, la musica elettronica futuristica/edonistica di Lift (1998) sembrava chiudere il cerchio e dare finalmente un senso alla loro intera carriera.
A posteriori, i Love And Rockets sono stati una delle band britanniche più sottovalutate degli anni '80. La loro capacità di isolare gli elementi surrealisti ed edonistici del suono claustrofonico del dark-punk, influenzò le generazioni successive. Sia gli shoegazer che i raver hanno imparato da loro come trasformare il rock psichedelico in un'atmosfera trancey.
(Testo originale di Piero Scaruffi)
Bio:
I membri originali dei Bauhaus, il chitarrista Daniel Ash, il bassista David Jay (Haskins) e il batterista Kevin Haskins (fratello di David), diedero vita ai Love And Rockets dopo lo scisma che li separo` dal cantante Peter Murphy. Ciascun membro del trio aveva già registrato in modo indipendente.
Jay aveva gia` registrato un album solista, Etiquette Of Violence (Situation Two, 1983) e aveva suonato nei Jazz Butcher. Lasciata anche quella formazione, aveva registrato alcuni singoli, fra cui I Can't Shake This Shadow Of Fear (Glass), e altri due album a proprio nome, Crocodile Tears and the Velvet Cosh (1983) e On Glass (1985).

Ash e Haskins formarono i Tones On Nail, la cui carriera è raccolta in Everything (Beggars Banquet, 1998): il singolo di sei minuti Burning Skies (1983), una variazione trance di Sweet Dreams degli Eurythmics, il loro febbrile singolo tribale poliritmico Go ! (1984) e l'album Pop (Beggars Banquet, 1984).
L'album non ha nulla a che vedere con Go ma è un variegato compendio delle loro influenze: ballate folk gotiche (Real Life), funk-punk dei Gang Of Four (War) e musica dance elettronica (l'elegante e quasi macabra elegia synth-pop Lions, lo spettacolo di danza Kraftwerk-iano).
I pezzi forti sono le atmosfere noir che evocano la musica nera degli anni '50 (Movement of Fear e soprattutto la "swinging" Happiness) e le atmosfere celestiali della suite ambient psichedelica di otto minuti Rain.

I Love And Rockets nacquero quando i tre decisero di tornare a suonare insieme.
Seventh Dream Of Teenage Heaven (Beggars Banquet, 1985) fu quasi una reunion dei Bauhaus in quanto riparti` proprio dal sound leggero e psichedelico di Burning From The Inside, l'ultimo album dei Bauhaus. Accentuando le sonorita` elettroniche e i ritmi ballabili, i Love And Rockets coniarono una significativa revisione di quell'idioma, che, loro malgrado, defini` con Ball Of Confusion un nuovo standard per le discoteche alternative, anticipando persino la scena rave.
Tutti i brani sono come rallentati da uno stile di canto evanescente, che in If There's A Heaven Above lambisce il cantico celestiale; ma il brano, dotato di un brioso ritmo da discoteca, attraversato da una forte distorsione di chitarra e punteggiato di accordi di vibrafono caraibico, e` emblematico di come gli arrangiamenti vivano di un moto proprio. L'effetto e` spesso da trance psichedelica dei primi Pink Floyd, per esempio in The Game, ancor piu` impalpabile anche se con sonorita` da film noir, o nella solenne A Private Future, in cui organi gospel contrappuntano una melodia paradisiaca di synth, o nella title-track, imbevuta di atmosfere esotiche e "industriali". L'altra caratteristica del sound e` un tribalismo alla Bow Wow Wow, che permea The Dog-End Of A Day Gone By, qui sposato ad armonie vocali e a un mellotron religioso come nei piu` languidi Moody Blues.

Express (Beggars Banquet, 1986) mostra gli stessi pro e contro: da un lato una superficiale autoindulgenza, e dall'altro alcuni brani sofisticati (Yin And Yang, Kundalini Express e All In My Mind).

Earth-Sun-Moon (Beggars Banquet, 1987) non riesce ancora a decidersi, tra pop sofisticato, glam-rock e esperimenti audaci. Gli arrangiamenti possono essere grottescamente bizzarri, ma ai Rockets va riconosciuto il merito di un'immaginazione praticamente illimitata, che rende ogni canzone un'esperienza completamente diversa, e spesso unica. Se i risultati raramente corrispondono al voodoobilly hard-rock di Mirror People, al blues-rock sincopato di Welcome Tomorrow o alla ballata spaventosa e sontuosa Everybody Wants to Go To Heaven, la ricerca di strutture sempre più innovative è infinita. La qualità dilatata e distorta di brani come The Telephone Is Hollow e Earth Sun Moon ricorda persino l'acid-rock dei primi Grateful Dead.
Di tanto in tanto, la ricerca di originalità affonda in goffe e banali appropriazioni di stereotipi, come quando si imita David Bowie in Waiting For The Flood o nell'inno No New Tale To Tell, che ricorda I Love Rock And Roll di Joan Jett (più un assolo di flauto in stile Jethro Tull).
L’ispirazione non sempre è all’altezza dell’ambizione.

Le tendenze retro` che si erano manifestate su Earth-Sun-Moon (Beggars Banquet, 1987) li portarono al loro massimo successo commerciale, il singolo So Alive (1988), e all'album iper-psichedelico Love And Rockets (Beggars Banquet, 1989). Benche' l'album contenesse alcune interessanti variazioni sugli stili di Marc Bolan (Bound For Hell) e Jesus And Mary Chain (Motorcycle, anche su singolo), il gruppo si sciolse, o perlomeno smise di registrare dischi.

I membri del gruppo ripresero le loro attivita` soliste. David J pubblico` altri due album da folksinger, Songs From Another Season (RCA, 1990) e e Urban Urbane (MCA, 1992), e Daniel Ash pubblico` Coming Down (Beggars Banquet, 1991) e Foolish Thing Desire (Columbia, 1992), facendo a gara a chi annoiava di piu`. Foolish Thing Desire e Roll On, su Foolish Thing Desire, sono ballate decadenti alla Marc Bolan. Ash tornera` sulle scene con Daniel Ash (Psychobaby, 2002), il piu` sperimentale e aggressivo della sua carriera solista.


(Tradotto da Stefano Iardella)

Il "brand" Love And Rockets venne resuscitato per Hot Trip To Heaven (Beggars Banquet, 1994), l'album che avevano iniziato a registrare nel 1991 e che rappresentava di fatto una nuova direzione per la band. La maggior parte dei brani proveniva da un altro pianeta: il tour de force minimalista di 15 minuti di Body And Soul costruisce uno shuffle ipnotico veicolato da una melodia sommessa e sussurrata, come la cover di A Saucerful Of Secrets dei Pink Floyd da parte degli Stone Roses.
Lo stesso stato d'animo estatico permea la litania al rallentatore di This Heaven, intrisa di campioni e spinta da un disco beat (con una coda spettrale di distorsioni, poliritmi tribali, pianoforte jazz e respiro femminile).
Trip And Glide ha un sound Pink Floyd-iano più forte e potrebbe essere un avanzo proprio di Dark Side of the Moon: voci femminili galleggiano su un organo funebre e ritmi funky. L'atmosfera oppressa di questa canzone e di No Worries, guidata dal sitar, completa il sentimento più positivo degli altri brani.
Due degli esperimenti più promettenti usano il jazz come additivo alla loro musica acid ambient, la swingante danza zombie Hot Trip To Heaven e l'incubo bebop liquido di Voodoo Baby.
Dal punto di vista commerciale, Ugly gioca il ruolo di So Alive, ma i suoi sapori mediorientali e l'elettronica aliena alterano la linearità del beat dance.
Il disco affonda nelle paludi delle sue lunghe e monotone tracce, ma quello sprofondare non potrebbe essere più magico.
I Love And Rockets si sono reinventati.

L'album è stato seguito dall'EP The Glittering Darkness, che include un altro residuo, perduto da tempo (Bad Monkey del 1988) e una jam di 18 minuti (Ritual Radio).

Più umile e meno barocco, sebbene ancora brillantemente orchestrato, Sweet F.A. (Beggars Banquet, 1996) ritrova il fascino dell'imperscrutabile con una raccolta di ballate psichedeliche leggermente nevrotiche, sottili e folli allo stesso tempo. È come se Hot Trip non fosse mai esistito: la band rinnega l'esperimento e ritorna alle proprie sonorità classiche.
Con uno strimpellare frizzante e disinvolto delle chitarre, voci sognanti e sussurrate, oltre a gong lisergici ed elettronica, Sweet F.A. stabilisce la qualità eterea dell'album, come se i primi Pink Floyd fossero stati guidati da Donovan e arrangiati da Brian Eno.
L'album è organizzato come una progressione di brani sempre più complessi e trascinanti, quasi a rendere esplicito il processo attraverso il quale è stato raggiunto lo stile unico dei Love And Rockets. Judgment Day alterna un riff forte, marziale e distorto a un rilassato shuffle country-rock. Invertendo la sequenza, Use Me sbatte una languida melodia contro un muro di distorsioni, coniando così una nuova forma di power-ballad. Lamenti di chitarre ancora più distanziati perforano il ritornello di Fever, su un ritmo costante e uno stridente organo gospel. È l'apice emotivo del disco e la nascita di un nuovo genere, la musica dance psichedelica. La stessa elettrizzante overdose innesca Sweet Lover Hangover, ancora più frenetica e veloce. L'atmosfera onirica è scandita da evocativi riverberi di chitarra, percussioni sincopate e droni siderali; poi il riff ultra orecchiabile esplode e il tema dance si sviluppa sensuale, lussureggiante e ipnotico, ancora punteggiato da forti distorsioni.
Anche la suggestiva ballata country-soul Shelf Life viene deragliata da spaventose scariche elettriche. Sad And Beautiful World si basa su Sweet Lover Hangover (ritmo costante, distorsione e ninna nanna orecchiabile), tranne per il fatto che il tono sta diventando inquietante. Natacha adatta l'idea di Use Me a uno svenimento alla John Lennon e ad un arrangiamento barocco alla George Martin. Con Worlds Of A Fool il tono è diventato decisamente tragico e persino malvagio. Il ritmo fermo non tiene più assieme melodia e arrangiamento, e la struttura della canzone diventa progressivamente più flessibile, ascendendo alla pesantezza di livello industriale. Il sogno ha generato un incubo.
Clean sprofonda nelle nevrosi dell'anima: le voci risuonano tra nuvole galattiche e le chitarre volano come astronavi alimentate da reazioni nucleari in un crescendo di proporzioni infernali. Here Come The Comedown è un voodoobilly synth-pop demente, da cartone animato (come i Cramps che suonano Never Say Never dei Romeo Void nella colonna sonora di Yellow Submarine) che corona, come un inno pagano, la discesa agli inferi. La violenza sadica si scatena a pieno ritmo nella sinfonia wagneriana di Spiked, ispirata ai Foetus.
L'album è un viaggio disperato verso la fonte del dolore.
La verità è che questi ultimi lavori giustificavano l'esistenza della band in un modo che i lavori precedenti non avevano mai fatto.

David J, ora residente a Los Angeles, ha composto l'opera rock The Moon and Serpent Grand Egyptian Theatre of Marvels (Cleopatra, 1996), con Alan Moore e Tim Perkins.

La band risorse ancora una volta con Lift (Red Ant, 1998), il loro album elettronico. Forse la band vuole colmare il divario con Hot Trip. Il risultato, però, è una timida variazione su stili che loro non hanno "vissuto", ma semplicemente "sentito". Abbondano gli archi sintetici e i ritmi programmati. Va a loro merito il fatto che non si limitano mai a imitare. Rip 20C, Bad For You e Resurrection Hex sono dei pezzi techno industriali a livello intellettuale. Holy Fool è il So Alive dell'epoca, ma porta profonde cicatrici di funk, glam e pop. L'altrettanto accattivante Delicious Ocean è un saggio sulla musica futuristica/edonistica del 20° secolo. La psichedelia ambient di Pink Flamingo e Ghosts of the Multiple Feature e le lunghe jam (entrambe di 9 minuti) di My Drug e Deep Deep Down sono ciò che i Love And Rockets sanno fare meglio, ma qui sono "remixate" per la discoteca con poco entusiasmo.


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